Bracciano: lavoratori Tekneko pronti allo sciopero

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C’è voluta la minaccia di uno sciopero già fissata per il 21 novembre prossimo a Bracciano per destare dall’inerzia il boss della Tekneko Di Carlo.

Dopo mesi di tentativi andati a vuoto, l’agitazione sindacale ha richiamato l’attenzione dei vertici aziendali che dopo mesi di immobilismo si sono mossi. In primo luogo l’azienda ha sospeso un lavoratore per aver pubblicato su Facebook il volantino sindacale, quindi si è decisa a ricevere il sindacato per venerdì alle 11 nella casa madre di Avezzano.

A quanto si è potuto vedere non è stato proprio come nella trasmissione Boss in incognito nella quale Di Carlo si è mostrato magnanimo e comprensivo. Giancarlo Crispino, che ricopre anche un incarico di dirigente nel sindacato di riferimento è stato sospeso per dieci giorni, per la condivisione social del volantino di protesta del sindacato. A ricostruire la vertenza Amedeo Rossi, segretario regionale della FlaicaLazio del sindacato Confederazione Unitaria di Base. “Tra l’amministrazione comunale che non si impone e l’azienda che diserta gli incontri – spiega Rossi – non abbiamo potuto far altro che promuovere delle agitazioni sindacali.
Quando è stato siglato l’accordo – spiega ancora il sindacalista – come lavoratori, a garanzia della tutela dei posti di lavoro, abbiamo concordato una riduzione dell’orario e dei demensionamenti. Ma il cosiddetto accordo di prossimità (in deroga al Contratto Nazionale di categoria) prevedeva fin da allora che le condizioni sarebbero state riviste appena possibile”. Mutatis mutandum quindi l’accordo doveva essere rivisto garantendo ai lavoratori un miglioramento delle proprie condizioni di lavoro. “Considerati alcuni pensionamenti oltre ad alcuni trasferimenti di lavoratori a Guidonia – spiega ancora Rossi – abbiamo messo in atto tutte le procedure previste dalla normativa per arrivare ad un nuovo accordo. Ma alle riunioni convocate in Comune, a Bracciano, dove era stato siglato il primo accordo con la Tekneko, l’azienda non si è mai presentata. Esaurito così senza esito il cosiddetto “periodo di raffreddamento” (procedura di mediazione finalizzata ad una possibile trattativa ndr) abbiamo indetto delle agitazioni sindacali. Abbiamo sollevato anche numerose questioni che, secondo noi, dovrebbero interessare la cittadinanza”.

Nel volantino incriminato FlaicaLazio non la manda a dire parlando di un servizio “peggiorato, dopo la privatizzazione del servizio”. Ed ancora “L’intesa contrattuale prevede espressamente la ‘verifica periodica’, per vagliare congiuntamente i mutamenti dell’organico e gli adeguamenti contrattuali.
Nonostante le numerose richieste, la Tekneko – ha scritto ancora il sindacato – si e sempre sottratta al confronto, evitando di far emergere che l’organico impiegato nella raccolta e stabilmente inferiore al numero minimo previsto dall’offerta tecnica e dall’accordo sindacale. E non basta, perché al contrario di quando prevede il contratto di appalto, la società usa in prevalenza cassonetti non propri, ma della fallita Bracciano Ambiente, impiega mezzi inquinanti, ha un solo punto di raccolta degli esausti invece di dieci, tanto e vero che gruppi di cittadini si sono attrezzati in proprio, non pulisce i chiusini e scarsamente le caditoie. E cosi pagano sempre gli stessi: i cittadini, con la tariffa sproporzionata al servizio ricevuto ed i Lavoratori. Con lo sfruttamento salariale. Quello che succede a Bracciano conferma che l’affidamento al privato di un servizio pubblico non e mai una soluzione, poiché il profitto si realizza sempre a scapito della comunità”.

La denuncia ha sortito l’effetto. Ora è arrivata la convocazione ad Avezzano. “A noi – conclude Rossi – quello che interessa è risolvere i problema”. Si attende ora l’esito dell’incontro.

Graziarosa Villani