La narrazione istituzionale di queste ultime settimane è stata contraddistinta da un crescendo di annunci allarmanti in stile grottesco demenziale. Ma a ben vedere una logica c’è, ed è quanto mai solida: è la logica del denaro o meglio della finanza.
Il primo: su di noi incomberebbe una minaccia, non ben specificata, che lascia intendere un pericolo di guerra nucleare e/o un’invasione di orde sanguinarie di russi. Non esiste prova, nessuna evidenza; è così e basta, un assioma, una verità che non ammette discussioni. Riposte in naftalina emergenza sanitaria e climatica, si riesuma l’antico spauracchio: i Russi. Dopo averci addestrato con guerre allegoriche contro nemici allegorici come il Virus e La Co2, ora si passa all’azione con la guerra vera contro un nemico reale, Putin il terribile.
Da qui discende a corollario il secondo annuncio: All’armi! All’armi! All’armi! Occorre fare in fretta e riarmarci, lo dice von der Leyen, lo conferma Draghi, a cui fa eco tutto il cucuzzaro. Via dunque al piano ReArm Europ, una polpetta avvelenata da 800 miliardi di euro.
Come renderla meno indigesta?
Ribattezzando il folle progetto con un nome più accattivante, resiliente ed inclusivo: Readiness 2030m, Prontezza 2030.
Secondo corollario: i soldi per le armi dove li prendono?
Forse con tagli mastodontici allo stato sociale?
Dicono di no (e come non credergli?); li attingeranno ai nostri risparmi privati! Ma come è possibile?
“Il grande riarmo europeo sarà canalizzato attraverso la creazione di exchangetraded fund per dirottare il nostro risparmio in armi” scrive l’economista Alessandro Volpi : “Il meccanismo è semplice, il grande fondo – ad esempio BlackRock – costruisce un Etf che lega a un indice creato dallo stesso fondo. E ora la gran moda è quella di creare indici con i titoli delle principali società produttrici di armi, da quelle americane a quelle europee che, si prevede, beneficeranno del mega Piano von der Leyen contro ogni invasione. Proprio questo tipo di Etf sta raccogliendo in misura crescente il risparmio degli europei, a cui vengono venduti dai loro gestori che hanno comprato gli stessi Etf dai grandi fondi”.
E ancora: “La parola guerra è diventata ormai lo strumento attraverso cui accelerare, in tempi record, la finanziarizzazione del Vecchio Continente. Polizze, conti deposito, cartolarizzazioni, riduzioni fiscali, tutto deve chiamare alle armi il risparmio diffuso e incanalarlo verso la nuova bolla con cui alimentare la riconversione bellica”.*
Detto in soldoni, le emergenze servono per ingrassare i colossi della finanza attraverso la rapina legalizzata di beni pubblici e privati. Ma un dubbio sorge spontaneo: siamo sicuri che il risparmio privato sarà dirottato verso i grandi fondi senza avvalersi di metodi ricattatori come è successo ai tempi del Green pass?
La risposta ci arriva direttamente dalla presidente della BCE, Christine Lagarde che nei giorni scorsi ha detto che occorre accelerare sull’euro digitale, anticipando la sua introduzione ad ottobre 2025, esortando il Parlamento Europeo a finalizzare il processo legislativo, senza il quale – afferma – sarà impossibile lanciare l’euro digitale. Stiamo parlando di CBDC – Central Bank Digital Currency, valuta digitale emessa dalla banca centrale. Il direttore generale della BIS (Banca dei Regolamenti Internazionale, a cui sono legate le banche centrali), Augustin Carstens, in un video divenuto virale, ha spiegato in modo inequivocabile che le CBDC sono progettate per il controllo assoluto. Una delle funzionalità più inquietanti della CBDC è quella di poter rendere tecnicamente possibile il concetto di moneta programmabile e persino scadenzabile.
“L’introduzione di una moneta a termine potrebbe costituire uno strumento di politica monetaria utile per sostenere l’economia durante recessioni o emergenze. La scadenza programmata infatti accelererebbe le decisioni di spenderla stimolando i consumi”.** Nella presentazione di aprile 2023 la BCE assicurava: “l’euro digitale non sarà MAI in moneta programmabile”.
Tuttavia la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni come dimostra la storia del green pass, la cui normativa vietava la discriminazione dei non vaccinati, e abbiamo visto come è finita. A confermare che c’è poco da stare sereni ci sono le dichiarazioni di Fabio Panetta, membro fino a poco tempo fa del Comitato esecutivo della BCE: “una governante solida trasparente conforme con le norme nazionali ed europee garantirebbe che le informazioni sugli utenti siano utilizzate soltanto per fini consentiti quale è il contrasto per le attività illecite. La riservatezza differisce però dall’anonimato. I pagamenti digitali potrebbero garantire diversi livelli di riservatezza da definire in coerenza con obiettivi di interesse generale. Le sperimentazioni tecniche condotte dall’eurosistema confermano questa possibilità.
E le parole di Lagarde vanno nella stessa direzione: “Ci sarà controllo, ha ragione! Stiamo valutando se per importi molto piccoli, qualcosa intorno ai 300, 400 euro, potremmo avere un sistema con zero controllo. Ma questo potrebbe essere pericoloso. Gli attacchi terroristici in Francia 10 anni fa furono interamente finanziati da carte anonime ricaricabili”.
Insomma con l’alibi di una qualunque emergenza, per fini di interesse collettivo, il controllo può essere assoluto e capillare, alla faccia della democrazia e della libertà. L’Euro digitale, CBDC – Central Bank Digital Currency, valuta dunque tecnicamente programmabile, scadenzabile e condizionabile “renderà il prelievo dei risparmi privati tecnicamente possibile” ha scritto il professor Sergio Porta sulla sua pagina Fb.
“I nostri Euro nei nostri conti correnti saranno completamente accessibili al Governo: le nostre spese, anche le più insignificanti, saranno collegate all’identità digitale individuale e tracciate per sempre; saranno condizionate a regole adpersonam dettate dal Governo stesso in base a ciò che esso riterrà commendevole o meno nel nostro comportamento, in qualunque ambito professionale, personale, pubblico o privato. Presente la tessera verde anti-covid? Applicatela a ogni singola attività, in ogni momento della vostra vita, alla vostra stessa sussistenza, alla sussistenza della vostra famiglia. Fatto? Ora immaginate che il Governo decida che tutti coloro che hanno risparmi privati possano essere requisiti, a meno che non siano investiti entro 6 mesi in certi portafogli (per esempio, fondi di investimento indirizzati all’economia bellica)”.
*Alessandro Volpi, Risparmi privati ai grandi fondi, con la scusa del riarmo. Valori.It **https://lavoce.info/archives/98837/le-molte-virtu-di-una-moneta-a-scadenza/