LADISPOLI, APPELLO ALL’OPPOSIZIONE

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Il fronte del NO allo spostamento del Mercato giornaliero di Via Ancona a Ladispoli e la sua riqualificazione.

In questi giorni continua la trasversale e silenziosa raccolta di firme di cittadini per esprimere democratimente il NO allo spostamento del noto Mercato giornaliero di Via Ancona a Ladispoli e finalizzato allo sua completa riqualificazione da parte degli Addetti ai lavori.

I Tre Amici al Bar, Roberto Magri, Raffaele Cavaliere, Diego Corrao evidenziano quanto segue al riguardo, facendo seguito al quanto pubblicato in data 08.04.2025 dai Mass Media.

Pertanto, come è noto le c.d. raccolte di firme sono le note petizioni popolari, un metodo di alta democrazia diretta, perché consentono spontaneamente a tutti i cittadini di scegliere di aderire o meno firmando ed indicando il relativo documento di identificazione, esercitando così tale forma di democrazia, atteso che si possono  presentare alle autorità istituzionali e agli organi politici rappresentativi, sollecitando ad intervenire su determinate problematiche di loro competenza istituzionale.

Infatti, in base alla situazione sopra rappresentata, una petizione può essere indirizzata ai diversi livelli competenti a provvedere: nazionale, europeo ed anche comunale o regionale, perché il diritto

di petizione è espressamente previsto dalla Nostra Costituzione della Repubblica Italiana all’articolo 50 che sancisce, brevemente: «Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità».

Quindi, la raccolta di firme dei cittadini rappresenta la c.d. «comune necessità» per  sollecitare l’emanazione di provvedimenti legislativi che in quanto tali non possono essere ad personam, quindi non può mai esporre casi personali o vicende singolari.

Nella nostra Città di Ladispoli il Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale approvato con deliberazione consiliare n.72 del 18.12.2017 è dotato dell’ articolo “61

Convocazione straordinaria del Consiglio Comunale” che nella parte iniziale recita: “La convocazione straordinaria del Consiglio Comunale può essere chiesta dal Sindaco, da un quinto dei Consiglieri comunali in carica, su iniziativa popolare sottoscritta da almeno mille cittadini.”

A questo punto domandiamo saggiamente all’Opposizione presente in Consiglio Comunale a Ladispoli: a che punto è l’iter relativo alla raccolta di firme de quo, atteso che la stessa ha apparentemente superato ampiamente la soglia della sottoscrizione dei “mille cittadini” come stabilisce il suddetto articolo 61 de quo?

Quindi,per evitare che il Presidente del Consiglio Comunale e il Sindaco possano trovare i “cavilli burocratici” per impedire un Consiglio Comunale aperto sulla questione dello spostamento del mercato giornaliero, il Dott. Raffaele Cavaliere evidenzia, tenuto conto della precedente esperienza di richiesta di Consiglio Comunale aperto fatta il 18.9.2008, in qualità di Presidente dell’ Unità Locale dell’ Associazione “Governo Locale Europa Mediterranea”, l’allora Presidente del Consiglio Comunale di Ladispoli dell’epoca, dopo vari solleciti scritti mi rispose gentilmente il Vice Presidente dell’ epoca negando il Consiglio Comunale aperto, ma concedendo l’ Aula Consigliare per fare il primo convegno sulla geoingegneria climatica a Ladispoli.

In data 26.9.2009 in Aula Consigliare del Comune di Ladispoli si svolse il convegno:” Scie chimiche nel cielo. Che cosa sono. Origini. Cause. Conseguenze”.  Per questa esperienza di diniego di un diritto sancito nello Statuto del Comune di Ladispoli (Roma), quindi, ci appelliamo al quinto dei Consiglieri Comunali di Ladispoli (Roma) in carica, come dispone il suddetto Regolamento, ovvero di farsi promotori dell’ iniziativa de quo e consegnare le firme che superano ampiamente il numero di 1000 sottoscrizione della Petizione Popolare contro il trasferimento del mercato giornaliero di V. Ancona a Ladispoli (Roma).

Quanto sopra, ai sensi dell’articolo 118, quarto comma, della nostra Costituzione della Repubblica Italiana che recita: “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”.

Tutto ciò, sempre a difesa della libertà di ognuno, occorre sempre assicurare l’effettività dei diritti civili e sociali, il rispetto delle libertà garantite dalla nostra Costituzione Italiana e della dignità delle persone è sempre la precondizione per la realizzazione di una vera democrazia”.

Roberto Magri, Raffaele Cavaliere, Diego Corrao