Focus sull’acne

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Trattamento tradizionale e quello naturale

Dottor Professor Aldo Ercoli
Dottor Professor
Aldo Ercoli

L’acne è una patologia cutanea su base multifattoriale poiché comporta anomalie della cheratinizzazione, della funzionalità ormonale e dell’ipersensibilità immunitaria. Vengono colpiti i follicoli pilosebacei del capo e delle parti superiori del tronco. In quasi tutti gli adolescenti e negli adulti in un certo periodo della vita si possono formare dei comedoni, dovuti ad occlusione e distensione del follicolo da parte di cellule che desquamano (cheratinocitici) in maniera anomala assieme al sebo. Perché in alcuni adolescenti questo processo che porta alla formazione di comeidoni (comedogenesi) è più evidente rispetto ad altri coetanei? Lo stimolo è su base ormonale quando, raggiunta la pubertà, gli ormoni maschili (androgeni) stimolano una grande quantità di sebo, i follicoli si ostruiscono e si distendono fino a diventare visibili.
Ecco che si formano i comedoni che possono restare tali oppure infiammarsi.
L’acne comedonica non infiammatoria pur essendo la forma più lieve della malattia diventa spesso difficile da trattare perché il rischio di essere spremuti da parte del soggetto può portare ad esiti cicatriziali. Ciò perché i comedoni sono in genere saldamente inseriti nel follicolo. La terapia specialistica tradizionale fa ricorso a creme (tretinoina), lozioni idratanti, adapalene, tazarotene, acido azelaico.
Sono tutti farmaci che seppur efficaci nell’acne comedonica non infiammatoria possono avere degli effetti collaterali (irritazione maggiore dopo qualche settimana, specie la tretinoina; oppure l’ipopigmentazione usando il tazarotene).
Nell’acne infiammatoria è frequente la forma lieve papulo pustolosa che raramente esiste in forma cicatriziale, trattata con due creme, una antibatterica e l’altra cheratolitica. La crema antibatterica è solitamente costituita da macrolidi (eritrocina) o dalla clindamicina. Non sono però rari i casi in cui l’acne resista alla terapia topica manifestando lesioni cicatriziali o nodulari tali da richiedere antibiotici orali. Ecco così che i dermatologi fanno ricorso alle tetracicline (meno spesso alla eritromicina) per lunghi periodi (4-6 settimane).
Migliori risultati si ottengono con la minociclina o doxiciclina, assunte non a digiuno ma durante il cibo, per ridurre i disturbi classici.
I pazienti vanno poi avvisati del fatto che possono scottarsi al sole facilmente.
Va poi sconsigliato di assumerli con latte e latticini perché vengono poco assorbiti.
La terapia può protrarsi per molti mesi e anche per anni con serio pericolo di fenomeni di farmaco-resistenza. Questa la terapia tradizionale.
C’è un’alternativa omeopatica? Può essere coadiuvata, sempre con rimedi naturali, con la fitoterapia?
L’approccio omeopatico all’acne è più complesso ma con risultati terapeutici ottimali se condotto correttamente. Le due essenziali linee guida sono il quadro clinico della malattia dermatologica e la tipologia del paziente che poggia sia sulla costituzionalità che sulla diatesi (tendenza ad ammalare). Si utilizzano sia “rimedi acuti” che possono migliorare l’acne e soprattutto “rimedi di fondo” in grado, se scelti correttamente, di eradicare l’affezione. In omeopatia si distinguono altre forme di acne (microcistica; pustolosa e/o tuberosa) e le pustole indurite e dure.
Nell’acne microcistica il rimedio acuto principe è il Selenium (oltre alla seborrea con comedoni, il soggetto tende a dimagrire e perdere capelli).
I rimedi di fondo sono soprattutto Natrum muriaticum e Thuya, meno spesso Sulfur.
Nell’acne pustolosa e/o tuberosa il rimedio leader è senza dubbio il Kalium bromatum, efficace nelle lesioni infiammatorie brucianti, trafittive sul viso, torace e spalle. L’adolescente è molto nervoso ed agita spesso le mani.
Meno frequenti sono Arnica e Conium, maculatum. I rimedi di fondo (ossia i ‘simillimum’) sono soprattutto Sulfur, Hepar sulfur, Thuya, Silicea.
Una complicanza di questa forma pustolosa/tuberosa è l’acne cicatriziale.
I rimedi acuti sono soprattutto Graphites ed Antimonium tartaricum, mentre il rimedio di fondo è soprattutto T.R. (Tubercolinum residuum).
Per quanto concerne le pustole indurite e dure due sono i rimedi base che possono migliorare il quadro clinico.
L’Arnica è indicata in un peculiare aspetto dermatologico: disposizione simmetrica delle lesioni (sia a destra che a sinistra), colorito violaceo oppure ecchimotico. Conium maculatum è indicato quando alla base vi è una componente psicofisica evidente con frustrazione sessuale, intolleranza alla luce (fotofobia) e vertigini.
E’ bene che questi due rimedi delle pustole indurite e dure venano somministrati in diluizioni omeopatiche medio-alte (dalla 15 CH alla 200 CH) e per almeno alcuni mesi. Lo stesso si può dire per tutti i rimedi di fondo (simillimum) mentre per i rimedi acuti si utilizzano basse diluizioni (5CH-7CH) tramite globuli (3-5) sublinguali ravvicinati nel corso della giornata e per un periodo più breve.
Per quanto concerne i rimedi topici (locali) fitoterapici sottolineo la Bardana (giovani foglie cotte o la polpa fresca di radici) nell’acne papulo-pustolosa. I foruncoli vengono portati a maturazione grazie alla sua azione topica.
E’ bene poi associare per via orale l’Echinacea T. M. (tintura madre) 40 gtt x 3 volte die per 20 giorni che vanta un’azione antinfiammatoria ed ormone stimolante.
A ciò va aggiunto che l’Echinacea ha un organo tropismo specifico per il sistema reticolo-endoteliale, la cute e le vie respiratorie.