IL DELEGATO LADISPOLANO MORETTI: “ALL’INTERNO MOSTRE D’ARTE, CONGRESSI E ANCHE MATRIMONI”.
“Congelati” da svariati mesi sono ripartiti i lavori del Castellaccio dei Monteroni finanziati con 3,6 milioni di euro dall’Unione Europea. Si erano fermati non tanto per intoppi legati alla burocrazia, quanto per una modifica degli interventi in muratura che ha costretto la giunta a riunirsi per approvare una sorta di variante.
«Sono state necessarie altre autorizzazioni – è quanto risposto da Filippo Moretti, delegato alle Aree protette – per la lavorazione tecnica e strumentale degli operai. Questo per garantire una stabilità più imponente dell’edificio, pur mantenendo le caratteristiche originali perché parliamo pur sempre di una struttura antica. Ci era stato suggerito di avere dei muri portanti più stabili e altre migliorie anche relative all’intonaco utilizzato. D’ora in poi i lavori proseguiranno a passo spedito, non vediamo l’ora di poter inaugurare il nuovo Castello che, ricordo, aprirà ad esposizioni, congressi, matrimoni, mostre d’arte e altri tipi di eventi. Avrà una funzione polifunzionale».
Il Castello fu il set de “La grande guerra”, storico film di Mario Monicelli con protagonisti Alberto Sordi e Vittorio Gassman. Per i cittadini del posto il Castellaccio ha un valore importante non solo per l’opera cinematografica in sé prodotta nel 1959, ma perché grazie a tale scelta molti residenti dell’epoca riuscirono ad assicurarsi una paghetta recitando come comparse. C’era povertà e grazie a quel film numerosi ladispolano riuscirono ad andare avanti per un po’ di tempo. Qualche anno primo il maniero ospitò gli sfollati durante la II° Guerra mondiale e ci furono delle nascite. Nella struttura soggiornarono san Paolo della Croce, il viaggiatore romantico George Dennis, l’architetto topografo Luigi Canina, Teresa Caetani, duchessa di Sermoneta, e il poeta Giuseppe Gioacchino Belli che al suo interno venne anche arrestato.
Per decenni il maniero è stato in balia di sbandati e ladri che hanno rubato portoni e infissi tanto da far infuriare la popolazione locale. Tornando allo stato attuale, nel piano di recupero è inclusa anche la “stalla” esterna al Castello e tutta l’area verde circostante. Affascina sempre il Castellaccio. Nel 2016 durante un semplice scavo vennero trovati dei resti della civiltà romana e in poche settimane la soprintendenza del Lazio e dell’Etruria Meridionale, in collaborazione con lo stesso comune di Ladispoli, portò alla luce un intero villaggio sotterraneo tra scheletri, strade, pozzi, monete e tanti altri reperti seguiti in prima persona dall’ex sindaco, Crescenzo Paliotta, da carabinieri e vigili urbani. Poi i cantieri si fermarono per mancanza di contributi e alla fine quella città rimase nascosta custodendo tutti i suoi segreti.
La speranza è che un giorno il progetto possa riprendere e diventare un riferimento dal punto di vista archeologico per l’intero litorale nord.