Fino a pochi decenni fa si pensava che il cervello umano fosse un organo statico, incapace di rigenerarsi o modificarsi dopo una certa età. Si credeva che, raggiunta la maturità, le connessioni cerebrali fossero “definitive” e che la perdita di neuroni fosse irreversibile. Oggi sappiamo che questa visione era sbagliata: il cervello è un organo dinamico, capace di adattarsi, rigenerarsi e imparare per tutta la vita. Questa straordinaria capacità si chiama plasticità cerebrale.
La plasticità cerebrale è la capacità del cervello di riorganizzarsi, creando nuove connessioni o rafforzando quelle esistenti in risposta a esperienze, stimoli e apprendimento. Questo processo è essenziale per molte funzioni come memoria, apprendimento e riabilitazione dopo danni cerebrali quali ictus o traumi cranici. Accanto al concetto di plasticità c’è quello di neurogenesi ossia la capacità di generare nuovi neuroni. La scoperta più sorprendente infatti è stata quella di constatare che anche da adulti i neuroni, fino a poco tempo fa considerati incapaci di rigenerarsi, possono riformarsi, soprattutto in una zona specifica del cervello chiamata ippocampo, fondamentale per la memoria e l’apprendimento. Questo significa che, adottando le strategie giuste, possiamo stimolare il cervello e mantenerlo giovane anche con il passare degli anni.
Quindi anche il cervello può ringiovanirsi e continuare a formare nuove sinapsi adottando le giuste strategie. Uno stile di vita attivo sia mentalmente che fisicamente riduce significativamente il rischio di sviluppare demenza come ha sottolineato anche uno studio su una prestigiosa rivista scientifica dove è emerso che più il livello culturale è alto, più siamo attivi socialmente e fisicamente, più partecipiamo ad attività intellettualmente stimolanti, minore è la probabilità di contrarre una demenza o Alzheimer.
Ma non tutte le attività si equivalgono in questo senso. Le attività che richiedono un alto livello di concentrazione e apprendimento, come studiare uno strumento musicale, leggere, risolvere cruciverba o partecipare a giochi strategici, hanno un impatto maggiore nel ridurre il rischio di demenza. Il ballo, ad esempio, è particolarmente benefico: richiede di imparare nuovi movimenti, mantenere equilibrio e coordinazione, e stimola contemporaneamente corpo e mente e riduce il rischio di demenza molto più di attività meno impegnative, come il golf o il bowling.
Cosa fare per stimolare la plasticità cerebrale
L’attività fisica regolare è essenziale per mantenere il cervello sano. Il cervello è un organo che richiede un costante apporto di ossigeno e nutrienti, e camminare o andare in bicicletta aiuta a migliorare la circolazione, rafforzando il cuore e i vasi sanguigni. L’esercizio fisico migliora funzioni essenziali come il movimento, la percezione sensoriale e l’equilibrio. Con l’età, queste funzioni iniziano a deteriorarsi, aumentando il rischio di cadute, un problema che non solo danneggia fisicamente, ma spesso porta a lunghi periodi di immobilità. Inoltre, l’attività fisica stimola la produzione di BDNF (Brain-Derived Neurotrophic Factor), un fattore essenziale per la crescita e la sopravvivenza dei neuroni. Livelli elevati di BDNF sono associati a una migliore memoria, maggiore capacità di apprendimento e un rischio ridotto di sviluppare malattie neurodegenerative.
Fare nuove esperienze: il cervello ama le novità. Viceversa l’immobilità e la monotonia sono tra i suoi principali nemici. Stare sempre nello stesso ambiente riduce la stimolazione sensoriale e indebolisce i sistemi della dopamina e dell’attenzione, rallentando i processi di neuroplasticità. Questo è particolarmente evidente nelle persone anziane che, dopo una caduta o una malattia, rimangono immobilizzate in casa per lunghi periodi. E allora diamo il benvenuto alle novità studiando nuove lingue, visitando posti differenti, imparando uno strumento o dedicandoci a vari hobby.
Socialità e coinvolgimento nella comunità è fondamentale tanto che nelle persone anziane l’isolamento è associato in generale ad un declino di tutte le funzioni. Imparare a gestire lo stress in quanto livelli cronici di ormoni dello stress possono danneggiare il cervello; la meditazione in particolare è associata ad un aumento della materia grigia in aree specifiche. Anche assicurasi un sonno di qualità è necessario per la salute cerebrale in quanto durante il sonno il cervello elimina le tossine accumulate e consolida la memoria. Infine non possiamo dimenticare il ruolo dell’ alimentazione: grassi omega tre e vitamine del gruppo b sono veri alleati del cervello; anche la dieta chetogenica, grazie al controllo dei livelli degli zuccheri del sangue e alla produzione di corpi chetonici,migliora la plasticità sinaptica e la memoria; pratiche di digiuno intermittente possono aumentare la produzione di bdnf , proteina chiave per il benessere cerebrale.
Per chi volesse approfondire l’argomento consiglio il libro di Norman Doidge “il cervello infinito” un viaggio affascinante nelle potenzialità della Neuroplasticità.
di Carola Cimarelli

Carola Cimarelli
C.f. Specialista in Medicina Generale
Esperta in nutrizione – M.m.g. ASL Roma 4
Master Universitario secondo livello in Dietetica e Nutrizione
Dottoressa Carola Cimarelli C.f. Specialista in Medicina Generale Esperta in nutrizione – M.m.g. ASL Roma 4 Master Universitario secondo livello in Dietetica e Nutrizione