L’IDEOLOGIA DEL TECNO-MONDO, UN LIBRO SU COME RESISTERE ALLA MEGAMACCHINA TRANSUMANISTA

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“BISOGNA CREARE MOMENTI DI RESISTENZA CHE NON SOLO POSSANO ESSERE BASTIONI DI DIGNITÀ UMANA MA LUOGHI E COMUNITÀ DOVE VIVERE RELAZIONI A PROVA DI EROSIONE”

di Maurizio Martucci

La metamorfosi dello Stato passa per la Repubblica dei Gigabyte e nel traghettamento della guerra cibernetica nella guerra biologica come nuova forma di colonialismo transumano, spinta ai limiti estremi contro tutto ciò che è natura e naturale fin nel ventre di Madre Terra.

Perché la transizione digitale sta cambiando la società civile, ma pure l’umanità e l’ecosistema. Maschera e volto del neo-Leviatano 2.0: “Non ci stancheremo mai di ricordare che le peggiori previsioni sugli sviluppi delle tecno-scienze per il futuro, ovviamente quelle frutto di analisi serie, hanno tutti gli epigoni qui ed ora, gli elementi ci sono tutti e anche coloro che hanno mezzi e ideologie per metterli insieme”.

È questa la denuncia contenuta in L’ideologia del tecno-mondo. Resistere alla megamacchina (Acro-Polis), libro di strettissima attualità scritto dalla coppia di attivisti-saggisti Silvia Guerini e Costantino Ragusa come revisione completamente riveduta e ampliata del precedente 5G. Rete della società cibernetica (edizioni Asterios).

“Sappiamo ormai con certezza che siamo nel pieno di questa Grande Trasformazione, un qualcosa di travolgente che non lascia possibilità di tornare indietro, perché nel suo cammino attua un processo demolitorio e di eradicazione profonda. Il trasferimento nel digitale permette una rimozione perfetta. Nella nuova società piattaforma ci sarà spazio solo per quello che stabiliranno le élite tecnocratiche e transumaniste, il resto sarà considerato alla stregua di uno scarto o di una scoria: le prime si gettano via e le seconde si confinano in luoghi sicuri dove non possono nuocere”.

Gli autori descrivono il perimetro ideologico, strategico e operativo della corsa verso il baratro ingaggiata da èlite transumaniste che, sfruttando le potenzialità delle nuove tecnologie per cose e corpi, stanno attaccando senza scrupoli processi millenari: “quale sarà il significato di essere umano, di essere vivente, di natura e di libertà?”

La domanda di tutti i quesiti è proprio questa, la metamorfosi ontologica e antropologica scatenata dal Grande Reset Tecnologico nel Nuovo Ordine Digitale punta a trasformare l’intera realtà.

“I transumanisti hanno i mezzi per realizzare i loro scopi e sono a capo dei principali consessi internazionali di punta delle tecnoscienze, gestendone e indirizzandone le fasi di convergenza, siano queste di natura tecnica o politica. Si insinuano perfettamente in questo solco cavalcando la presunta ineluttabilità di questi processi affermando che, dal momento in cui non si possono fermare, vanno allora governati, direzionati e soprattutto ottimizzati.”

L’intelligenza artificiale, il 5G dell’Internet delle cose, il 6G dell’Internet dei corpi nell’assalto delle biotecnologie, smart city, case domitiche, foreste 4.0 e nativi digitali drogati nel metaverso: “il nuovo ecosistema e il nuovo ordine di realtà non è a misura di essere umano, ma di algoritmo che accompagna e si fa guida.”

Si va verso il controllo totale delle menti. Nel libro di Guerini e Ragusa non c’è solo denuncia su quello che dalla Silicon Valley ci viene propinato come il migliore dei mondi possibili, ma spazio anche per la parte costruens, cioè la resistenza al nanomondo attraverso processi virtuosi di consapevolezza e azione contemporanea. L’alternativa al mondo digitale c’è. Ed è radicale, perché la soluzione non è e non potrà mai essere trovata nel problema.

Tutt’altro: “l’alternativa non si pone come un’altra visione di mondo, che parta anche dal riconoscere un’altra base di partenza che non si limiti quindi al mezzo impiegato, ma che critichi l’intero paradigma in cui questo mezzo opera, piuttosto è perseguire la stessa visione del sistema.”

Per gli autori del saggio il grande bluff tecnologico si combatte senza alibi, fuori dall’imbrigliamento della matrix tecnocratica. Per restare umani occorre “creare momenti di resistenza che non solo possano essere  bastioni di dignità umana, ma luoghi e comunità dove vivere relazioni a prova di erosione. Opporsi all’avanzata del tecno-mondo e all’avanzata del transumano non è più rimandabile.”