Le considerazioni di un cittadino.
Riceviamo e pubblichiamo
Con sbigottimento e apprensione ho appreso dello spostamento del mercato ortofrutticolo dal centro della città a via Sironi, in un lembo di terra fortemente decentrato rispetto alle attività della cittadinanza.
Si eradica così una fondamentale funzione che dà anche identità alla città, una città dove il carciofo e le produzioni locali hanno grande importanza, per creare nuovi parcheggi per le automobili. Né il decoro, né la qualità della vita della città ne gioveranno.
Da cittadino mi vedo privato di un fondamentale servizio, che era competitivo con i supermercati anche per la sua facile raggiungibilità a piedi. Da esperto delle dinamiche socio-economiche urbane ho pensato che sia la strategia migliore per affossare le produzioni locali. Da urbanista infine mi rammarico nel vedere quanto tale decisione sia in contro tendenza rispetto agli attuali trend pianificatori, che puntano decisi verso il mix funzionale, per portare il maggior numero possibile di servizi a distanza calpestabile (ossia a piedi: è il concetto della città dei 10 o 15 minuti, tornato in voga negli ultimi anni) per la maggior parte della popolazione.
A questo bisogna aggiungere che in tutte le città del mondo (dalle più piccole alle più grandi) da decenni si tende ad allontanare le auto dal centro, mentre a Ladispoli, invece, si farà in modo di attrarne di più. Vale qui la pena rammentare che uno dei principi della mobilità è che l’offerta (di strade, parcheggi a rotazione, ecc.) genera la domanda (ossia, l’uso delle suddette infrastrutture), e ciò significa che per Ladispoli tale miope decisione comporterà un ulteriore intasamento del centro della città.
È inoltre doveroso ricordare che la recente costruzione della pista ciclabile su via Odescalchi, accanto all’attuale collocazione del mercato, è parte di un progetto interregionale che prevede il completamento di una Ciclovia turistica che da Nizza porti sino a Roma.
L’obiettivo della costruzione della Ciclovia Tirrenica non si limita a creare una infrastruttura dove far scorrere i turisti che vengano dalla Francia e che siano diretti a Roma, ma ha l’ambizione di creare delle sinergie con il territorio che attraversa, determinando delle esternalità socio-economiche, e degli impatti del tipo win-win, ossia che apportino miglioramenti per tutti.
L’attuale posizione del mercato accanto alla Ciclovia offre la possibilità di far nascere nuove attività, o lo svilupparsi di quelle già presenti, come l’offrire prodotti a base di frutta locale e di stagione ai cicloturisti. Non bisogna dimenticare che chi viene da altri Paesi è attratto anche dalla qualità e specificità della produzione agroalimentare italiana. I cicloturisti così, invece che fermarsi e ristorarsi, avranno un buon motivo per puntare dritti su Roma, o altre località limitrofe meno amanti del traffico urbano.
Chiudo dicendo che la separazione di funzioni nell’urbanistica è un dato di fatto (si usa il termine inglese “zoning”), e così la loro dislocazione sul territorio, ma ciò avviene in base a una visione, a una strategia. Una finalità che migliori la vita della cittadinanza. Invito perciò l’Amministrazione Comunale a tornare sui suoi passi, e a sviluppare una visione e una strategia di lungo respiro, che sia in linea con le attuali tendenze in ambito urbanistico, sia per valorizzare le risorse del territorio, sia per tentare di dare maggior armonia e vivibilità alla città. Possibilmente partendo dalle esistenti potenzialità socio-economiche, paesaggistiche e infrastrutturali.
Cordialità,
PhD Fabrizio Giulietti
Urbanista