E’ entrato in vigore il decreto direttoriale del Ministero della Cultura che inserisce il divieto alla visione di film che contengono violenza sugli animali. Oggi le nuove linee guida per la classificazione delle opere cinematografiche e audiovisive si trovano a fare i conti con la nuova sensibilità degli italiani. Gli animalisti, in prima fila ENPA, si sono battuti a lungo per questo risultato.

Chi non ricorda la testata con cui il sadico leader fascista, Attila, interpretato da Donald Sutherland, in “Novecento” di Bernardo Bertolucci, uccide come prova di “coraggio” un inoffensivo micio bianco e nero fissato alla parete con la sua cintura? Bene, d’ora in poi immagini come questa saranno vietate ai minori. All’epoca, era il 1976, la censura impose il divieto ai minori di 14 anni, ma sicuramente non per il gatto. Oggi è stato fatto ancora un passo avanti, che testimonia la nuova cultura di rispetto verso gli animali e la natura: la violenza sugli animali è stata inserita tra i criteri che determinano le fasce di divieto alla visione dei film. La nuova classificazione entrata ufficialmente in vigore lo scorso febbraio, è stata sancita dal Decreto direttoriale n. 279/25 del Ministero della Cultura, emanato ai sensi dell’art. 7, co 2 del D.lgs 203/2017, che disciplina le nuove linee guida per la classificazione delle opere cinematografiche e audiovisive.

Fino ad oggi – spiega lo storico Ente per la Protezione Animali (ENPA), fondato dall’eroe dei Due mondi, che si è battuto a lungo per il raggiungimento di questo risultato – la violenza contro gli animali non rientrava tra i criteri espliciti di valutazione, rendendo difficile applicare restrizioni anche a opere contenenti evidenti maltrattamenti sugli animali. Con questa modifica le vecchie categorie si trovano a fare i conti con la nuova sensibilità degli italiani. La violenza sugli animali – spiega lo storico Ente – viene equiparata a quella sugli esseri umani, riconoscendo la correlazione tra maltrattamenti sugli animali e pericolosità sociale, come evidenziato da diversi report delle forze dell’ordine e delle associazioni, in primis ENPA, che con Link Italia porta avanti da anni la battaglia per il riconoscimento della pericolosità sociale di questi atti. Un film che mostra violenza sugli animali è diseducativo e dannoso per i minori, in quanto normalizza atteggiamenti crudeli e favorisce una cultura di mancato rispetto verso gli esseri viventi, tiene a rimarcare l’Ente.
Dunque, si tratta di un risultato importante se consideriamo che i dati dell’Ufficio Legale ENPA, evidenziano un aumento preoccupante dei reati commessi dai minori nei confronti degli animali. Secondo le denunce presentate dalla Protezione Animali, il 5% dei reati segnalati è stato commesso da minori, con episodi di particolare efferatezza. Le specie più colpite risultano essere i cani (44,83%) e i gatti (20,69%)”. Proteggere gli animali significa proteggere l’intera comunità, dice Carla Rocchi, presidente nazionale ENPA. La crudeltà contro un animale è un segnale che non possiamo ignorare. Dobbiamo riconoscere questi atti per quello che sono: un pericolo per tutti. ENPA, conclude, continuerà a vigilare affinché la rappresentazione degli animali nei media rispetti principi etici e di sensibilità e a lavorare per rafforzare il legame tra la protezione animale e la sicurezza sociale.
Colonia felina del castello di Santa Severa https://gliaristogatti.wordpress.com