EROSIONE: IL 2026 È L’ANNO DELLA SVOLTA

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IL PIANO DELLE SCOGLIERE DOVREBBE ENTRARE NEL VIVO PROTEGGENDO LA COSTA CON 10 MILIONI

Da una parte il bando per l’affidamento dei lavori contro l’erosione dall’altra la progettualità delle opere da nord a sud. Un poco alla volta, a Ladispoli, il progetto delle scogliere entra nel vivo. E ora si è nella fase dell’incarico ad una società privata per l’intervento di difesa costiera nel tratto compreso tra Torre Flavia e via Marina di Palo. Si tratta del penultimo atto di un lunghissimo quanto tortuoso iter burocratico partito addirittura dal lontano 2008.

Sono in tutto 10 i milioni di euro stanziati dalla Regione Lazio per Ladispoli, un finanziamento davvero importante che riuscirà a coprire quasi l’intera città e metterla al riparo dalla forza erosiva che continua a creare danni anche sulle spiagge libere. Per il versante nord soffrono gli arenili pubblici dopo il lungomare di via Marco Polo verso via Primo Mantovani. E rischia grosso pure la palude di Torre Flavia, area naturalistica tra le più belle del centro Italia. L’habitat floreale e faunistico potrebbe essere compromesso qualora l’acqua marina riuscisse a superare le dune contaminando lo stagno d’acqua dolce dove vivono pesci, anfibi, uccelli e tante altre specie.

Inoltre la stradina che univa Ladispoli a Campo di Mare, frazione di Cerveteri, si è parecchio assottigliata. A sud, invece, in via Marina di Palo la sabbia è sempre di meno e le onde, a seconda delle correnti giornaliere, si avvicinando alla recinzione e alla parete che nasconde una sorta di necropoli sotterranea. Come confermato nelle scorse settimane da Filippo Moretti, consigliere di maggioranza e delegato alle Aree protette, la gara è ormai in rampa di lancio e sarà svolta interamente dal Comune. A breve saranno indicati i tempi e i modi dei lavori che, con elevata probabilità, si concentreranno in due stagioni balneari.

Si dovrà stabilire dove transiteranno i mezzi pesanti che depositeranno i materiali per creare le barriere soffolte. Gli esperti dovranno valutare gli accessi a mare, i percorsi preferenziali che non vadano ad interferire con le condotte. E poi, in piena stagione estiva, si dovrà cercare di procedere in zone meno sensibili per le esigenze degli operatori. Il settore ha davvero atteso a lungo queste agognate scogliere, quasi 20 anni.

«Finalmente pare che ci siamo davvero – è la risposta di Ugo Boratto, presidente di Assobalneari Ladispoli-Marina San Nicola – non si poteva più rimandare perché molti tratti di arenile sono stati divorati dall’erosione in questi anni, e anche nell’ultima estate in parecchi hanno sofferto. Faccio un esempio: qui a San Nicola, nonostante abbia una piccola scogliera, nei giorni con le mareggiate ho dovuto rimuovere gli ombrelloni.

Figuriamoci i colleghi del centro che non hanno le barriere». Da dove partiranno le ruspe: dal centro o dai lati periferici della costa ladispolana? Su questo ancora nessuno si è sbilanciato ma si sarà nei prossimi mesi. Si punterà su scogliere non visibili e ancorate a terra fino a dei pannelli verticali. Saranno posizionate a 100, massimo 150 metri dalla riva. E le barriere attuali verranno rimodellate. Particolare attenzione pure alle spiagge libere dimezzate specialmente a nord.