I RESIDENTI ERANO STATI CACCIATI DALL’AULA CONSILIARE, ORA TORNANO IN STRADA CON CARTELLI E SLOGAN
Avere l’acqua che sgorga dai rubinetti. Una roba normale per tutti, non per chi vive in alcune frazioni. A Cerveteri, ad esempio, i residenti sono allo stremo perché è da tantissimo tempo che devono convivere con un problema a quanto pare irrisolvibile. E se con tanto di cartelli e slogan, i cittadini della località I Terzi, si sono presentati nella piazzetta di Borgo San Martino tenendoli in mano e non certo per esibirli in modo trionfale, significa che non ce la fanno davvero più.
Continuano ad essere amareggiati e chiedono all’amministrazione comunale, per l’ennesima volta, di trovare con immediatezza una soluzione che faccia fronte a un’emergenza che dura da 4 mesi, se non di più. A luglio si erano presentati in consiglio comunale ma vennero allontanati dalla Polizia locale dopo aver esposto gli stessi cartelli. Da giugno le prime avvisaglie, fino ad oggi, quando siamo a novembre, con una ventina di famiglie che sono esasperate. «Abbiamo da 4 mesi l’autoclave in funzione giorno e notte, in estate e in inverno – racconta la signora Anna -. Non si può vivere così, poi dai rubinetti esce la sabbia. Qualcuno faccia qualcosa».
Un incubo persino lavarsi. Si cucina sempre con l’acqua minerale. «Una cosa inspiegabile – si accoda Fabio -, piove poco e non c’è acqua. Quando piove aumenta la pressione, ognuno di noi ha una cisterna per far accumulare acqua durante la notte. Ma non è vita». Ad incontrare queste 20 famiglie scese in strada è stato il consigliere comunale Luigino Bucchi. «Qui manca tutto, non solo l’acqua – accusa l’esponente di Fratelli d’Italia -, gli abitanti di questa area hanno avanzato l’ipotesi di passare sotto il comune di Fiumicino, dove nelle frazioni c’è più attenzione rispetto a Cerveteri.
È una città Unesco e non si riesce a trovare una soluzione per questo disservizio idrico che sta impedendo a 20 famiglie di trascorrere una vita normale. È una vergogna». A fine giugno il sindaco, Elena Gubetti, aveva annunciato di aver inviato una nota formale ad Arsial, alla Regione Lazio e ad Acea Ato 2, coinvolgendo per conoscenza anche il Prefetto di Roma, per richiedere un intervento urgente e risolutivo per il ripristino del servizio idrico. Già 3 anni fa l’attuale amministrazione comunale aveva rassicurato.
Nessuna soluzione nemmeno da Arsial proprietaria e gestore dell’acquedotto della frazione e Acea Ato2 eventuale gestore subentrante. Gli abitanti hanno serie difficoltà per il reperimento del fabbisogno d’acqua necessario oltre che per le persone, di cui diverse in stato di fragilità, anche per gli animali allevati nella frazione agricola.
E criticità ultimamente ci sono anche a Ladispoli, nella frazione dei Monteroni, dove dall’ultima estate i guasti alla condotta si ripetono con una certa frequenza e non resta che aspettare quell’autobotte posizionata sempre in via dell’Acquedotto Statua all’angolo via dei Monteroni. Nel quartiere Faro in alcune palazzine, chi vive specialmente ai piani alti, si deve lottare con la pressione idrica.


































































