ULTIME NOVITÀ SUL GEMMOTERAPICO DELLA QUERUS PEDUNCOLATA, LA QUERCIA

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La quercia (o farnia), albero longevo e maestoso, può raggiungere i 30 metri di altezza (talvolta anche i 45-50) e 7 metri di circonferenza. In Italia vive dal mare alla zona submontana (800 metri) dal Centro – nord formando boschi su terreni freschi, ben irrigati. La corteccia quando invecchia diventa rugosa, screpolandosi longitudinalmente e trasversalmente.

I rami, forti e sinuosi, ricurvi e piegati ad angolo sembrano implorare la luce del sole che tanto desiderano. Questo perché le loro foglie, che nascono in primavera e sono verdi fino all’autunno, cadono gialle prima dell’inverno, sotto la pioggia e il vento. Un inferno “freddo”(ossimoro n.d.r.) riscaldato però dai fulmini che amano colpire questo grande albero.

La quercia è chiamata peduncolata (Quercus peduncolata) perché porta con se le ghiande, sospese a gracili peduncoli di 2-5 cm di lunghezza. Un’gigante vegetale, piedistallo della volta celeste, grandioso e possente. La scorza, nei trascorsi secoli, fu impiegata quale rimedio contro la febbre fino a quando non fu sostituita dal Salice (Salix alba, acetilsalicilico poi aspirina).

La corteccia fu utilizzata nel Rinascimento come astringente nelle forme diarroiche. Da qualche decennio, grazie alla fitoterapia rinnovata da medici francesi (Max Tètau, Bergeret etc.), la quercia ha conquistato una degna collocazione nella Medicina Naturale. L’organotropismo riguarda in particolar modo le ghiandole surrenali ma anche le gonadi maschili e femminili, i vasi arteriosi, l’intestino.

Le gemme vantano un’azione sulle corticosurrenali, stimolando la produzione di idrossicorticoidi, regolarizzano l’apparato digerente contrastando la stipsi, coinvolgono le gonadi di entrambi i sessi. Da tutto ciò si possono ben intuire quali siano le indicazioni terapeutiche.

L’incremento dei valori di pressione arteriosa porta ad un miglioramento nei soggetti con lieve ipotensione costituzionale – genetica. Il rallentato transito intestinale, con conseguente stipsi semplice atonica, viene migliorato cosi come l’astenia da “surmenage”, sportivo o sessuale, specie nell’uomo. L’ azione sulle gonadi nella donna si evidenzia nelle menometrorragie e nella leucorrea.

Posologia: MG 1 DH 70 gtt , in un bel bicchiere d’acqua, quindici minuti prima di colazione per almeno due mesi (i gemmoterapici non hanno controindicazioni). Se la quercia, per le sue dimensioni, è stata venerata da Celti, Romani, Russi siberiani, che dire della ancor più possente sequoia (Sequoia gigantea)?

Nel nord America, ove vive, raggiunge i cento e più metri di altezza con trenta metri di circonferenza. Inoltre vive più a lungo (la sua età si aggira su 1500 anni) ed in alta montagna (tra i 1400 ed i 2500 metri).

Hanno qualche cosa in comune questi due giganteschi vegetali?
Credo proprio di si. Per il principio della “coincidentia oppositorum” (gli opposti coincidono di Nicolò Cusano poi ripresa da Hegel) dovrebbero essere utile, grazie alle gemme, nella decadenza senile quando l’altezza dell’umanità (Man Kind o people Kind secondo il pesante “politicamente corretto”) si abbassa di statura, specie nella tipologia “fosforica” (longilinea, alta, cerebrale) nella stagione del tramonto senile, in cui non si è più vigorosi e vitali come prima. Formulario delle sinergie gemmoterapiche.

Associo Quercus peduncolata alla Sequoia gigantea (MG 1 DH, ana parti, 70 gtt la mattina) nell’astenia sessuale nell’uomo in andropausa, assai avanti negli anni; meno efficace è nella donna in menopausa. Negli stati di lieve insufficienza surrenalica con ipotensione arteriosa ricorro all’associazione Quercus peduncolata con Ribes nigrum (stessa posologia della precedente). Nella stipsi abbino le gemme della quercia con quelle del Vaccinum vitis idaea (mirtillo rosso).

Soprattutto nell’intestino irritabile (colon spastico)controllando, per precauzione, i valori di pressione arteriosa (la quercia tende lievemente ad alzarli, il mirtillo rosso invece, sempre in piccola parte, li abbassa).

La posologia è la stessa: MG 1 DH, in parti uguali, 70 gtt la mattina per due mesi. Se la stipsi è ostinata, ma sempre “semplice” non imputabile a patologie organiche, aggiungo contemporaneamente anche in fitoterapico: Rhamns grangolla T.M. 30 gtt dopo pranzo e cena. Max Tétau, che incontrai a Parigi negli anni 90, mi insegnò una triplice gemmoterapica associazione nella paradontosi con piorrea alveolare: Quercus ped., Abies pectinata, Betula pubescent.

Nella pratica clinica, in questi ultimi anni, ho utilizzato spesso la sopracitata associazione gemmoterapico Quercus peduncolata. Ribes nigrum nei soggetti giovani astenici, longilinei, ipotesi (in Omeopatia “fosforici”) negli stati di fatica dopo “surmenage” fisico. Ho seguito un “segnale della natura” (Paracelso) osservando le foglie della quercia. La parte superiore è glabra, color verde lucido (simboli di gioventù); quella inferiore è più biancastra, sparsa di peluria (soggetto anziano).

L’altra associazione che più frequentemente ho prescritto è quella pertinente la decadenza psicologica nella senescenza (Quercus p. Sequoia g.): le foglie cadono in autunno che precede l’inverno, la stagione più anziana dell’anno; la corteccia della quercia è rugosa, i rami piegati a gomito, sembrano inginocchiati.

ortica
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