Da diverso tempo l’Ortica segue le fasi della trasformazione della Cantina Vinicola Cerveteri, cooperativa agricola, ascoltando i produttori, intervistando i consiglieri comunali e i vari presidenti della cooperativa, avvicendatisi alla guida del bene collettivo.
Bene collettivo, cosi ci piace definirla essendo stata fin dalla fondazione con la sua prima spremitura nel lontano settembre 1961 una realtà produttiva d’eccellenza nel centro Italia, condivisa da oltre trecento soci produttori conferitori. Vanto dei nostri padri che hanno saputo cogliere la vocazione agricola di questi territori vitivinicoli arrivando in circa 50 anni a coltivare oltre 550 ettari di vigneti, raggiungendo traguardi esclusivi come DOC e IGT, offrendo lavoro a centinaia di persone che creavano l’indotto operativo.
Allora…cosa è successo?
Lo chiediamo questa volta ad Angelo Galli, noto commercialista e revisore dei conti, da molti conosciuto come candidato sindaco, sfidante dell’allora Pascucci nella sua prima campagna elettorale di tredici anni orsono, oggi membro dell’amministrazione Gubetti.
Consigliere Galli, la domanda di rito. Se lei fosse stato sindaco sarebbe intervenuto dove possibile nella fase di crisi della Cantina vinicola, bene unico considerato patrimonio della nostra cultura?
Premetto che il Cantinone, così ci piace definirlo a noi cervetrani, è privato e quindi di difficile gestione per un intervento pubblico, ma data l’entità della ricaduta sul territorio, sicuramente avrei aperto un tavolo di concertazione per tutelare i posti di lavoro, evitando fughe dei nostri giovani e garantendo occupazione per il terziario, e per lo sviluppo agricolo. Sono convinto che il presidente De Carolis abbia condotto al meglio la transazione verso la riqualificazione dei beni, e che l’attuale presidente Badini, stia conducendo egregiamente la successione del mandato, come sono convinto che aveva ragione Pascucci, quando nel 2017 presentò il primo progetto, oggi definitivo, sulla variante dei locali adibiti a lavorazione vinicola e magazzini in area commerciale. Questa strategia che anch’io ho condiviso, adesso si dimostra vincente.
Quindi, quale futuro per il vino Cerveteri DOC?
Come dicevo la vendita dei capannoni conclusa in questi giorni si è dimostrata vincente, avendo liberato la Cooperativa dai numerosi passivi, in questo modo, oltre ha sanare le casse, sarà possibile ripensare una strategia agricola commerciale che riporti il prodotto dei nostri territori al centro della vita comune. L’ottimo vino, l’eccellente olio, i prodotti della terra dovranno rappresentare un futuro sostenibile per il territorio. Questo come altri impegni verso la produttività del luogo, sia agroalimentare che turistico-archeologico, sono i fondamenti di ciò che penso. Porterò avanti la linea costruttiva del mio pensiero politico, con impegno e chiarezza, cercando di superare i numerosi ostacoli presenti da molti anni, e dalle incomprensioni radicate.