IL TAR HA CONTESTATO UN VIZIO DI FORMA NELLA PROCEDURA DOPO UNO DEI TANTI RICORSI PRESENTATI DALLA DITTA MASSIMI. IL SINDACO GRANDO È CRITICO: “STANNO METTENDO I BASTONI TRA LE RUOTE ALLA NOSTRA AMMINISTRAZIONE E ALLA CITTÀ”
La nuova era dei rifiuti a Ladispoli era ormai in rampa di lancio nei primi giorni del 2020. E invece qualcosa è andato storto per via di un ricorso, l’ennesimo, presentato dalla ditta Massimi Aurelio e Figli che gestisce attualmente il servizio della nettezza urbana dal 2011.
Così il Tar ha accolto l’istanza decidendo di entrare nel merito della vicenda con il rischio concreto che il bando nuovo, da cui era uscita la ditta vincitrice dal prossimo gennaio (la Tekneko), venga annullato. Un colpo di scena a pochi giorni dalle festività natalizie.
Mercoledì 18 dicembre il tribunale amministrativo regionale doveva pronunciarsi ma la decisione finale è slittata al prossimo 22 gennaio. Passerà ancora altro tempo prima che venga sciolto il rebus. Il Tar ha riconosciuto di fatto un vizio di forma nella procedura avviata e conclusa tempo fa. E il Comune si è visto costretto ad impugnare la sospensiva dello scorso 6 dicembre.
La Tekneko resta alla finestra e dovrà ancora attendere. Se l’amministrazione dovesse perdere il controricorso, si giocherebbe la carta del Consiglio di Stato con tempi lunghissimi e un iter praticamente congelato.
La reazione. Spiazzato il sindaco di Ladispoli che ha appreso la notizia tornando dal viaggio in Germania per via del gemellaggio con Heusenstamm. “La Massimi ha effettuato ben 4 ricorsi. Su uno di questi il Tar ha deciso di entrare nel merito.
E’ una tegola brutta, una situazione che ci mette in difficoltà vanificando, ci tengo a rimarcare soltanto per un semplice cavillo burocratico, il lavoro svolto in tutti questi anni dai nostri funzionari e dalla nostra maggioranza”, è quanto detto alla stampa da Alessandro Grando. Mancherebbe una relazione preliminare sul bando di gara avviato comunque – assicura il sindaco – in assoluta trasparenza.
“Quando il sistema permette ad un’impresa di mettere i bastoni tra le ruote ad un Comune siamo sconfitti in partenza. Dopo una riunione di Giunta convocata con urgenza abbiamo naturalmente dato incarico ai nostri legali di contrastare questa sospensiva ma ci vorrà tempo prima di avere un epilogo”, è la presa di posizione del primo cittadino Grando.
La rivoluzione sul settore annunciata da Palazzo Falcone resta ancora ferma al palo.
Il delegato all’Igiene urbana e consigliere comunale in maggioranza, Carmelo Augello, era intervenuto il mese scorso manifestando la volontà di un immediato “cambio di marcia” attraverso l’introduzione di spazzini di quartiere, una storica figura pronta ad essere reintrodotta nella città ladispolana, l’installazione di ecocompattatori e di micro-chip nei mastelli della differenziata.
Un sistema al passo con i tempi. Non meno importante per Augello il riconoscimento di premi ai cittadini “virtuosi”. Nell’elenco dei cambiamenti, oltre ad un risparmio sul costo annuale del servizio, anche il ritiro gratuito a domicilio degli sfalci d’erba e dei rifiuti ingombranti.
E, tema molto atteso dalla popolazione, l’abbassamento della Tari. “La vendita delle frazioni valorizzabili come la plastica ad esempio consentirà al Comune di incassare direttamente gli introiti. Si potrà quindi pensare di abbassare le tasse. La spesa relativa l’appalto precedente viaggiava a 5,5 milioni di euro annui, la nuova offerta prevede un costo più basso”, è quanto detto dal delegato e consigliere Augello. Nel nuovo appalto erano state fissati anche dei punti su calendari differenti per le utenze non domestiche e per il periodo annuale.
E ora cosa accadrà? Difficile fare una previsione. Tutto ovviamente dipenderà dai giudici.
Fermo restando che anche se dovesse spuntarla il Comune, passerà parecchio tempo prima di far partire la nuova era dei rifiuti che inizierà dopo la fine di questa battaglia a colpi di carte bollate.
Il bando. La Tekneko era arrivata prima classificata nella graduatoria stilata da Città Metropolitana tra le sette in lista. Il contratto con la Massimi era scaduto già ad inizio 2018 ma il Comune di Ladispoli non aveva ancora provveduto a bandire la gara. L’appalto con la Tekneko, l’azienda che opera tuttora a Bracciano e che in precedenza aveva ricevuto l’incarico anche a Cerveteri, è stato fissato per 7 anni.
Infine tiene banco anche il problema dei mezzi. L’intero parco utilizzato per il servizio apparterebbe alla Massimi, non al Comune. Negli anni addietro l’amministrazione comunale di centrosinistra giustificò l’aumento della Tari con l’acquisto dei mezzi. Forse questo passaggio non venne chiarito adeguatamente e per molti sembrò solo una scusa per “scagionarsi” dall’ennesimo rincaro sulla bolletta.