Chiara, la Santa di Cerveteri

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Chiara il giorno del matrimonio

Vi raccontiamo l’emozionante storia della ragazza che scelse di sacrificare la propria vita per far nascere il figlio di Giovanni Zucconi

Questo è un articolo sulla Fede. Non quella che ti fa andare solo a Messa tutte le domeniche, ma quella che ti fa compiere gesti straordinari. Quella che fa apparire la tua vita quasi incomprensibile, se chi ti osserva non ne ha. Questo è un articolo su Chiara Corbella, che di Fede nel Dio dei Cristiani ne aveva oltre ogni limite immaginabile. Devo confessare che fino a qualche settimana fa, neanche conoscevo l’esistenza di Chiara. Poi, quasi per caso, nella chiesa di Borgo San Martino gremita di gente, ho partecipato ad un incontro con i suoi genitori, Roberto Corbella e Maria Anselma Ruzziconi, che ci hanno raccontato la sua straordinaria storia. Una storia che, dal 21 settembre di quest’anno, sarà la protagonista nella causa di beatificazione di Chiara, che lo stesso Papa Francesco ha sollecitato. Una storia che si è svolta, in parte, anche a Cerveteri, più precisamente a Pian della Carlotta, nella casa di campagna dei suoi genitori. Ma cosa ha fatto Chiara per meritare un processo di beatificazione? Perché più di 2.000 persone hanno assistito, nella Basilica di San Giovanni, alla messa che ha dato l’inizio a questo percorso che la porterà, lo speriamo, ad essere la seconda Beata legata al nostro territorio? Cominciamo dall’inizio, da quel 2 agosto 2002, quando, a Medjugorje, conosce quello che diventerà, dopo un travagliato fidanzamento, suo marito: Enrico Petrillo. Tutti e due hanno in comune una profonda Fede, e una convinta vicinanza ai precetti della Chiesa Cattolica. E di Fede, come vedremo, ne avranno veramente tanto bisogno nella loro breve vita coniugale. Chiara, dopo un mese dal matrimonio aspetta già una bambina, che purtroppo avrà il suo destino segnato da una anencefalia, che la farà nascere senza scatola cranica. Chiara, pur consapevole che non potrà vivere che per pochi minuti, vuole portare fino in fondo la gravidanza. Maria Grazia Letizia, così chiameranno la bambina, infatti muore solo dopo mezz’ora dall’immediato battesimo. Ma non è finita qui. Dopo poco Chiara aspetta ancora un bambino ma, caso estremamente raro, si scopre che anche lui sarà soggetto ad una patologia che lo priverà completamente degli arti inferiori. Anche in questo caso Chiara ed Enrico non hanno la minima esitazione nel decidere di portare fino in fondo la gravidanza. I genitori di Chiara hanno raccontato come passarono i mesi prima del parto a studiare le protesi che avrebbero comprato per il figlio che stava per nascere. Ma anche in questo caso la vita di Davide Giovanni, così viene battezzato, durerà solo poche ore. Un altro funerale segna la vita di Chiara. Ma come è stato per Maria Grazia Letizia, questo evento doloroso viene vissuto con grande serenità. Anche stavolta, al funerale, Enrico suona la chitarra e Chiara il violino. Questi due funerali, a così breve distanza uno dall’altro, con due bare bianche con dentro due figli, avrebbero sconvolto la vita e la mente di qualsiasi donna. Ma non a Chiara, che era sorretta da una immensa Fede, che le ha dato la forza di attribuire il triste destino dei suoi poveri figli ai disegni del suo amato Signore. E i disegni di Dio, per chi ha Fede, giustificano e mitigano ogni evento doloroso, collocandolo in un progetto divino più grande e più alto. Avete presente l’inizio dell’ottavo capitolo dei Promessi Sposi, l’addio ai monti? “…Chi dava a voi tanta giocondità, è per tutto; e non turba mai la gioia de’ suoi figli, se non prepararne loro una certa e più grande.”. Ma siamo ancora solo all’inizio della nostra storia, quella che terminerà con il processo di beatificazione di Chiara. Dopo pochi mesi, arriva una terza gravidanza. Stavolta le analisi mostrano che il bambino che è nel grembo di Chiara è perfettamente sano. Tutto bene quindi? No, perché subito dopo Chiara scopre di avere un tumore sotto la lingua. La operano una prima volta, ma non è sufficiente. Avrebbe bisogno di cure più specifiche e invasive, che però metterebbero in pericolo la salute o la vita del suo bambino. Avrebbe bisogno anche di una seconda operazione, più complessa. Ma lei rifiuta tutto. Per lei la vita del suo bambino viene prima di tutto. Anche prima della sua salute e della sua vita. Rifiuta anche di indurre un parto prematuro, in modo che si possa operare il prima possibile. Il 30 maggio 2011 nasce il bambino, bello e sano. Dopo pochi giorni riprendono le cure su Chiara, e finalmente viene di nuovo operata. Ma è ormai troppo tardi. Il tumore si è esteso ai polmoni, ai linfonodi e al fegato. Anche il suo occhio destro è attaccato dal tumore. Ma lei, come si vede dalle foto, non perde mai il proprio sorriso. Ormai non ci sono più speranze di salvare Chiara e, insieme a suo marito, si trasferiscono a Pian della Carlotta, a Cerveteri, nella casa dei suoi genitori. Qui passa le sue ultime settimane di vita. Riesce a resistere fino al primo compleanno del figlio, al quale regala una bellissima lettera d’addio, dove prova a riassumere quello che gli avrebbe insegnato se ne avesse avuta la possibilità. Tra le altre cose scrive: “…Sappiamo che sei speciale e che hai una missione grande, il Signore ti ha voluto da sempre e ti mostrerà la strada da seguire se gli aprirai il cuore… Fidati, ne vale la pena!…”. Muore il 13 giugno 2012, a ventotto anni, a Cerveteri, circondata da amici e parenti. Prima di morire, con gli ultimi respiri, ad uno ad uno dice ai presenti: “Ti voglio bene”. Durante l’incontro a San Martino, i genitori di Chiara hanno proiettato il video del suo funerale, dove le scene si alternavano con quelle del suo matrimonio. In alcuni momenti, quando la bara non era inquadrata, si faceva fatica a capire se si trattasse del funerale o del matrimonio. Le canzoni, gioiose, che risuonavano in chiesa erano le stesse. Il funerale si distingueva perché alla chitarra c’era il marito Enrico. La storia della vita terrena di Chiara Corbella termina qui, ma continua quella, altrettanto straordinaria, della futura Beata Chiara. Il processo per la sua canonizzazione sarà lungo e, naturalmente, con un esito non scontato. Ma se Papa Francesco lo ha sollecitato, un motivo ci sarà…

L’incontro con i genitori

Terminiamo questo articolo con una domanda che abbiamo fatto ai genitori di Chiara durante l’incontro.

Chiara ci ha dato un esempio straordinario. Ma come può una vita straordinaria essere un esempio per le persone “normali”, che hanno tutte vite ordinarie?

“(Il padre) Credo che la risposta sia nell’essere noi stessi. L’errore che non bisogna commettere è quello di cercare di copiare quello che ha fatto Chiara. Ognuno di noi ha una sua storia. Io dico, per esempio, che, pur avendo avuto la fortuna di stare vicino a Chiara per tutti i 28 anni, non ho mai percepito questa sua “eccezionalità”. Perché tutto quello che lei faceva, lo faceva con estrema naturalezza. Noi tutti abbiamo degli idoli, dei riferimenti, ai quali vorremmo assomigliare. Ma non siamo quelli, siamo un’altra cosa, e quindi ci riesce male se gli vogliamo assomigliare. Quindi, banalmente, uno dovrebbe fare quello che si sente. E cercare di farlo al meglio. Bisogna lasciarsi andare, e vivere con gioia. Noi spesso sprechiamo il tempo inseguendo qualcosa che poi non arriverà mai. L’obiettivo si sposta sempre più in là. Godiamo di quello cha abbiamo quotidianamente.

(La madre) Chiara è stata straordinaria, ma nell’ordinario. Lei ha preso tutte le sue decisioni, in coerenza con quello in cui credeva, con quello che aveva interiorizzato nella preghiera e nella parola di Dio. Voleva metterle in pratica ed essere coerente. Lei era una mamma, e come tale ha voluto andare fino in fondo. Essere mamma fino in fondo. Per lei non c’erano alternative.”