LE FARINE DI INSETTI

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Tra etichette e panico, quanto ne sai?

di Alfonso Lustrino

La Commissione Europea, in seguito al parere dell’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), al momento ha ammesso l’impiego di insetti nei prodotti alimentari, in particolare: il grillo domestico (Acheta domesticus), la larva gialla della farina (Larva di Tenebrio molitor), il verme della farina minore (Larve di Alphitobius diaperinus), la locusta migratoria. Questi insetti sono inseriti all’interno di una categoria denominata “novel food”, cioè nuovi alimenti o ingredienti alimentari.

IL PANICO TRA I CONSUMATORI

Trattandosi di cibo evidentemente la notizia ha scatenato il panico tra i consumatori, quindi proviamo a fare chiarezza. Avere un’idea chiara deve nascere non tanto da una presa di posizione dettata da un pur legittimo sentimento di repulsione od attrazione verso un particolare cibo, ma da una conoscenza fondata su ragioni comprensibili e giustificabili. Non si tratta quindi solo di prendere una posizione per l’una o l’altra possibilità, quindi pro o contro insetti, ma di comprendere il senso della questione.

LE MOTIVAZIONI

Partiamo dalla motivazione che hanno spinto i nostri governanti ad intraprendere questa strada. La popolazione aumenta e diminuisce progressivamente la quantità di suolo coltivabile per fenomeni soprattutto antropici (ad esempio urbanizzazione e pratiche agricole intensive. Sembra quindi che questa nuova frontiera della tecnica alimentare possa venire in aiuto all’umanità. Contestarlo da un punto di vista sociale richiede la proposta di una alternativa e l’alternativa esiste. Un primo punto da evidenziare, se prendiamo in considerazione l’Unione Europea, è che Il 70% della superficie agricola è destinata a produrre mangime e foraggio per gli animali invece che cibo per le persone. Solo questo dato oggettivo prova che, riducendo i consumi di carne e le relative coltivazioni per mangimi animali, la situazione potrebbe migliorare drasticamente, senza ricorrere a soluzioni “alternative”. In riferimento alla qualità del terreno lo scopo dovrebbe essere quello di creare sostanza organica nel suolo diminuendo la quantità di anidride carbonica nell’atmosfera e trasformarla in humus per la fertilità del suolo, rendendo il suolo indipendente dalla concimazione chimica. Ciò avviene nelle aziende biologiche e biodinamiche, ma la questione evidentemente non tocca le corde dei nostri governanti che continuano ad incentivare un’agricoltura intensiva.

VALORI NUTRIZIONALI

Per quanto riguarda i valori nutrizionali, gli insetti rappresentano alimenti di tutto rispetto se comparati alle carni. Infatti, il contenuto proteico di locuste e cavallette varia dal 18 al 32%, a seconda della specie. In pratica forniscono proteine paragonabili a quelle fornite dalla carne e dal pesce. Secondo uno studio pubblicato sull’European Journal of Clinical Nutrition, “gli insetti contengono valori compresi tra i 9,96 e i 35,2 grammi di proteine per 100 grammi, contro i 16,8-20,6 della carne”.

SARANNO RIPORTATI SULLE ETICHETTE?

Una domanda frequente è: “Nel caso di utilizzo di derivati di insetti, questi vanno indicati in etichetta?”. La risposta è sì. L’attuale regolamentazione relativa alle informazioni sugli alimenti presenti in etichetta impone l’obbligo di scrivere sempre tutti gli ingredienti. Pertanto, nel caso di utilizzo di derivati di insetti, questi vanno indicati tassativamente sulle etichette dei prodotti. Quanto sopra implica che non è possibile impiegare ingredienti provenienti da insetti senza dichiararne l’utilizzo poiché ciò rappresenterebbe una frode e un rischio per la salute del consumatore. L’etichetta dei prodotti alimentari contenenti derivati di insetti indica che tali ingredienti possono provocare reazioni allergiche nei consumatori con allergie note ai crostacei e ai prodotti a base di crostacei, ai molluschi e ai prodotti a base di molluschi e agli acari della polvere.

INGREDIENTE SANO O DANNOSO?

Un aspetto tragicomico della questione è che la stragrande maggioranza delle persone che si stanno indignando sono più o meno ignare consumatrici quotidiane di cibo con una quantità impressionante di ingredienti dannosi. Ricordiamone solo alcuni: nitriti e nitrati, coloranti, conservanti, aromi chimici, esaltatori si sapidità, carni separate meccanicamente, farine e cerali raffinati, dolcificanti sintetici, grassi transgenici, alcool, zuccheri, glutammato monosodico, OGM ecc. Senza parlare della presenza di pesticidi, concimi chimici e diserbanti. Evidentemente l’utilità di leggere attentamente le etichette, oltre che per controllare la presenza di derivati dagli insetti, deve servire per scegliere prodotti privi di ingredienti oggettivamente dannosi. Oggi si mangia cibo spazzatura e ce la “meniamo” con la farina di insetti!?

SARANNO PRESENTI IN TUTTI I SUPERMERCATI?

Al momento l’unica catena che ha rassicurato i propri clienti sulla totale assenza di derivati di insetti nei propri prodotti è Naturasì. La catena specialista del biologico prende posizione contro i novel food e con dei cartelli nei punti vendita e dei post sui social chiarisce che “Cibo a base di insetti e cibo sintetico non rientrano nei nostri principi di vita e salute”. Pertanto, continua Naturasì, “Porremo la massima attenzione affinché non entrino nei nostri negozi”.

IL NOSTRO CONSIGLIO

Se vogliamo adeguatamente nutrire l’umanità la strada a nostro avviso non è ricorrere a
surrogati del vero cibo e del cibo sano, ma indirizzarsi verso un’alimentazione a base soprattutto di vegetali, limitando la nutrizione a base di prodotti di origine animale in modo che il massimo delle forze nutrizionali sia a disposizione dell’uomo e non usato per nutrire esseri in sua competizione. Una sana agricoltura è in grado di produrre cibo sufficiente per l’umanità e di curare e rigenerare la Terra, ma non per una umanità egoista ed inconsapevole, bensì per una umanità attenta ad un sano equilibrio tra uomo e natura, tra uomo e regno vegetale, tra uomo e regno animale.