27 E IL 28 FEBBRAIO AL TEATRO AMBRA JOVINELLI DI ROMA. RADIO ITALIA è Radio Ufficiale di “Van Gogh Café”
Dopo l’enorme successo riscosso in tutta Italia, arriva a Roma per la prima volta, sul palcoscenico del Teatro Ambra Jovinelli, il 27 e il 28 febbraio, VAN GOGH CAFE’, commedia musicale scritta e diretta da Andrea Ortis, che trae ispirazione dalle opere e dalla straordinaria vita del celebre pittore olandese Vincent Van Gogh.
In occasione della celebrazione dei 170 anni dalla nascita del geniale artista, la MIC – International Company porta in scena una pièce teatrale ambientata in un café chantant parigino di metà Ottocento, nel quale la musica di un’orchestra dal vivo, il canto di un cast d’eccezione, le performance del corpo di ballo prendono vita e colore grazie anche ad emozionanti proiezioni 3D che rendono le opere di Vincent vive e meravigliosamente coinvolgenti. In un’effervescente Parigi di metà ‘800, artisti, letterati, studiosi si incontrano all’interno dei café che, da locali di pura somministrazione e vendita di bibite, si trasformano in centri di grande fermento culturale frequentati da grandi intellettuali ed artisti dell’epoca. Sono i celebri café chantant. Tra gli abituali avventori, gli artisti che segneranno una svolta nel panorama internazionale della storia dell’arte: Vincent Van Gogh, Pierre-Auguste Renoir, Édouard Manet, Paul Gauguin, solo per citarne alcuni. È un’età d’oro e Parigi diventa il modello del divertimento su scala europea.
“Van Gogh Café” è ambientato, appunto, all’interno di un café chantant, locali in cui si poteva anche assistere a spettacoli di musica, canto e ballo dal vivo e racconta la vita di Vincent Van Gogh, secondo uno schema molto originale e coinvolgente.
Van Gogh Café è gestito da Mme Odile (Floriana Monici) suadente e scaltra cantante, che riesce con grande esperienza e polso a dirigere ogni questione pratica ed umana. Nulla si muove che Mme Odile non sappia e voglia. Così musicisti e ballerine, con la complicità del cameriere Luc (Giulio Maroncelli) si preparano al debutto serale provando i brani del repertorio, vivendo le emozioni delle prove, le confidenze da camerino, le competizioni tra ballerine, gli amori dei musicisti. L’equilibrio, però, è rotto da una delle ballerine, Mlle Aline (Chiara Di Loreto) che dimostra splendide doti canore, affronto che Odile non può sopportare. A questo si aggiunge l’ingresso di uno strano avventore M. Louis Philippe (Andrea Ortis) un antiquario venuto in possesso del libro che racchiude la lunga corrispondenza in vita di Vincent Van Gogh con il fratello Theo. Storia che affascina gli abitanti del café, come affascinano le figure e i dipinti di quel libro, nel quale ben presto tutti si troveranno completamente “immersi”.
Il linguaggio si sviluppa su diversi binari che in maniera distinta e connessa portano alla luce l’animo di Vincent, la sua fiducia, i suoi tormenti, ma anche la sua smisurata capacità di amare e sognare. In tal senso la presenza di un’orchestra dal vivo (chitarre, violino, pianoforte, musette, percussioni e contrabbasso), la danza mossa tra le corde suadenti del flamenco o tra quelle contemporanee espressive, l’allestimento visivo con animazioni 3d delle opere di Vincent Van Gogh, che immergono pubblico e interpreti in un ambiente incredibile, danno a questo allestimento ricchezza e impatto emozionale.
“Van Gogh Café” è la storia di uomini e donne, parallele a quella del grande pittore olandese, narrata tra fiducia e cadute, malinconie profonde e gioie debordanti, tra stimolanti amicizie e solitudini feroci. Lo sfondo musicale attraversa il racconto con la raffinatezza e la personalità dei più grandi parolieri e cantanti francesi, Edith Piaf, Charles Aznavour, Mireille Mathieu, Yves Montand per citarne alcuni. “Van Gogh Café” è anime intrecciate, tempi saldati e sovrapposti, binari paralleli, forme espressive molteplici che allargano lo spazio del racconto dando il respiro che la cifra del grande pittore impone. È uno spettacolo felicemente intriso dell’animo inquieto, nostalgico e inguaribilmente solitario di Vincent ma è allo stesso modo pervaso di speranza e desiderio, impastato dello stesso colore del suo creatore, spesso e materico, muscolare, carnale nel suo insofferente, ansioso e travagliato desiderio di vivere.