La racconta Umberto Pasolini, pronipote d’arte, nel suo ultimo film: “Itaca-Il ritorno”. Una rilettura moderna del poema di Omero interpretata da Ralph Fiennes e Juliette Binoche, che si ritrovano insieme sul set, dopo quasi trent’anni.
di Barbara Civinini

Non c’è più l’impari lotta dell’uomo, Odisseo, re di Itaca, con gli dei dell’Olimpo per ritornare nella sua isola dopo il grande inganno di Troia. C’è piuttosto amore, senso di colpa e violenza repressa che s’intrecciano con l’ansia di ricostruire quanto è andato perduto. Questa è la rilettura sopra le righe dell’antico splendido poema greco che Umberto Pasolini – pronipote di Luchino Visconti – propone con “Itaca-Il ritorno”, arrivato in questi giorni in sala.

Anche il tratto tipicamente greco della fisicità è andato perduto con le due star internazionali di Hollywood, che interpretano i personaggi principali di Ulisse e Penelope, Ralph Fiennes e Juliette Binoche, che si ritrovano a recitare insieme, quasi trent’anni dopo “ .
Il paziente inglese”, datato 1996. Insomma, siamo lontani dai tratti da moneta greca di Bekim Fehmiu e Irene Papas, interpreti della miniserie capolavoro del 1968 firmata da Rossi, Schivazappa e Bava, con tanto di lamentazioni fuori campo delle “prefiche”.
La versione di Umberto Pasolini preferisce una rilettura moderna di Omero, il poeta autore dei due massimi poemi epici della letteratura greca, l’”Iliade” e l’”Odissea”, che vuole esplorare le fragilità e le lotte interori dell’uomo. Perché, come spiega il regista, “oggi l’opera di Omero ci costringe a confrontarci con la tragedia della guerra, di chi la combatte e di chi rimane indietro, in una maniera che appare incredibilmente e tristemente attuale”. Secondo Pasolini il cinema non ha mai reso veramente giustizia alla storia del ritorno di questo soldato alla sua terra, a sua moglie e a suo figlio.

Per questo il regista ha preferito concentrasi sulla fine del viaggio, il ricongiungimento familiare del soldato con la moglie e il figlio e non sugli elementi fantastici del suo lungo viaggio nel Mediterraneo, mantenendone soltanto alcuni. Si tratta cioè, come afferma lo stesso Pasolini che ha partecipato anche alla sceneggiatura e alla produzione del film, di un’Odissea della mente, senza viaggi, senza mostri, senza dei, il percorso di una famiglia che trova il modo di riunirsi contro gli ostacoli esterni ma, soprattutto, contro quelli del proprio cuore.

Insomma, Pasolini vuole mostrare l’altra faccia del mito, che sopravvive alla storia, dietro cui si trovano semplici mortali e le loro verità umane, adattando una storia di 3000 anni fa all’immediatezza di un thriller contemporaneo. “Itaca-Il ritorno”, presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public, è una coproduzione Italia, Grecia, Regno Unito e Francia di Picomedia con Rai Cinema e altre case cinematografiche. Il ruolo di Eumeo, il servitore più fedele di Ulisse, anche se nelle sue vene scorre sangue reale, è andato a Claudio Santamaria, David di Donatello come miglior attore per “Lo chiamavano Jeeg Robot”. Con l’impresa del mitico eroe – la notizia è stata annunciata nelle settimane scorse sui social dalla Universal – si confronterà anche il regista britannico premio Oscar Christopher Nolan.