Presso Sala Ruspoli a Cerveteri.
di Alessia Latini
Il dialogo tra i linguaggi espressivi dell’arte, la storia e le origini è ciò che emerge dal percorso espositivo della mostra “Un filo rosso dal Perù all’Etruria” visitabile fino a giovedì 5 giugno presso Sala Ruspoli a Cerveteri.
Un’iniziativa organizzata dall’associazione Intercultura in collaborazione con ENAC (Ente Nazionale Attività Culturali) con il patrocinio di Regione Toscana, Regione Lazio, Consolato Generale del Perù, Comune di Murlo e Comune di Cerveteri.
Dalla pittura alla scultura, dalla grafica alle installazioni, la mostra svela già nelle opere esposte l’intento e la riuscita di un colloquio tra la materia e le sue origini, tradizione e contemporaneità. Avviato con una residenza di quattro artisti peruviani in Toscana, nel comune senese di Murlo, dove è avvenuta una prima esposizione, l’evento è poi approdato a Cerveteri dove, accanto alle creazioni realizzate in residenza, si sono unite le opere di due artiste italiane.
Il percorso espositivo, dove le tinte vivaci di tele e supporti catturano lo sguardo, attinge alla storia, alla leggenda, a figure di remota memoria che la contemporaneità rielabora, accoglie, affianca. Materia, immagini, tinte e linee trovano spazio in questo fluido tragitto al quale ogni artista ha dato una propria, preziosa, impronta. La natura e la sua cura, gli elementi e i loro legami, il mito e il suo tramandarsi sono tra le tematiche affrontate con quelle specifiche chiavi di lettura proprie di ogni autore, ad emergere è infine una definizione composita ed eterogenea in quelle modalità espressive che trovano la loro visibile armonia nel volgere a un concetto di universalità.
Quello di Murlo e Cerveteri si prefigura come il primo di una serie di eventi in cui l’arte assume un ruolo di rilievo in quell’incontro e scambio volti a una connessione tra culture, società, tradizioni diverse e preziose nella loro unicità. A dare origine all’iniziativa l’associazione Intercultura che ha sede nel comune senese e che tende, come spiega il presidente Luca Fortunati, all’inclusione sociale.
L’intento è quello di promuovere una socialità più ampia, aperta e condivisa, stimolando soprattutto nei giovani il desiderio di confrontarsi con ciò che è “altro da sé”, per rafforzare consapevolezza, fiducia e identità personale si legge nella presentazione del progetto. “Penso che uscire dalla propria zona di comfort sia importante, soprattutto per i giovani” illustra Fortunati evidenziando il ruolo che l’arte può ricoprire in questo. È così che il dialogo interculturale tra artisti di diverse provenienze può creare occasioni concrete di incontro e scambio attraverso residenze, laboratori, esposizioni ed eventi aperti al pubblico.
Tra i prossimi obiettivi dell’associazione quello di aprire una sede espositiva e formativa anche in Sudamerica che ospiti artisti italiani. Presente, in questa prima iniziativa in Italia, Andrea Alvarez che, spiega Fortunati, si occuperà di una nuova fase del progetto: “In funzione del mandato che abbiamo ricevuto da Enac per lo sviluppo di programmi da e per il Sudamerica, lei si incaricherà della parte sudamericana”.
A rappresentare l’Enac, in qualità di responsabile del dipartimento arti visive, Silvia Filippi: “L’Enac è un ente di promozione sociale che lavora attraverso una rete di persone, di associazioni che promuovono percorsi culturali, sociali che abbiano delle ricadute economiche da un punto di sostenibilità della rete” spiega. “Non parliamo di sostenibilità prettamente ambientale, ma una sostenibilità che sia economica, sociale e naturale, quindi anche ambientale ma con questa logica dei tre perni su cui si tiene la sostenibilità”.
Fino al 5 giugno, presso le sale di piazza Santa Maria a Cerveteri saranno visibili le opere di: Muriel Erquínigo, Mariana Santistevan, Mónica Moscol Cifuentes, Jorge Pérez-Ruibal, SOS, Artalo.
Per l’intera durata del periodo espositivo attive anche visite guidate alle bellezze del territorio, curate dalle associazioni Intercultura e RiArtEco.