UMIDITÁ E CALDO, A PAGARE SONO I CARCIOFI: -30% A LADISPOLI E CERVETERI

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I FUNGHI PATOGENI ATTACCANO I BOSCHI

I funghi che attaccano i raccolti. Altri che non risparmiano le piante dei boschi. Malattie diverse con un comun denominatore: far morire le piante. L’allarme scatta anche sul territorio dove il cambiamento climatico sta creando danni non indifferenti nel comparto agricolo. «Abbiamo perso più di metà raccolto.

L’umidità di questi mesi e il caldo hanno mandato all’aria tutti i nostri sacrifici colpendo un simbolo di questo territorio come il carciofo». Lo sfogo è di un contadino dei Monteroni, a Ladispoli, dove si contano i danni nelle rispettive piantagioni. A farne le spese verdure e ortaggi, in primis i carciofi colpiti dalla sclerotinia, una malattia che prende forza dal caldo e l’umidità concentrati nello stesso periodo. E a ottobre e novembre le temperature sono state tutt’altro che favorevoli allo sviluppo delle piante.

Si tratta poi di funghi patogeni che crescono rapidamente nel sottosuolo attecchendo la radice e bruciando tutto il resto. Stanno diventando secchi prima della tabella di marcia poiché il terreno non riesce ad asciugarsi in tempo. Nel 2025 la Sagra del Carciofo di Ladispoli, l’evento più atteso dell’anno, arriverà alla sua 72° edizione. La categoria in fondo non teme per i prelibati ortaggi che usciranno in primavera, semmai per quelli più precoci in vendita già nei prossimi mesi.

«Purtroppo questa situazione climatica non ci voleva ad ottobre e novembre – parla anche Angelo Leccesi, coltivatore ed ex delegato all’Agricoltura di Ladispoli – in questa zona sono state piantati carciofi romaneschi e quelli tipici del territorio. Il terreno è stanco e la sclerotinia se ne approfitta. Vedremo alla fine quanto saranno le perdite però posso dire che sono sostanziose».

La stima si riferisce ad un 30% in meno ma in certi casi si arriva fino al 40. Non sono stati risparmiati nemmeno i cugini etruschi. La famiglia Virtuoso a Cerveteri solitamente produce circa 200mila carciofi l’anno. «La nostra carciofeta – è quanto detto da Fabrizio – è stata aggredita in modo pesante. Direi che la perdita supera il 30% abbondantemente».

Ora invece fanno paura le gelate previste solitamente a dicembre e gennaio. L’appello viene raccolto dalle istituzioni. «La situazione effettivamente nelle migliori – sostiene Riccardo Ferri, assessore alle Politiche agricole del comune di Cerveteri – i contadini stanno pagando dazio per l’eccessivo caldo in questi mesi. L’agricoltura è un fatto ciclico e purtroppo non ci sono fondi per calamità naturali di questo tipo. Almeno la produzione di olio è andata bene a differenza di altri anni». Si attivano le associazioni di categoria.

«Stiamo vedendo tutto quello che accade in Italia e anche oltre i confini nazionali – dice Biagio Camicia, presidente di Consumatori Italiani più Forti Ladispoli-Cerveteri – e le temperature anomale stanno rovinando la nostra agricoltura. Sarebbe opportuno anche per questo intervenire istituendo un fondo risarcimento di emergenza riservato ai produttori locali. La crisi energetica, i rincari sulla nafta e sulle materie prime, di questo passo ci sarà un crollo che penalizzerà tutti, dal produttore al consumatore perché in fondo è una catena».

Le aree verdi. Non solo campi agricoli nella morsa di “ospiti indesiderati”. Un esempio su tutti è il bosco di Valcanneto dove gli alberi continuano ad essere attaccati, e alcuni crollano mettendo per altro in pericolo i passanti e i bambini delle scuole, come denunciato da Ugo Menesatti, presidente dell’associazione “Amici del Bosco” che ha messo sotto accusa l’amministrazione comunale per non essere corsa ancora ai ripari.

A certificare la malattia nel polmone verde era stato il noto naturalista e zoologo del comprensorio Antonio Pizzuti Piccoli che aveva individuato anche altre criticità nell’area verde di Valcanneto. Si tratta in particolar modo della Biscogniauxia, un fungo patogeno tra l’altro molto aggressivo in periodi di siccità. Analoga sorte per il bosco di Ladispoli che è addirittura chiuso da un anno e anche qui non mancano le polemiche dei cittadini.