TRUFFATA AL BANCOMAT E DERISA: “SEI TU CHE LAVORI PER ME”

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Anche una donna ladispolana che aveva messo in vendita il suo mobile è finita in trappola. Una finta acquirente l’aveva contattata ma invece di incassare i soldi la vittima le ha ricaricato la carta. Indagini dei carabinieri. 

 

“Sei tu che vai a lavorare per me”. Oltre il danno, pure la beffa. L’acquirente ha truffato il venditore on line e poi si è presa gioco della sua vittima con messaggi a dir poco provocatori: “Potessi solo immaginare quanti soldi prendo al giorno”, è il secondo sms partito sul numero di telefono della raggirata. Ma andiamo ai fatti avvenuti. Una donna di Ladispoli si è recata dai carabinieri della caserma di via Livorno per presentare una denuncia contro ignoti. “Eppure ho avuto a che fare con una voce dolce e femminile con accento nordico, mi aveva messo subito a mio agio. Ha detto di chiamarsi Anna”, è il racconto fornito ai militari.

La vendita. La signora aveva deciso di mettere in vendita su internet un mobile antico al prezzo di 250 euro e dopo pochi minuti era stata contattata dalla fantomatica Anna desiderosa di effettuare l’acquisto e concludere presto l’affare. “Questa donna mi ha subito dato delle istruzioni per farle risparmiare le spese di spedizione e io l’ho seguita recandomi allo sportello bancomat nel centro della città”, prosegue nella sua testimonianza.

E’ qui che si è concretizzato il tranello. La venditrice, che in quel momento si trovava proprio davanti allo sportello bancario, ha ricevuto una chiamata in cui le è stato detto (da Anna) di inserire il bancomat, selezionare il circuito di pagamento e poi premere l’opzione “ricarica”.

Attenzione però a questo sistema assodato e criminale. In molte zone di Italia è andato a buon fine in quanto ha consentito al falso acquirente di farsi accreditare l’importo sulla sua Postepay e di intascare illecitamente i soldi. In che modo? L’acquirente falso ha comunicato al venditore un numero di carta da inserire affermando che si trattasse del numero dell’ordine del prodotto. Al venditore poi è stato chiesto di digitare un codice che in realtà si è poi rivelato l’importo accreditato, di 500 euro, sulla prepagata della balorda. “Pensavo di aver eseguito l’operazione spingendo il tasto cinque e due volte zero, e invece ho effettuato la transazione di pagamento di 500 euro a questa finta Anna. Le ho chiesto spiegazioni, le ho detto che mi stavo rivolgendo ai carabinieri e mi ha anche risposto in quel modo brutale sostenendo di non essere così stupida ad intestarsi il numero di telefono e la carta”, è il commento amaro della vittima.

Le indagini. Di sicuro ci può essere inesperienza nel farsi cogliere impreparati a fronteggiare gente addestrata, e quindi abile a manovrare psicologicamente i malcapitati e confonderli facilmente. D’altro canto non si può stare mai tranquilli perché la donna ladispolana non è la prima e ultima ad essere finita nella rete dei ladri. “Spero che la mia storia possa essere di esempio e da monito per tutti affinchè si faccia attenzione a trattare con sconosciuti”.

I carabinieri di Ladispoli si sono messi già in moto per tentare di risalire ai truffatori, soprattutto attraverso l’intestatario della carta prepagata utilizzare per mettere a segno la frode.