Tra un’americanata e un’altra

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di Angelo Alfani

agronomimaestre-e-geometri-dellenteAncora quarantotto ore, poi i bussolotti per infilare la nostra croce saranno dissigillati sotto gli occhi vigili di veterani scrutatori. Il futuro della Costituzione, il rischio di tirannidi mascherate, le sorti della nostra economia, la possibilità (o il rischio di perdere) nuovi posti di lavoro, la nostra indipendenza da Bruxelles ladrona, il killeraggio di figli e nipoti: tutto nelle nostre mani.

Tali americanate, con cui abbiamo convissuto nelle ultime tredici settimane, continueranno anche dopo la conta, come non dubito che la decadenza economica e morale, l’aumento dei miserabili, le richieste di aiuto da parte della generosa ed anonima Caritas tenderanno a crescere, al di là dell’esito del voto.

Prendo spunto da questa ennesima conta nazionale per riportare due documenti risalenti invece alle elezioni comunali cervetrane del maggio 1956, a dimostrazione di come l’approccio al voto fosse del tutto simile a quanto stiamo vivendo col Referendum.

Il primo documento-accusa risale a pochi giorni prima del voto ed è una denuncia forte da parte della   prima lista civica di destra, antesignana di tante altre susseguitesi nel nostro territorio.

Scrivono i responsabili della lista civica Cerveteri:Ci giunge notizia che alcuni galoppini dell’Ente Maremma (pagati col pubblico denaro) vanno esercitando, per conto della Democrazia cristiana, un’azione intimidatrice e ricattatoria nei confronti degli Assegnatari. Essi sostengono che se la D.C. non vince le elezioni il Governo non porterà a termine la Riforma e gli Assegnatari verranno espulsi dai poderi. A questi venditori di fumo noi rispondiamo pubblicamente che la loro azione è vile ed illegale. è vile perché in ogni caso ricattatoria; è illegale perché l’Ente Maremma è disciplinato da una legge dello Stato che nessun Segretario D.C. è autorizzato a modificare. è inoltre immorale perché l’Ente Maremma, essendo finanziata con denaro pubblico, non è appannaggio di alcun partito.

ASSEGNATARIO, per le ragioni di cui sopra, contro il ricatto democristiano, per il progresso nella libertà della nostra Cerveteri vota con tranquillità e coscienza.”

Riporto anche stralci di un articolo uscito su l’Unità nel giugno del 1956, terminati da poco gli scrutini che assegnarono il Comune ai rossi.

Titola l’Unità:

“Un funzionario dell’Ente dopo tre anni si costruisce una villa da sedici milioni” e prosegue: “Gli alti funzionari dell’Ente Maremma percepiscono elevatissimi stipendi di 150, 200, 238 mila lire al mese, oltre gli assegni famigliari. Assistiamo così ad assegnatari che firmano cambiali per centinaia di migliaia di lire per far fronte agli ingenti debiti contratti con l’Ente per le anticipazioni e per opere meccaniche ed a funzionari che alla fine del mese prendono troppo.

L’Assegnatario Nicola M., pur vendendo il raccolto di un intero anno, resterebbe con un debito di quaranta mila lire. Il dott. A., dirigente del centro di colonizzazione di Cerveteri per soli tre anni, invece ha potuto costruirsi una villa ed acquistare area edificabile in via Flavia a Ladispoli. Noi non siamo certo contrari a che un funzionario dell’Ente acquisti… ma restiamo perplessi…”

Siamo ancora alle camionate di parole sugli irragionevoli stipendi dei papaveri e sul galoppinaggio di funzionari pubblici: il voto come scusa per riproporre i luoghi comuni del governo e dell’opposizione, immutati nonostante il trascorrere del tempo!?

Confido comunque che la tramontanina che sta rendendo crestate le onde e scuote le penne dei palmizi, piegandone il collo spiumato, liberi anche la testa dei Cittadini.