Terni, sabato 7 dicembre un incontro per far conoscere ai più piccoli la storia “dimenticata” dell’Umbria e dell’Italia centrale

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Presso lo Spazio Jolab lettura e laboratorio creativo attorno al libro  Filippo, il principe Atepu e il drago” di Federica Padella, un racconto per l’infanzia ispirato alla storia degli Umbri-Naharki.

di Andrea Macciò
Sabato 7 dicembre a Terni presso lo Spazio Joylab nel quartiere di San Valentino, arriva un interessante evento per far conoscere ai più piccoli aspetti della storia locale di Terni, dell’Umbria e dell’Italia centrale ancora oggi scarsamente conosciuti e trattati nei programmi scolastici.
È prevista una lettura e un laboratorio creativo attorno al libro di Federica Padella “Filippo, il principe Atepu e il drago” condotto dalla stessa autrice con la partecipazione speciale del Professor Alessio Zenone.
L’evento è promosso dall’Associazione Umru e dall’Associazione Ipogeo San Valentino in collaborazione con Italus edizioni, la cooperativa sociale Actl e lo spazio Joylab che organizza varie attività destinati a bambini, giovani e adulti negli spazi dell’ex scuola materna davanti alla Basilica di San Valentino in Via Papa Zaccaria 17, Terni.
Lo spazio Joylab
Joylab è uno spazio educativo, culturale, aggregativo e di vita comunitaria presso l’ex scuola materna di San Valentino, con la concessione in uso da parte della Provincia Romana di Carmelitani Scalzi costituito nel 202 grazie a un progetto di rigenerazione urbana e di riqualificazione del quartiere di San Valentino promosso dall’ATI tra Coopsociale Actl, la parrocchia di San Valentino e l’Associazione Noità APS, aperto alla collaborazione con altre associazioni e realtà del territorio.
La Basilica di SAn-Valentino e lo spazio Joylab, Ph. Andrea-Maccio
Nel primo anno di attività sono state promosse iniziative negli spazi interni ed esterni, saranno legati alle arti come pittura, fumettistica, fotografia con corsi e organizzazione di mostre artistiche, musica, aiuto compiti, corsi di ginnastica, prevenzione, formazione e benessere della persona.
Un contributo significativo alla rinascita del quartiere dedicato al Santo patrono, uno dei luoghi più antichi della città dove anticamente sorgeva il borgo dedicato, secondo alcuni storici, alla Dea Valentia.
Da alcuni mesi presso il Joylab è nato il “Club del Libro” su iniziativa dell’associazione San Valentino.
Il libro: Filippo, il principe Atepu e il drago
 Filippo, il principe Atepu e il drago” è un racconto per l’infanzia ispirato alla storia degli Umbri-Naharki: racconta la storia di un bambino, che dopo aver ritrovato una strana statuetta nel suo giardino, si trova a vivere un’emozionante avventura tra sogno e realtà.
Un viaggio indietro nel tempo, in un’epoca così remota della quale oggi sembra essersi persa la memoria.
Nel suo viaggio incontra un altro bambino come lui, che si rivela essere Atepu, principe di Ur Aital e del popolo degli Umbri Naharki.
Atepu gli chiede aiuto per salvare Ur Aital e il suo popolo, quello dei Naharki, da un misterioso pericolo.
In cammino verso le “montagne sacre” del suo popolo, giungono a una fonte nella quale evocano il drago, che simboleggia il Thyrus, il “serpente alato” la chimera metà serpente e metà drago simbolo della città di Terni.
Il Thyrus, a lungo ritenuto un’allegoria della malaria, oggi da molti studiosi è considerato un’eredità della cultura degli Umbri Naharki e dei culti pagani che professavano. Tra le ipotesi c’è quella che nell’iconografia originaria il Thyrus fosse rappresentato come un’oca stilizzata, simbolo del culto della Dea Madre officiato sia dagli Etruschi che dagli antichi Umbri del VII sec. A.C.
Oggi, dopo l’inaugurazione dell’imponente opera dedicata al “drago” in Largo Filipponi, il Thyrus è diventato un simbolo dell’anelito alla rinascita della città.
 Il drago, emerso da una roccia, si trova ad ingaggiare sopra la “montagna sacra” che possiamo identificare nel Monte Torremaggiore, una furiosa battaglia con una Lupa, simbolo di Roma e della sua cultura: il drago avrà la meglio, e al risveglio Filippo, incerto se aver sognato o aver vissuto tutto questo davvero, avrà chiara qual è la sua missione: salvare dall’oblio il popolo degli Umbri-Naharki e la sua cultura, raccontandone la storia.
Il “grande pericolo” che minacciava il popolo di Atepu era quello di essere dimenticato per sempre dalla storia e dagli odierni abitanti dell’Umbria.
Un racconto che avvicina i più piccoli alla storia locale, che affonda le radici in tempi antichissimi e alla coscienza storica, e sviluppare in loro il “sentimento della natura”, l’attenzione, il rispetto e la curiosità verso il territorio umbro e il suo ricco patrimonio naturale.
Nelle illustrazioni, è possibile riconoscere la rappresentazione delle montagne che dominano l’Umbria meridionale, dal Monte Spergolate al Monte Torremaggiore.
La narrazione è intrecciata di elementi simbolici che rimandano, come una caccia al tesoro, alla cultura degli antichi umbri, dalla statuetta trovata da Filippo che rappresenta il “guerriero furore di luce” allo “scettro dei principi” impugnato da Atepu, dal cippo carsulano che i due bambini sorvolano in groppa al drago, dalla statuetta del guerriero a cavallo alle montagne sacre degli antichi umbri.
Un racconto breve, che punta a stimolare la curiosità dei bambini verso una parte di storia centrale per l’identità locale, da molti anni dimenticata e assente dai programmi scolastici, la coscienza ecologica e l’attenzione all’ambiente nel quale vivono.
Con questo libro l’autrice Federica Padella mette assieme due dei suoi grandi interessi: la letteratura per l’infanzia, alla quale si è appassionata dopo la nascita dei suoi figli, e la storia e l’identità locale, e in un lavoro molto interessante per appassionare i più giovani alla storia e all’identità locale dell’Umbria, della città di Terni e dell’Italia Centrale.
Il libro è arricchito dalle suggestive illustrazioni di Consuelo Venturi, artista nata a Spoleto e attualmente residente a Terni, iscritta dal 2023 all’associazione Thyrus e che ha esposto in numerose mostre personali e collettive, compreso il Festival CavouArt che si è svolto a Terni in autunno e la collettiva che si è svolta presso il PalaSi di Piazza della Repubblica nel febbraio 2024.
Il critico d’arte Mario Salvo ha definito “iperrealista” il suo stile, che ritroviamo anche nelle pagine del libro, e che l’autrice sperimenta oggi sia attraverso la pittura tradizionale che attraverso la pittura digitale e la digital art.
 L’autrice
Federica Padella è nata nel 1983 a San Severino Marche, è laureata in Lingue e Letterature Straniere all’Università di Perugia e lavora da dieci anni nel mondo del turismo. Con la nascita dei figli Francesco e Filippo ha iniziato a interessarsi di letteratura per l’infanzia.
Federica Padella

Dal 2022 collabora come responsabile dell’organizzazione di eventi con l’associazione di promozione sociale Umru, che si occupa di ricerche e studi sulla storia e cultura della civiltà umbra.

Dagli incontri e dal lavoro nell’associazione è nata l’idea di avvicinare anche i più piccoli alla storia locale attraverso il racconto per conservarne la memoria, fondativa dell’identità cittadina e locale ancora oggi.