TERAPIA TERMALE PERSONALIZZATA

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acqu termale

Le acque curative (sinonimo frequente di acque termali) sono quelle che, per le loro caratteristiche chimiche o chimico – fisiche, sono in grado di esplicare un’attività farmacologica utilizzata in ambito sanitario per la prevenzione, cura e riabilitazione di stati di malattia (G. Agostini – Manuale di Medicina Termale. Archimedica Torino 1997).

A mio avviso l’idrologia medica (o cronoterapia) non ha ricevuto, nel corso dei secoli, una corretta reputazione scientifica. Tutto ciò nonostante l’impiego di attrezzatissimi stabilimenti termali ove vengono praticati trattamenti cronoterapici sia per via interna (bilite) che soprattutto per via esterna (bagni, fanghi, irrigazioni, inalazioni, docce nasali, antroterapia).

Come già scrissi nel giugno del 1999 (Ercoli A. Doctor. Ed. Ariete Salute Minano n.10) i migliori risultati clinici sono possibili solo prendendo in esame le caratteristiche dei due veri soggetti del trattamento medico: l’acqua e il malato. E’ solo l’incontro tra queste due realtà che può portare a miglioramenti e remissioni sintomatologiche nelle malattie croniche e a sbalorditive guarigioni in quelle acute. Nelle acque termali sono concentrati dei sali minerali dotati di spiccate azioni farmacologheSi devono distinguere le acque in: sulfuree; carboniche; arseniche e arsenicali ferrose; salse, salsobromoidiche; radioattive.

Gli studi condotti dal sottoscritto per circa 8 anni presso le terme della “Ficoncella” (Civitavecchia) e anche sporadicamente in altri noti centri termali italiani (Saturnia, Bertinoro, Cotilia, Bagnaccio, Stigliano, Tivoli, Lucca, Ischia, Pejo etc) mi hanno portato ad ipotizzare una stretta correlazione tra costituzione del paziente (carbonico, sulfurica, muriatico – fosforica, luesinica) e acque termali, tale da consigliare una vera e propria personalizzazione terapeutica.

A ciascuno la propria acqua, secondo un principio naturale del curare il simile con il simile. Acque sulfuree: si distinguono in solfato – sodiche (es. Montecatini), solfato magnesiche (es. bagni di Lucca), solfato calciche.

Nello studio condotto su circa 800 soggetti presso le terme della Ficoncella di Civitavecchia (le vecchie terme di Traiano) ho fatto analizzare le caratteristiche di queste acque. Si tratta di acque solfato – calciche lievemente alcaline dotate anche di un basso grado di radioattività (una sorgente termale gemella si trova in Giappone). Ho registrato che soggetti di costituzione carbo – sulfurica, muriatico – sulfurica e soprattutto sulfurica pura ottenevano particolari benefici nelle forme croniche di carattere artrosico (osteoartrosi degenerativa cronica, alcune forme di artrite cronicizzate) e di pertinenza dermatologica (es. psoriasi), anche resistenti ai comuni trattamento della terapia convenzionale.

Il soggetto sulfurico è caloroso, accentratore, forte, di grande appetito, coinvolgente, a volte anche invadente. Ho anche statisticamente constato che queste acque sulfuree portavano a guarigione, in tempi rapidi, anche tipologie ben diverse anche in malattie acute di pertinenza chirurgica (piaghe, ferite, ascessi, piorrea ecc.), ginecologiche e ORL. Evidentemente nelle forme acute il meccanismo d’azione dei mineralizzatori presenti nell’acqua è ben diverso da quello delle forme croniche.

Acque arsenicali o arsenicali ferruginose. Sono particolarmente indicate nei soggetti magri, astenici, eretistici – ansiosi, che presentano forme dermatologiche “secche”, non umide, trasudanti. Tali acque si trovano soprattutto in Trentino (Levico, Pejo, Vetriolo, Rabbi). Purtuttavia ho constatato che sono anche presenti nel Viterbese (Bagnaccio) e possono avere le stesse proprietà.

Acque salso – bromo – iodiche. Contengono mineralizzatori a base di bromo e di iodio. La presenza dello iodio distingue queste acque da quelle della categoria precedente (arsenicali), in quanto sono benefiche nelle tipologie magre ma steniche (forti), muriatiche e sulfuriche iodate, con forme dermatologiche “secche” (pertanto clinicamente simili a quelle arsenicoli ferruginose). E’ ben noto che lo iodio è assai utile nelle forme infettive acute ed è in grado di riattivare anche dermatosi torpide stimolando il focolaio infettivo focale e portando alla guarigione. In Italia ricordo le acque salso – bromo – iodiche della Campania (Ischia, Castellammare di Stabia) e quelle di Salsomaggiore, Porretta, Acqui e Monticelli.

Acque carboniche. Sono acque che contengono almeno 300 cc di CO2 libera per litro. Le acque bicarbonate del tipo Uliveto, Sangemini, Recoaro, Saint Vicent grazie all’ alcalinizzazione del bolo alimentare facilitano l’azione dei succhi pancreatici e permettono, se assunte per via orale, una digestione ottimale. Ciò specie nei soggetti carbonici (lenti, riflessivi, freddolosi,ottimi mangiatori con eccesso ponderale). Queste acque invece, durante i bagni, hanno un’azione specifica sul circolo periferico: la CO2 liberata porta ad un’intensa vasodilatazione con riduzione dei valori pressori, sia della massima che della minima, con una riduzione della pressione arteriosa attorno ai 10 mmhg. Si sono rivelati utili anche nelle alterazioni postflebitiche del circolo venoso, nelle vene varicose (purchè non siano calde).

Acque radiattive. Contengono minerali di Radio, in particolare il Radon, che strappano alle rocce in cui scorono queste acque. Le emanazioni del Radon agiscono solo nell’acqua che viene a contatto con la cute, non sono dotate di capacità di penetrare in profondità. Per questo motivo il gas ha uno spiccato tropismo sul sistema nervoso periferico (ma anche centrale) esplicando un’azione analgesica e sedativa. La cronassia del nervo sciatico e di quello crurale aumenta fino ad un valore doppio rispetto all’inizio del trattamento (G.Agostini – op. cit.).

In Italia le acque radioattive più conosciute sono quelle delle Terme di Lurisia e Merano. Meno note sono quelle della “Ficoncella” (Civitavecchia. Antiche Terme di Traiano) che pur essendo solfato – calciche contengono una giusta e fisiologica dose di radioattività.

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