TEATRO: “LA VALIGIA DELL’ATTORE” AL TEATRO VANNINI IL 19 E 20 MARZO 2022 

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CON LO SPETTACOLO “QUESTA TERRA UN GIORNO SARÁ BELLISSIMA”, SCRITTO E DIRETTO DA LEONARDO IMPERI.

Uno spettacolo che narra 50 anni di storia di lotta alla mafia, nello specifico la narrazione parte dall’intervista di Mario Francese a Ninetta Bagarella e termina indicativamente con la trattativa StatoMafia. Il 19 e 20 marzo 2022 al Teatro Vannini a Ladispoli la compagnia teatrale “La Valigia dell’Attore” porta in scena lo spettacolo dal titolo “Questa Terra un giorno sarà bellissima” scritto e diretto da Leonardo Imperi e interpretato dagli allievi. Quindi sul palco avremo attori dai 15 ai 30 anni alle prese con una prova enorme. “Ho scelto per i personaggi buoni una calata siciliana, mentre per i cattivi un siciliano stretto. Inoltre, i ragazzi sono impegnati su più fronti per sottolineare l’aspetto camaleontico del fenomeno mafioso. Lo spettacolo prosegue nei giorni seguenti negli istituti scolastici, a partire dalla Corrado Melone.

strage di Capaci
Allievi della scuola teatrale e cinematografica “La Valigia dell’Attore” a Ladispoli

“Abbiamo scelto la data del 19 pur sapendo che coincide con la festa del Patrono di Ladispoli in quanto il 21 marzo ricorre la giornata nazionale in memoria delle vittime di mafia”, spiega Imperi. Un testo importante scelto in occasione del trentennale delle stragi di Capaci e di Via D’Amelio, dal quel maledetto 1992. Avevo 11 anni – prosegue l’autore – e ricordo esattamente dove ero quando è arrivata la notizia della strage di via D’Amelio. Quell’estate lessi “Cose di Cosa Nostra” scritto da Giovanni Falcone insieme a Marcelle Padovani. In questo libro il giudice racconta tutte le vicende di Cosa Nostra, tanti dettagli di quello che fu l’interrogatorio di Buscetta condotto nell’84. La lettura ha destato la mia attenzione, sviluppatasi nel tempo.

Strage di Capaci
Nella teca ciò che resta dell’auto dove viaggiava Giovanni Falcone, la moglie e l’autista Costanza colpita dall’autobomba nel 1992

Obiettivo dell’opera è quello di celebrare la memoria di tutte le vittime di mafia, Falcone e Borsellino sono state le due figure di spicco di questa lotta ma non le uniche, vanno ricordate tutte. Valerio, 30 anni interpreta Peppino Sammarco, uno dei sopravvissuti. Un agente di scorta è pronto a dare la vita per la personalità che protegge, sopravvivere a una strage per queste persone è una sorta di condanna in quanto paradossalmente per noi, non per loro, vivono con un rimorso enorme. Lui che quel giorno non prestava servizio perché il 28 aprile, circa 20 giorni prima, si era rotto la caviglia, era in malattia ma molto spesso andava a prendere il giudice Falcone all’aeroporto e faceva quel tratto di strada, tanto è vero che più volte ha raccontato che una sua paura era quella che l’attentato sull’autostrada non lo facessero all’altezza di Capaci ma dentro una galleria e che quindi venissero sotterrati dalla montagna. In realtà non fu così la mafia decise di colpire altrove all’altezza di Capaci in questo condotto che attraversava l’autostrada andarono a mettere 500 kg di tritolo e dalla collinetta Giovanni Brusca azionò il telecomando che fece saltare il dispositivo.

strage di Capaci
Colonna – Quarto Savona quindici – i resti dell’auto esplosa a Capaci dove viaggiavano gli agenti di scorta del giudice Falcone

L’autobomba ha centrato l’auto che precedeva quella del magistrato dove viaggiavano gli agenti di scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. E sono stati sbalzati a 300 metri di distanza, in un campo e di quella macchina è rimasto veramente poco e niente.

Il giudice Falcone e la moglie in un altra vettura morirono mentre l’agente di scorta che viaggiava con loro, l’autista Costanza, che quel giorno non guidava perché Falcone era solito guidare quando la moglie era in sua compagnia, era seduto sul sedile posteriore, è sopravvissuto. Dai suoi racconti dice di vivere con un enorme dolore. Un sopravvissuto c’è stato anche alla strage di via D’Amelio, l’agente di scorta Vullo, lui non era sceso dalla macchina perché stava facendo manovra, mentre gli altri agenti sono rimasti coinvolti nell’esplosione con il giudice.

Ma la lotta alla mafia nasce prima, lo spettacolo ricorda anche le storie di quei personaggi che hanno contribuito a raggiungere alcuni risultati: dall’intervista a Ninetta Bagarella quando ancora non era sposata con Totò Riina, fatta dal giornalista Mario Francese che scriveva per il Giornale di Sicilia, ucciso proprio dal fratello di Ninetta Bagarella, Leoluca Bagarella. Francese fu il giornalista che denunciò le infiltrazioni della mafia negli ambienti politici e nella gestione degli appalti, denunciò tutto quello che si nascondeva dietro la costruzione della diga Garcia, costruita su dei terreni espropriati ai contadini con la violenza, con il ricatto e che la società che gestiva la situazione, la Risa, era riconducibile a Riina Salvatore. Evidenziando come queste persone facessero tutto alla luce del sole. Cosa Nostra decise la sua morte il 26 gennaio 1979.

strage di Capaci
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, il 21 marzo – la giornata dedicata alla memoria delle vittime della mafia

Non sono morti invano. “Non a caso la scelta del titolo “Questa Terra un giorno sarà bellissima”, tratto da un’espressione di Paolo Borsellino, convinto che un giorno la Sicilia diventasse una terra bellissima e per poterlo fare era necessario andare a diffondere una speranza, una parola diversa. Bisognava combattere l’omertà, bisognava andare contro a chi voleva, attraverso la paura, rendere la Sicilia schiava. Oggi a Palermo in molti denunciano, 40 anni fa non era così, è grazie al sacrificio di queste persone che molti non abbassano la testa, come Libero Grassi ucciso nel 1991 sotto casa per aver denunciato la richiesta del pizzo. La mafia ha ucciso le persone ma non ha estirpato le radici della pianta che rappresentavano e questa pianta oggi è cresciuta.

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