Taglio bosco Guardiole: aumenta il rischio idrogeologico

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Un altro scempio ambientale a S. Marinella.

Dopo centinaia di alberi capitozzati nella Riserva Naturale di Macchiatonda e la distruzione della garzaia di aironi guardabuoi alla foce di Castelsecco, ora assistiamo al taglio del bosco delle Guardiole. Tanto più grave in quanto in Zona di Protezione Speciale e nell’area forse più pericolosa dal punto di vista idrogeologico.
È previsto il taglio di 20 ha di bosco (un’area imponente), nel versante sinistro del Ponton del Castrato, fosso dove ci furono vittime nell’alluvione dell’81 e dove l’ISPRA (Istituto superiore per la ricerca e protezione dell’ambiente) ha previsto il rischio di vita di 250 abitanti per un fenomeno alluvionale simile a quello già avvenuto.
Per questo motivo il Comune ha ricevuto un finanziamento di più di 3 milioni di euro per la messa in sicurezza del territorio. Con tali finanziamenti proprio il Sindaco ha inaugurato poche settimane fa le vasche di laminazione costate 2 milioni di euro. Tra gli interventi sono previste ripiantumazioni dei versanti collinari del nostro comune.
Eppure sui versanti del fosso con maggiore pendenza, dove il corso d’acqua entra in una specie di gola, viene autorizzato dal Dipartimento Ambiente della Città Metropolitana il taglio del bosco che lo riveste. L’autorizzazione consta di una VINCA (valutazione di incidenza ambientale) che viene redatta dai tecnici della “Città Metropolitana”. Ma dato che il bosco non aveva subito turni di taglio (l’ultimo taglio prima della II guerra mondiale) poteva essere ritenuto in riconversione naturale ad alto fusto; inoltre: considerato il rischio idrogeologico intervenuto, le costose opere di laminazione appena realizzate proprio ai piedi di quel tratto di bosco e le piantumazioni previste su quelle stesse colline, chiediamo cosa i valutatori abbiano valutato. Il valore acquisito da quel bosco è evidentemente maggiore del valore del suo legname da ardere.
Chiediamo perché il Sindaco e il Delegato all’ambiente non abbiano manifestato nessuna contrarietà nel venire a conoscenza dell’intervento quando sarebbero potuti intervenire con lo strumento dell’indennizzo per il mancato taglio, sicuramente più economico che ripiantumare 20 ettari di bosco e dragare le vasche di laminazione quando saranno invase dai detriti portati dalle acque che quell’acclivio nudo produrrà. Città Metropolitana ha proceduto con una superficiale valutazione mentre il Comune di S. Marinella ha lasciato da parte il rischio dei cittadini della zona Alibrandi, letteralmente tagliando il ramo su cui sono seduti.
Dopo l’inaugurazione delle vasche di Ponton del Castrato ci chiediamo se l’opera, rimasta incompleta, sia caduta nel dimenticatoio: a quando i rimboschimenti? Le paratie elettrificate? Il collaudo dell’opera? La modifica del PAI? L’attesa, iniziata nel 2018, sembra destinata a protrarsi.