“Sulla Via degli Etruschi”

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1982

Grande successo a Cerveteri e poi a Santa Marinella della mostra artistica di sculture con colombino di Lorenza Altamore
di Giovanni Zucconi

A Cerveteri prima e poi a Santa Marinella, ha esposto un’artista veramente originale, Lorenza Altamore. Nella Sala Ruspoli a Cerveteri, e nella Biblioteca Civica di Santa Marinella, abbiamo ammirato delle belle opere, e qualcuna addirittura bellissima. Soprattutto le sculture, realizzate con la tecnica del colombino, sono state, a mio parere, tra le realizzazioni artistiche più interessanti tra quelle esposte recentemente a Cerveteri. Non erano esposte solo sculture, ma anche dei gessi incisi, dei teleri e dei complessi dipinti che sarebbe più corretto chiamare creazioni bidimensionali. Insomma una varietà di opere e di tecniche che difficilmente si possono trovare, tutte insieme, in una qualsiasi mostra di un solo artista. Ma Lorenza Altamore, lo dicevamo all’inizio, è un’artista molto originale, che non ragiona per opere, ma per imponenti progetti artistici. Mi spiego meglio. Lei, per anni, segue un progetto, un tema, e lo rappresenta, lo approfondisce, in tutti i modi che la sua ispirazione le suggerisce. Realizza sculture, dipinti, dipinti sul tela, usando ogni tecnica che meglio può esprimere l’ispirazione del momento. Il progetto che ha parzialmente esposto a Cerveteri e Santa Marinella si chiama “Sulla Via degli Etruschi”, ed esprime, in ben 70 opere, l’incontro che la nostra artista ha avuto con il mondo e la cultura degli Etruschi. Conoscenza che si è evoluta, immediatamente, in amore e rispetto per i nostri antichi padri, e nel desiderio di rappresentarlo, in forma artistica, in un corpus di opere veramente imponente e di grande efficacia espressiva. Per approfondire meglio queste mostre e questo grandioso progetto, abbiamo intervisto Lorenza Altamura, proprio accanto le sue opere esposte a Sala Ruspoli.

Signora Altamura, come è nata l’idea di questa mostra?

“Sono 5 anni che lavoro a questo progetto, dal 2012. In realtà l’idea degli Etruschi è venuta a mia sorella Eleonora, che è stilista, e che ha realizzato tutta una collezione sugli Etruschi. Lei vive a Roma. Ha tratto ispirazione dalla civiltà etrusca e mi ha detto: “perché non facciamo un progetto insieme?”. Naturalmente c’è anche stato, nel mio caso, un forte e coinvolgente richiamo della cultura dei nostri padri. “

Ha esposto queste opere anche in altre città?

“Naturalmente sì. Tra quelle che ricordo con maggiore piacere ci sono le mostre di Urbino, di Cortona e di Forlì.”

Quale è il tuo rapporto con gli Etruschi? Immagino che le abbia dovuto studiare molto per poter realizzare tutte queste opere.

Certo. Ho cercato di documentarmi il più possibile. Ma quella etrusca è una cultura che amo, perché innanzitutto la donna ha una forte e importante posizione sociale. Poi mi piace anche questo alone di mistero che avevano, e che ancora oggi non si è dissolto. Adoro il collegamento che loro avevano con il divino. E’ un qualcosa che mi ha sempre affascinato. Così come mi piace il loro senso dell’accompagnare oltre. Oltre il terreno, verso il divino.”

Lei ha qualche legame particolare con il territorio di Cerveteri?

“Si. Quando io ho iniziato a lavorare a questo progetto, sono andata a visitare tutti i luoghi più importanti per gli Etruschi. Per esempio sono andata a Tarquinia, che è bellissima con le sue tombe dipinte. Mi ricordo questi grandi prati. Vedi quelle cose con entusiasmo. Però poi capii che tutto rimaneva lì, senza un vero coinvolgimento…”

Con Cerveteri è stato diverso?

“Poi quando sono venuta qui a Cerveteri, ho avuto sensazioni completamente diverse. Quando visitai per la prima volta Cerveteri, era il 2010, la Banditaccia non era come adesso, che è pulita e perfetta. Io mi ricordo che andavo in giro tra questi tumuli. Sono salita anche su un tumulo per fare qualche fotografia particolare. Questa visita mi regalò sensazioni ed emozioni diverse da quelle di Tarquinia e quindi dissi al mio compagno: “Questa sì che è l’Etruria…”. Io ho sentito veramente gli Etruschi solo venendo qui a Cerveteri, e in particolare nella Necropoli della Banditaccia. A Tarquinia trovi delle bellissime scene illustrate di vita, ma a Cerveteri c’è il vissuto che respiri. Qui gli Etruschi li vedi e li senti…”

Mi sono incuriosito dalle tante tecniche che lei ha usato in questo progetto

“Io lavoro per progetti e non per opere. Ogni progetto è una sfida complessa. Non ho mai ragionato per singole opere. Per me l’arte è trasmissione di pensiero e di cultura. Per questo lei vede tante tecniche diverse. Ogni progetto si deve adattare alle tecniche che meglio esprimono quello che voglio dire in quel momento.”

Commercialmente come si fa a vendere un progetto? Un conto dire che compro un’opera, e un conto dire che compro un opera appartenente a un progetto organico. Non si rischia che un’opera valga solo insieme a tutte le altre?

“No. Perché è come se lei comprasse un’estensione. E l’estensione è sempre collegata al tutto. C’è sempre un rinvio. Anzi io vorrei che le mie opere fossero sempre tipo un polipo. Mi piacerebbe che di un progetto un’opera si trovasse a Venezia, una a Londra, una a Roma… Così è come se il progetto vivesse in vari luoghi del mondo.”