STOP ALL’ANTENNA 5G AL SORBO, UNA VITTORIA AZZOPPATA

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necropoli del Sorbo

IL TAR DICE NO ALL’IMPIANTO. DETERMINANTI I VINCOLI ARCHEOLOGICI E PAESAGGISTICI.

MARTUCCI: “VITTORIA IMPORTANTE, PECCATO CHE NON SIANO STATI PRESI IN CONSIDERAZIONE I RISCHI SANITARI”.

Per una volta ad uscirne sconfitti sono gli interessi dei colossi di telefonia mobile e a vincere è un piccolo comune di provincia, il suo territorio e i suoi cittadini, i piccoli studenti di una scuola elementare. A salvarli sono stati gli Etruschi e non sto scherzando.

È quello che è successo a Cerveteri dove era stata presentata un’istanza per la costruzione di una stazione radio base (R.S.B) in un terreno di proprietà privata in Via Settevene Palo da parte di Cellnex Italia Spa e Wind TRE. Il Comune aveva opposto diniego per due buone ragioni che sono alla base del Piano Antenne comunale: presenza di una scuola elementare, la Giovanni Cena, e vincoli paesaggistici e archeologici dell’area interessata “città e necropoli dell’antica Caere”.

La zona individuata per l’installazione dell’antenna, un’area collinare di proprietà privata, sarebbe stata visibile da ogni punto del paese, arrecando un grave impatto ambientale e paesaggistico. Inoltre, l’area è soggetta a vincolo archeologico ai sensi degli artt. 10-13 del D.lgs n. 42/2004, data la presenza di reperti di inestimabile valore storico e culturale.

Anche i cittadini, preoccupati per i possibili rischi sanitari delle radiazioni wireless – classificati nel 2011 come agenti possibili cancerogeni dallo IARC, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro – hanno manifestato più volte la loro contrarietà scendendo in piazza per dire no allo sciagurato progetto appellandosi al principio di precauzione.

La società Cellnex però non si è data per vinta e ha fatto ricorso al TAR del Lazio. Dalla parte del ricorrente c’erano i pareri positivi di Arpa (sic!) e del competente Comando Militare ma i vincoli paesaggistici del Ministero della Cultura ed il parere negativo reso dalla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale hanno avuto un peso determinante che ha portato al respingimento dei ricorsi da parte del Tribunale amministrativo regionale. Nessun peso invece hanno avuto la tutela della salute dei cittadini che manco viene nominata nella sentenza. Nessun peso ha avuto persino la presenza di una scuola elementare, anche lei innominata.

Nel trionfale comunicato diramato dal Comune di Cerveteri a seguito della sentenza, si parla giustamente di un’importante vittoria “a tutela del territorio e dei cittadini”, ma il tema della salute messa a rischio dall’elettrosmog non viene toccato: è l’elefante nella stanza, il problema dei problemi che viene ostinatamente rimosso dai discorsi istituzionali.

Il giornalista d’inchiesta Maurizio Martucci, una delle voci indipendenti più rappresentative dell’informazione italiana in tema di digitale e tecnologie, ha così commentato: “Dal TAR Lazio una sentenza che rallegra l’intera comunità ceretana, nella voce del Sindaco e dei comitati seriamente preoccupati per l’invasione elettromagnetica. Leggendo il dispositivo del giudice amministrativo è evidente come il vincolo paesaggistico del Ministero della Cultura ha avuto un peso determinante, peccato che non siano stati presi in considerazione gli allarmi medico-scientifici per gli effetti sanitari: se la strada non è quella del TAR ma del giudice dei diritti, c’è bisogno prima della concretizzazione del danno? Un vero vulnus normativo, perché il principio di precauzione è ormai stato scavalcato da quello di prevenzione del danno. Ma impugnare ogni singola antenna è comunque utile.”

Come messo in risalto dalla sindaca Gubetti a vincere è stato il Comune con il Piano Antenne elaborato dai suoi uffici: “La soddisfazione è enorme per questa ennesima vittoria in sede giudiziaria. Ancora una volta, la validità del nostro Piano Antenne e il lavoro svolto dagli Uffici Comunali vengono riconosciuti in sede legale. La sentenza conferma che la decisione di impedire l’installazione di un’antenna che avrebbe deturpato un’area di grande pregio paesaggistico è stata corretta e legittima, proteggendo un patrimonio archeologico significativo e un sito sensibile che ospita la comunità scolastica del Giovanni Cena. Grazie a questa sentenza – ha concluso Gubetti –  il Sorbo resta protetto da uno scempio ambientale che avrebbe compromesso il suo straordinario valore storico e paesaggistico, dimostrando ancora una volta che il Comune di Cerveteri opera nel pieno rispetto delle normative per il bene dei cittadini e della conservazione del proprio patrimonio”.

Ricapitolando: i bambini della Giovani Cena l’hanno scampata dall’istallazione di una antenna nei pressi della scuola, non in virtù del loro diritto alla salute, non in virtù del principio di precauzione, bensì grazie al sito archeologico etrusco e ai vincoli paesaggistici. Piuttosto sconfortante. Senza quei vincoli che ne sarebbe stato di loro? Che ne è di tutti gli altri bambini che non hanno la fortuna di frequentare una scuola costruita nei pressi di una necropoli etrusca o di un sito archeologico?
Lo stop all’antenna del Sorbo da parte del TAR rappresenta certamente una vittoria per tutti ma azzoppata.

Miriam Alborghetti