STAR WARS: CHE LA FORZA SIA CON NOI

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di Barbara Civinini

Affascinante per i millennials, cresciuti a pane e smartphone, forse un po’ di meno per la vecchia generazione, affezionata alla saga classica, torna sul grande schermo Star Wars.

E lui, Luke – disposto a farsi amputare una mano nel terribile duello con Darth Vader, il signore oscuro, suo padre – poi non è passato al lato oscuro. E’ la solita storia della lotta fra il bene e il male dove il primo cavaliere tradisce, ma solo con il suo sangue, del tutto incolpevole. I quarant’anni anni di distanza dal primo episodio ci sono tutti e pesano sulle acrobazie spaziali, come i 66 anni suonati di Mark Hamill, che oggi come allora interpreta Skywalker. L’importante è impugnare l’excalibur spaziale, la spada di luce, che questa volta non è porta dalla dama del lago ma dall’eroina di turno, Rey, interpretata da Daisy Ridley. L’VIII episodio –il più lungo della serie– riprende là dove era finito il precedente, cioè nel momento in cui i due s’incontrano. Per ridurne la durata è dovuto intervenire lo stesso regista –cresciuto nel mito di George Lucas – tagliando diverse scene. Quando glielo hanno proposto, racconta Rian Johnson – come riporta l’Ansa – da una parte sentivo che era l’offerta dei sogni. Dall’altra era uno di quegli impegni che ti cambiano la vita. Volevo essere certo che fosse una bella esperienza e lo è stata realmente. La sorella gemella del nostro jedi, Leila, un tempo principessa di Alderaan,  adesso generale della resistenza, è interpretata per l’ultima volta da Carrie Fisher, morta durante la lavorazione lo scorso anno. Ma non è stato necessario sostituirla perché aveva già terminato la sua performance. Si prosegue insomma nel solco del rilancio, tracciato quasi magicamente dalle mani esperte di J.J. Abrams, ma con una grande voglia di fare qualche cosa di diverso, senza distaccarsi troppo però dall’ordito originale che all’epoca partorì un mondo intero, in una galassia lontana lontana. E sulle prime note di John Williams, cinque volte premio oscar, che è tornato ancora una volta a comporre la colonna sonora del sequel, sembra quasi di risentire quel crescendo ordinato che rievoca, indelebili, i primi episodi della nostra gioventù. Non mancano nemmeno l’eroico Chewbacca, un extraterreste intelligente simile a uno scimpanzé, per gli amici Chewbe, e C-3PO, il droide antropomorfo tutto dorato. Prodotto dalla Lucasfilm e distribuito dalla Walt Disney, che ha rilevato la compagnia di Lucas nel 2012, è arrivato sui nostri schemi con due giorni d’anticipo rispetto agli States in 3D e IMAX. Anche questa volta i fan più appassionati non saranno delusi. Secondo The Ringer –come riporta Il Post– è il film di Star Wars che ci meritiamo. La speranza, per dirla con il vecchio e caro maestro Yoda, è che passi un solo messaggio: (la) guerra non fa nessuno grande, lasciando una testimonianza di pace, solidarietà e rispetto “intergalattico”, come ha fatto dai primi anni sessanta in poi, Star Trek, la serie storica ideata da Gene Roddenberry.