A CERENOVA CHIUDE I BATTENTI L’ULTIMA FILIALE BANCARIA: LA DECISIONE COLPISCE MIGLIAIA DI CITTADINI, DECINE DI IMPRESE E LE FASCE PIÙ DEBOLI DELLA POPOLAZIONE.
La desertificazione bancaria – vantaggiosa per le banche che stanno vivendo una stagione d’oro di utili da capogiro ma nefasta per i cittadini e i lavoratori del settore – colpisce anche il nostro territorio malgrado la sua costante crescita demografica.
Il 18 ottobre 2025 infatti chiude i battenti l’ultima filiale bancaria rimasta a Cerenova, quella di Intesa San Paolo in via Barbato 2. D’ora in poi per accedere ai servizi bancari, gli abitanti della frazione dovranno per forza possedere uno smartphone ed essere abili nell’usare l’app specifica oppure rivolgersi alla filiale di Ladispoli o Cerveteri, con tutti i disagi che lo spostamento comporta in termini di tempo, costi e stress.
Ad essere più danneggiate sono proprio le fasce più deboli della popolazione, gli anziani che non guidano e non sono in grado di usare dispositivi digitali, i meno abbienti che non possiedono un’auto privata e in generale tutti i cittadini che si trovano costretti a dover scegliere tra l’essere depredati del proprio tempo o accettare di essere ingabbiati nel carcere digitale per usufruire dei servizi bancari.
“In Europa tra il 2012 e il 2021 le chiusure hanno colpito duramente: l’UE ha perso circa 80.000 filiali, pari al 36% del totale” dice l’Associazione Europea Consumatori indipendenti. “Alla fine del 2024, 3.381 comuni italiani (il 42,8% del totale) erano completamente privi di sportelli, con oltre 4,6 milioni di residenti senza accesso diretto ai servizi bancari. A questi si aggiungono circa 6,3 milioni che vivono in comuni con un solo sportello rimasto rispetto al 2023, per un totale di 11 milioni di persone a rischio esclusione finanziaria. [..] Non basta la digitalizzazione a tamponare il problema: in Italia, solo il 55% della popolazione utilizza l’internet banking, contro una media UE del 67,2%. Paesi come Francia (72%), Spagna (65%) e Germania (50%) fanno meglio; nel Nord Europa (Danimarca, Finlandia, Olanda) si superano addirittura il 90%”.
I grandi istituti bancari hanno dunque deciso di spingere a forza l’uomo comune nella tecnogabbia, disumanizzare il rapporto banca/cliente e al contempo tagliare il più possibile su tutto tranne che nei dividendi e nei buyback.
Secondo un’analisi della banca d’investimento americana Citi il guadagno redistribuito dalle banche europee nel 2024 raggiungerebbe i 128 miliardi di euro. Di cui 83 miliardi in dividendi e 45 miliardi nel riacquisto di azioni proprie. Accedere ai mutui è diventato sempre più difficile, eppure le banche, senza muovere un centesimo a sostegno di famiglie e imprese, continuano a generare profitti grazie a varie fonti, tra cui i costi di gestione, le commissioni e le operazioni con strumenti derivati.
La chiusura delle filiali bancarie rientra nella strategia di guerra al contante in quanto più si usano sistemi di pagamento elettronici più si arricchiscono gli intermediari finanziari (banche, circuiti di pagamento etc) e le aziende tecnologiche (sviluppatori di wallet digitali e piattaforme di pagamento), che guadagnano attraverso le commissioni sulle transazioni, i servizi forniti e la vendita di tecnologia; al contempo si implementa la sorveglianza di massa su cui l’UE da tempo sta lavorando alacremente – sotto la pressione degli USA e dei signori della Silicon Valley. L’ambizione non è solo sorvegliare ma anche condizionare i comportamenti ed eventualmente punire chi non si allinea.
Di pari passo con la desertificazione bancaria e la scomparsa del contante, l’Ue infatti stringe le maglie del carcere digitale con numerosi progetti e una pianificazione impressionante di strumenti di controllo, schedatura e censura: il fascicolo sanitario elettronico, Chat control, Digital Service Act, Wallet digitale ed Euro digitale solo per citarne alcuni. L’approvazione del regolamento Csar (Child Sexual Abuse Regulation), ribattezzato “Chat Control”, prevista per il 14 ottobre, è stata rinviata perché la Germania si è opposta, «Il monitoraggio ingiustificato delle chat deve essere un tabù in uno Stato di diritto. Le comunicazioni private non devono mai essere oggetto di sospetto generalizzato», ha dichiarato Stefanie Hubig, ministra della Giustizia di Berlino.
Tuttavia non c’è da cantar vittoria: il Regolamento sarà ripresentato magari con qualche modifica, ma la sostanza resta da brividi in quanto Chat Control imporrebbe un monitoraggio generalizzato di tutte le comunicazioni on line e i file senza distinzioni tra cittadini comuni e sospetti e senza autorizzazione giudiziaria. Il 12 ottobre è entrato in vigore negli aeroporti europei l’Entry/Exit System (EES), un sistema informatico automatizzato che viene usato per registrare i passeggeri in transito negli scali aeroportuali per e dai paesi che fanno parte dell’area Schengen in virtù del quale i viaggiatori extra UE dovranno rilasciare i loro dati biometrici: impronte e la scansione del volto.
Questo meccanismo, obbligatorio dal 9 aprile 2026, si applica in 29 paesi europei per cittadini di paesi terzi che si recano in Europa per un soggiorno di breve durata (ossia fino a 90 giorni su 180).. Gli obiettivi? La sicurezza e rendere i viaggi più facili e veloci. Esattamente gli stessi del Green pass.
Nulla impedisce che questo sistema di schedatura attraverso la scansione facciale e l’archiviazione dei dati biometrici, con il nobilissimo pretesto della sicurezza, possa essere esteso ai cittadini europei e in seguito utilizzato per entrare negli stadi, ai concerti, nei cinema, a scuola, nel posto di lavoro.
In tale contesto distopico avanza l’Euro digitale, CBDC, moneta digitale emessa dalla Banca Centrale europea, moneta tracciabile, controllabile e potenzialmente programmabile e scadenzabile. La BCE ha però rassicurato che l’euro digitale non sostituirà il contante ma lo affiancherà e che non sarà una moneta programmabile né con scadenza. Come non crederle?
Secondo la presidente della BCE Christine Lagarde l’euro digitale “dovrebbe essere pronto in un paio d’anni”: “dobbiamo muoverci velocemente, non possiamo permetterci di perdere tempo”.
Insomma i banchieri europei hanno fretta di introdurre un’infrastruttura digitale che consentirà non solo una profilazione finanziaria dettagliata centralizzata di ogni cittadino ma potenzialmente permetterà ai governi di limitare l’uso della valuta in base a criteri predefiniti. Di fatto la digitalizzazione della moneta offre uno strumento di potere senza precedenti nella storia dell’umanità.
di Miriam Alborghetti


































































