ROMA: LA CASA DELLE DONNE SOTTO SFRATTO

0
1454
Lucha y Siesta

Mille persone per le strade del Tuscolano in sostegno di Lucha y Siesta. 

di Barbara Pignataro

Perché quando una struttura funziona si fa chiudere? Si parla di violenza sulle donne: assieme al 25 novembre arrivano fiumi di belle parole, convegni e cortei per ricordare le donne vittime di violenza. Nello stesso periodo a Roma si toglie un tetto a 14 di loro. Per risanare il bilancio del Comune, ‘Lucha y Siesta’, il grande progetto che dal 2008 persone forti e coraggiose stanno portando avanti con successo, rischia lo sfratto.

La Casa delle Donne Lucha y Siesta, in via Lucio Sestio 10, è un luogo materiale e simbolico di autodeterminazione delle donne contro ogni discriminazione di genere. Un esperimento innovativo e riuscito, che promuove nuove formule di welfare e di rivendicazione dei diritti a partire dal protagonismo al femminile.  Un progetto ibrido tra casa rifugio, casa di semiautonomia e centro antiviolenza. Nato dalla lotta e dall’autorganizzazione delle donne, da più di 11 anni fornisce informazione, orientamento, ascolto e accoglienza a quelle che ne hanno necessità. Lucha y Siesta è anche uno spazio di socialità, condivisione di esperienze e competenze che si manifestano attraverso una ricca tessitura di attività culturali e laboratoriali.

Il fatto. Agosto 2019. L’immobile, che ospita la Casa delle Donne, di proprietà ATAC, un ex ufficio abbandonato, trasformato in un nido, viene inserito nel concordato fallimentare dell’azienda e, per questo, finisce nel mirino delle liquidatrici che premono per lo sgombero. La vendita dell’immobile mette a rischio il rifugio di 14 donne che fuggono da situazioni difficili, alcune insieme ai  figli.

Dopo diversi tentativi, fallimentari,  di interlocuzione con le istituzioni, le attiviste della Casa, a settembre 2019,  hanno costituito il Comitato “Lucha alla città” e lo hanno presentato in una conferenza stampa aperta al pubblico nella sede dove svolgono la loro attività. In questa circostanza sono state chieste a Lorenza Fruci, delegata alle politiche di genere, intervenuta in conferenza, l’apertura di un tavolo ufficiale di dialogo con le istituzioni, la prelazione d’offerta per l’acquisto dell’immobile e, vista l’appetibilità della location, la garanzia del Comune in fase d’asta. Risultato: annullato un primo distacco delle utenze, previsto per lo stesso mese. Il sospetto, avvalorato dalle mancate risposte ufficiali da parte del Comune, è che ci sia già un’acquirente per lo stabile.

Lucha Y Siesta
Roma. Via Lucio Siesto, 10

Lucha la città: la casa si vende? e noi c’è la compriamo! Il comitato lancia una raccolta fondi.

Come riscattare l’edificio? Il Comitato a fine settembre promuove una raccolta fondi per mettere insieme i soldi per acquistare l’immobile. Segue in ottobre un’invito del Campidoglio rivolto alle donne che vivono nel rifugio, e non alle attiviste. Mentre la Raggi sembra voler trasferire le donne ospitate dal rifugio, i servizi sociali continuano  a dirottare altre bisognose al centro. Nella Capitale infatti, a fronte di una richiesta di 300 posti accoglienza ce ne sono solo 37, di cui 14 a Lucha y Siesta.

La seconda minaccia di distacco delle forniture del 13 novembre scorso, e le tante incertezze sul futuro della struttura, ha portato alla mobilitazione, nella stessa data, che ha visto tanti cittadini e associazioni solidali. Più di mille persone hanno sfilato per le vie del Tuscolano, tante realtà sociali della città, dalla Casa Internazionale delle Donne alle assemblee delle donne dei consultori, un’intera comunità, dal territorio del municipio, fino a rappresentanti delle istituzioni, a prescindere dallo schieramento politico. Perché “qualsiasi spazio femminista ridotto o chiuso è la battaglia di tutte” come è stato ribadito durante il corteo.

“Se è vero che il tema è la violenza di genere, ci aspettiamo che anche Roma Capitale voglia comprendere che Lucha y Siesta è un patrimonio da difendere, per le donne e per la città”. A dichiararlo in una nota, è il Comitato Lucha della Città, presieduto  da Lea Melandri e Federica Giardini.  Sarà una settimana intensa per il centro romano, nell’attesa della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, che ricorre il 25 novembre di ogni anno, e nell’ansia di conoscere la loro sorte, ancora incerta.