RETE SOCIALE DI ACQUISTI LOCALI E PRESTAZIONI AI CITTADINI

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Amici di Torre Flavia: progetto”Un’Oasi di Arte”.

La diffusione COVID-19 ormai ha sovvertito le nostre routine sbalzandoci, con forza inaudita,nelle contraddizioni di una società proiettata verso l’accelerazione degli spostamenti e degli obiettivi e lasciandoci fermi sull’uscio di casa, impossibilitati ad uscire. Nel breve arco di un mesele nostre città, i parchi, le vie, le coste sembrano uscite da un film di fantascienza, di quelli visti al cinema o sugli schermi casalinghi con la frase tipica, sul finale, è solo un film”. Invero il cielo ha un colore più brillante, l’aria è fresca e più pulita, il Pianeta respira È invece stavolta è tutto vero, sembra quasi il Pianeta abbia voluto metterci in pausa per respirare, per lenire le sue ferite e farci riflettere sulla nostra vulnerabilità. Ci siamo fermati, quanto meno rallentati perché la vita continua, con un altro ritmo meno chiassoso e disordinato.

Il distanziamento sociale messo in atto per arrestare l’avanzata del virus con il suo esercito di morti, ha fatto saltare i confini delle nostre “zone comfort”, dentro le quali consumavamo le giornate tra lavoro, corse ed eventi. Per legge del contrappasso la coercizione domiciliare, la permanenza obbligata in casa ha ampliato lo spazio e dilatato la concezione del tempo, dando attenzione a quanto nella fretta di ieri consideravano scontato. che credevamo perse e precauzioni diverse dalle abituali. All’improvviso siamo stati costretti a doverci congedato da abbracci ed incontri, ad osservare norme e limitazioni sugli spostamenti fino a dover rinunciare agli affetti strappati da un nemico invisibile, tutto per tutelare noi stessi e gli altri. Cosicché il singolo per decreto è tornato a confrontarsi tragicamente con i doveri esistenti nei confronti della collettività cui appartiene, con il rispetto delle regole di convivenza sociale, e civile, alle quali la globalizzazione pareva lo avesse diseducato.

In questa condizione “sospesa”, termine assai abusato oggi, cambiano le necessità dell’individuo e noi tutti siamo chiamati a compiere uno sforzo interiore per combattere contro il senso di ansia, smarrimento ed impotenza, sperimentato nell’attuale fase di transizione che, inevitabilmente, porterà ad reinventare il concetto di “normalità”. modalità di relazione e scambio economico, nonchè a L‘adozione di drastiche misure di contenimento per arginare l’aggressività del Covid-19, seppur nella gradualità, hanno portato al progressivo fermo delle attività, cosiddetto “lockdown”, in Italia anche se talune linee di produzione sono rimaste aperte per garantire il funzionamento della macchina sanitaria e la somministrazione dei servizi essenziali ai cittadini.

Però dopo i video e gli applausi dai balconi per  medici ed infermieri eroi, con l’emergenza ancora in atto, è iniziata la conta delle perdite economiche provocati dalla chiusura forzata. I danni sono di proporzioni impressionanti, con alcuni settori che stanno pagando un prezzo elevato quali l’agroalimentare e la filiera dei piccoli produttori locali, ma anche piccoli imprenditori, imprese familiari che sono il tessuto connettivo del Paese. Malgrado le iniezioni di liquidità immesse dal governo centrale, le prospettive di una ripresa lasciano trasparire tempi lunghi per uscire dalla stato di pandemia, con l’incognita sul quando e come “ripercorrere quel metro di distanza che ci separa oggi” e la preoccupazione che saranno parecchi i posti di lavoro a saltare, in particolar modo in settori strategici quali il turismo e nella cultura, e molte le saracinesche che potrebbero non rialzarsi.

Risollevarsi e reagire alla paura, alla diffidenza del presente è un dovere, oltreche un obbligo, civico e morale perché la crisi nella sua drammaticità può rivelarsi un’opportunità di cambiamento. Per questo che, nell’ambito del progetto “Un’Oasi di Arte”, attivo nella Riserva Naturale e Sociale Palude di Torre Flavia, si è iniziato a ragionare nell’immediato sul post emergenza, con la volontà di costruire una piattaforma solidale, per ora virtuale, ma assolutamente reale che metta in contatto produttori ed allevatori locali, ma anche gli artigiani, i creativi e il tessuto imprenditoriale del comprensorio con i cittadini e potenziali clienti, per incentivare la circolazione di beni e servizi, come  l’approvvigionamento di alimenti sani e genuini direttamente dalle aziende agricole, di acquisti nei negozi di quartiere per salvaguardare la comunità dallo shock del Covid-19.

Tale processo non è tuttavia confinato ad una precisa area geografica, bensì ad una visione più ampia legata ad una svolta epocale che stiamo vivendo nella quale cambierà l’idea stessa di globalizzazione, andando a strutturarsi in una dimensione glocale, capace di tutelare le tradizioni e l’identità locali in rapporto a nuove mobilità, nuovi linguaggi e nuove forme di aggregazione che ci aspettano. Pensare ed agire in un’ottica glocale, valorizzare il KM0, che sappiamo riduce sprechi ed inquinamento, le risorse umane e professionali presenti in loco è quanto mai oggi un atto di resilienza fondamentale da compiere per il territorio di Ladispoli e Cerveteri, dove la vocazione turistica-balneare si coniuga con la forte identità storica-artistica, visibile nei reperti archeologici e nelle meraviglie paesaggistiche che ci circondano.

La rete che abbiamo in mente, infatti, mira soltanto a promuovere la ricchezza delle nostre campagne, seguendo la raccomandazione di CIA (Confederazione Italiana Agricoltori), ed ARI (Associazione rurali italiani) che propongono di spendere i buoni spesa per compare dai contadini, denunciando come gli scaffali della grande distribuzione siano pieni di prodotti esteri, l’infrastruttura che vorremmo attivare ha lo scopo di  instaurare un circuito sociale ed economico finalmente sostenibile e virtuoso,  grazie alla partecipazione attiva dei cittadini in uno scambio vicendevole di prestazioni e saperi in modo trasversale. È questa la sfida da vincere in ogni campo perché uno degli insegnamenti di questo virus è averci aperto gli occhi sul legame di interconnessione e reciprocità che ci unisce gli uni agli altri, una semplice verità tornata dolorosamente d’attualità.

La percezione del contagio è un fattore con il quale bisogna imparare a convivere per come rielaborare il concetto di libertà in corrispondenza di nuove regole di convivenza sociale attraverso cui disegnare nuovi spazi di coabitazione e modalità di aggregazione con l’altro da Sé. In questa quotidianità rivoluzionata i principi di solidarietà, sussidiarietà, condivisione e complementarita saranno le fondamenta sulle quali programmare le nostre giornate, con riferimento ad esperienze di cohousing nelle quali la qualità delle relazioni migliora tramite le buone pratiche di vicinato e l’aiuto reciproco, nell’evoluzione da consumatori ad utilizzatori responsabilii delle opportunità offerte dal digitale e dall’innovazione tecnologica.

Tra i primi strumenti presi in considerazione per attuare la rete, la cosiddetta economia del “dono”, cardine sul quale le civiltà protostoriche fondarono le loro comunità, mediante la messa in campo del B.A.R. (Buono comunale di Agevolazione Reddituale), che nasce con lo scopo di garantire un maggior potere di acquisto e di diritti alle famiglie indigenti ed alle attività commerciali afflitte da una crisi economica-finanziaria

Non ci resta che darvi appuntamento sulla pagina Facebook Amici di Torre Flavia, dove sono stati pubblicati le prime attività aderenti al progetto. Per entrare a far parte della rete e proporre idee basta scrivere alla mail palude.flavia@gmail.com.

 Progetto Un’Oasi di Arte (Silvia Filippi, Valerio Iammartino, Alessandro Magnani)