REFLUSSO GASTROESOFAGEO, NON È SOLO QUESTIONE DI ACIDITÀ

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Bruciore, acidità, sensazione di nodo alla gola.

di Carola Cimarelli

Dottoressa
Carola Cimarelli

Quanti di voi hanno provato almeno una volta questi sintomi? Potrebbero essere dovuti al reflusso gastroesofageo, uno dei disturbi digestivi più frequenti, tale da colpire cronicamente tra il 10- 20% della popolazione occidentale.

Per reflusso si intende la risalita involontaria del contenuto gastrico verso l’esofago; risalita che può causare irritazione e infiammazione delle mucose. Il nostro organismo è infatti dotato di una valvola naturale, lo sfintere esofageo inferiore( detto Les) che regola il passaggio del cibo dall’esofago allo stomaco. Quando questa valvola non funziona bene il materiale dello stomaco deborda nell’esofago e si genera il reflusso.

 

Anche se comunemente il contenuto gastrico che risale nello stomaco è di natura acida, ossia composto per di più dall’acido cloridrico dei succhi gastrici, esiste anche il reflusso biliare meno noto ma altrettanto fastidioso e che rende la gestione dei sintomi ancora più complessa perché potrebbe non rispondere ai farmaci antiacidi comunemente usati per trattare il reflusso.

Un tempo per identificare un paziente con reflusso si usava solo la gastroscopia che doveva dimostrare un‘esofagite, cioè un infiammazione dell’esofago. In questo modo però non si riuscivano ad identificare tutti quei pazienti che pur avendo reflusso non manifestavano infiammazione visibilmente apprezzabile.

Oggi invece è stato introdotto il concetto di MALATTIA DA REFLUSSO esofageo, che si diagnostica tramite la presenza di sintomi ascrivibili al reflusso a prescindere dal referto della gastroscopia.

Ma quindi come si manifesta il reflusso?

I sintomi sono molto variegati ed ingannevoli, e possono manifestarsi quasi tutti insieme o uno solo ma molto invalidante. Cosi per facilitare la questione si è soliti distinguere i disturbi associati in due categorie: sintomi tipici e sintomi atipici.

I sintomi tipici sono: pirosi (sensazione di bruciore dietro lo sterno), rigurgito (risalita di contenuto gastrico verso la bocca) e dolore toracico di origine non cardiaca. La lista dei sintomi atipici è invece piuttosto lunga e mentre per alcuni di essi vi è una correlazione certa con il reflusso, per altre gli scienziati non sono ancora riusciti a dimostrare con certezza il collegamento. Eccone alcuni: laringite che a sua volta può causare tosse cronica, spesso notturna e di tipo secco e stizzoso, bruciore alla gola, globo faringeo (la sensazione di un corpo estraneo in gola come un nodo o qualche cosa di bloccato in gola), sensazione di muco eccessivo in gola o gocciolamento retro nasale, disfonia e raucedine; erosioni dello smalto dentale (fino all 80% dei pazienti con erosioni dentali ha il reflusso); episodi di asma.

Poi abbiamo sinusiti, otite media ricorrente, polmoniti recidivanti dovute all’ inalazione involontaria di piccole quantità di contenuto gastrico, singhiozzo prolungato, aritmie cardiache, alitosi ed eruttazioni.

Tutti questi sintomi possono presentarsi senza la presenza dei tipici sintomi del reflusso e portano spesso i pazienti a rivolgersi a diversi specialisti prima di trovare la causa reale sottostante.

Quali sono le cause del reflusso?

Spesso si pensa che il reflusso sia causato da un eccesso di acido nello stomaco. In realtà nella maggior parte dei casi le cause sono altre e riguardano soprattutto un mal funzionamento delle barriere che separano stomaco ed esofago, in particolare dello sfintere esofageo inferiore o Les.

Alla manifestazione della sintomatologia non concorre quasi mai una causa sola ma piuttosto una multifattorialità di elementi. Il più importante è rappresentato da un inappropriato rilassamento transitorio del Les. Tale rilassamento in condizioni fisiologiche serve per permettere l’eruttazione qualora ci fosse un eccesso di gas nello stomaco.

Nei pazienti con reflusso però il numero e la durata di questi rilassamenti transitori è aumentato e così insorgono eccessivi episodi di reflusso di durata patologica.

Tra le altre cause ricordiamo l’ernia iatale (che si verifica quando una parte dello stomaco risale attraverso il diaframma) e il cosiddetto Les ipotensivo. In questa condizione la  valvola che dovrebbe impedire la risalita del materiale dello stomaco in esofago non funziona come dovrebbe, si comporta cioè come una porta lasciata aperta che permette al succo gastrico di salire e scendere alla minima pressione e sforzo. Diversi fattori concorrono a ridurre la pressione di questo sfintere, ad esempio la distensione eccesiva dello stomaco dopo un pasto abbondante o un uso eccessivo di bevande gassate, alcuni cibi come alimenti grassi, il caffè, il tè, la menta, la cioccolata, gli alcolici e il fumo.

Anche alcuni farmaci come benzodiazepine, farmaci usati per il cuore (calcio antagonisti), broncodilatatori (salbutamolo e teofillina), oppioidi e terapie ormonali con estro progestinici possono contribuire a diminuire il tono dello sfintere.

Anche l’obesità, la corsa intensa e il sollevamento pesi aumentando la pressione intraddominale facilitano il reflusso così come la stitichezza e una dieta ricca di FODMAP per non dimenticare lo stress e l’ansia che possono indurre sia unìalterazione del tono del LES, che della motilità gastrica che un’ iperproduzione acida del succo gastrico .

Il diaframma e la postura influenzano il reflusso: il diaframma contribuisce alla funzione di barriera antireflusso insieme al LES e quando è debole o mal funzionante (ad esempio per una respirazione superficiale o una postura scorretta) questa protezione si riduce aumentando il rischio di reflusso. Non a caso respirazioni mirate come quella diaframmatica o tecniche manuali specifiche sono utilizzate per ottimizzare la funzione del diaframma  e ridurre i sintomi del reflusso.

Poi abbiamo il meno noto reflusso biliare. Qui è la bile, ossia il fluido digestivo prodotto dal fegato, a risalire dallo stomaco fino all’esofago. Le cause includono interventi chirurgici gastrici o sulla cistifellea, ulcere peptiche e alterazioni della motilità gastrointestinale. Questo reflusso comunemente non risponde agli inibitori di pompa protonica e richiede interventi più mirati.

Il reflusso è un disturbo con molte sfaccettature e trattarlo solo con antiacidi senza indagare le cause rischia di essere una soluzione parziale e non risolutiva. Gli inibitori di pompa protonica, gli antiacidi o procinetici sono senz’altro utili ma non privi di affetti collaterali. La vera chiave sta nel cercare di risolvere il problema alla radice e, se non è possibile, adottare quantomeno un approccio più ampio che comprenda anche cambiamenti nello stile di vita e nell’ ’ alimentazione. A volte piccoli cambiamenti possono portare a grandi differenze!

Carola Cimarelli
C.f. Specialista in Medicina Generale
Esperta in nutrizione – M.m.g. ASL Roma 4
Master Universitario secondo livello in Dietetica e Nutrizione