Quindici anni fa le Necropoli Etrusche di Cerveteri e di Tarquinia divennero Patrimonio Mondiale dell’Umanità

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Giornate Europee patrimonio
Necropoli Banditaccia-Cerveteri

Tre lustri fa, quindi, andando a ritroso, quindici anni fa, esattamente il 2 Luglio 2004, il Comitato Esecutivo dell’ UNESCO ( acronimo di United  Nations Educational Scientific Cultural Organization)  Agenzia dell’ONU. Comitato Esecutivo, del quale l’Italia non faceva e non fa parte neppure oggi, riunito a Suzhou (Città Sito Unesco posizionata sul Fiume Azzurro in Cina già, a suo tempo, visitata da Marco Polo) proclamò l’unicum delle Necropoli Etrusche di Cerveteri e di Tarquinia Sito UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità con la seguente menzione: “Le Necropoli di Cerveteri e Tarquinia rappresentano un capolavoro del genio creativo dell’uomo:  l’estensione delle pitture decorative di Tarquinia è eccezionale sia per le forme che per i contenuti poiché rivelano gli aspetti della vita, della morte e delle credenze religiose degli antichi Etruschi. Cerveteri presenta, nel contesto funerario, le stesse concezioni urbanistiche e architettoniche di una città antica. le due Necropoli costituiscono una testimonianza unica ed eccezionale dell’antica civiltà etrusca, unica tipologia di civilizzazione urbana dell’Italia pre-romana. La descrizione della vita quotidiana, rappresentata sugli affreschi delle tombe, molti dei quali presenti nelle abitazioni etrusche, costituisce una testimonianza unica della scomparsa di questa cultura. Molte delle tombe di Tarquinia e di Cerveteri rappresentano le tipologie di costruzione che non esistono in nessuna altra forma. I cimiteri, progettati come le città etrusche, sono tra i più antichi della Regione”. A ciò seguì Il 28 Novembre 2004 la consegna, presso la bella Aula Consiliare di Tarquinia, dal parte dell’allora direttore del Centro del Patrimonio Mondiale dell’Unesco Francesco Bandarin (architetto italiano di Venezia), ai Comuni di Cerveteri e Tarquinia dell’Attestato del Sito Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Ma vi fu tutta una “marcia di avvicinamento”, non semplice né facile ( a cui chi scrive partecipò  direttamente in prima persona fin dall’inizio), che partì alla fine del Settembre 2002 con una nota informativa del MIBAC (Ministero per il Beni e le Attività Culturali- poi MIBACT ed ora di nuovo MiBAC ) ai Comuni di Cerveteri e Tarquinia, alla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale, alla Provincia di Roma, alla Provincia di Viterbo ed alla Regione Lazio nella quale si ipotizzava la candidatura dell’Italia all’UNESCO dell’anno 2003, ai fini dell’inserimento nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità (World Heritage List) dell’unicum etrusco rappresentato dalla Necropoli di Cerveteri e di  Tarquinia. Sarebbe lungo citare I principali accadimenti che portarono a questo ambitissimo riconoscimento mondiale (nei quale l’Italia – pur escludendo il Sito di San Marino che è considerato dall’ONU – ergo UNESCO uno stato estero – ad oggi, a.D. 2019, è ancora prima sul Pianeta Terra con 54 Siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità seguita dalla Cina con 53 ), per cui mi limito a ricordare l’essenziale. Vi è da dire, per correttezza d’informazione, che inizialmente fu Cerveteri ad assumere subito l’iniziativa, pur trattandosi di una designazione congiunta, in quanto a Tarquinia, nell’incipit, il dettaglio del tutto non era chiarissimo, ma poi si fece, a seguire, un gran bel lavoro all’unisono in perfetta sinergia con i rappresentanti degli Enti succitati. Intenso lavoro che, con un forte e complesso impegno da parte di tutti, portò a quel notevolissimo risultato. Le ispezioni: Il 23 Luglio 2003 avvenne la prima effettuata dal coltissimo prof. Giora Solar (dominante ben dieci lingue straniere più vari dialetti di molte contenute etnie sparse per il mondo, il quale aveva fatto ispezioni in tutto il pianeta anche in mongolfiera ed in slitta! Questo per dire con quale rinomatissima Personalità ci dovemmo confrontare) architetto di grande fama internazionale e dirigente dell’I.C.O.M.O.S. (International Council on Monuments and Sites – il “braccio operativo” dell’UNESCO); la seconda l’8 Marzo 2004 sempre a cura del prof. Solar ( una vera e propria massima autorità in materia che, fra l’altro, era già stato uno dei direttori del Getty Museum in California). Comunque stabilimmo una sorta di “record mondiale” in quanto, in meno di un anno dalla prima ispezione, si ottenne il Sito UNESCO.

 Arnaldo Gioacchini – Membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’Associazione Beni Italiani  Patrimonio Mondiale UNESCO