QUANDO L’ITALIA ANDO’ ALLA CONQUISTA DELL’IMPERO

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ho visto un re

Arriva al cinema il quarto film di Giorgia Farina: “Ho visto un re”. Ispirato a una storia vera, racconta, con gli occhi di un bambino, un pezzo di storia buia del nostro paese. 

di Barbara Civinini

Faccetta nera, bell’abissina/aspetta e spera che già l’ora si avvicina!/quando saremo insieme a te/noi ti daremo un’altra legge e un altro Re”. Cantavano così gli italiani nel periodo di massimo consenso al regime, convinti di andare a fare una guerra giusta perché portava nuove terre da coltivare e un popolo da civilizzare.

ho visto un re
Il piccolo Emilio è interpretato da Marco Fiore-Medusa Film

Dopo la sconfitta italiana di fine 800 per mano del negus Menelik II, la campagna d’Africa diventa un sogno collettivo, una promessa di avventura e grandezza per un intero paese. Il clima di quegli anni ritorna con “Ho visto un re”, il quarto film di Giorgia Farina.

Si tratta di un racconto ispirato alla storia vera di Guido Longobardi, diventato poi un grande giornalista. Ho scelto di realizzare questo film, spiega la regista, perché ho trovato lo straordinario nel reale, in una storia vera che sembra quasi impossibile da credere. Raccontarla attraverso gli occhi di un bambino mi ha permesso di trasformare il dramma in avventura e il diverso in meraviglia.

ho visto un re
Edoardo Pesce è il podestà, Marcello-Medusa Film

Siamo nel 1936. Mentre l’Italia si ubriaca con la vittoria in Etiopia, un evento eccezionale sconvolge la placida routine di una piccola città della provincia italiana: un principe africano catturato e tenuto prigioniero in una voliera nel giardino del podestà attira gli sguardi increduli degli abitanti. Per Emilio – interpretato dal giovanissimo Marco Fiore – figlio dell’ambizioso podestà Marcello (E.Pesce), e di Regina (S.Serraiocco), un’artista fragile e inquieta, è come un’apparizione. Per lui, che grazie alle avventure di Sandokan evade dal rigido mondo paterno, quando scorge il Ras, la linea tra sogno e realtà svanisce: per lui non è un selvaggio da guardare con sospetto, ma è semplicemente Sandokan, il suo eroe. Insomma, il film è un viaggio dall’illusione alla realtà, una parabola in cui ogni personaggio è costretto a fare i conti con ciò che credeva vero, trasformando la scoperta di Abraham in una sfida personale e collettiva.

Emilio accanto al padre e alla madre-Medusa Film

Si tratta di una pellicola che restituisce tutto il fascino di una storia vera, che sembra uscita da un racconto popolare, dove il reale s’intreccia con la leggenda attraverso lo sguardo meravigliato di un bambino, offrendo una prospettiva unica e sorprendente. Emilio guarda Abraham senza filtri, con lo stupore e l’immaginazione che solo l’infanzia può portare, rimarca Farina. Questa visione pura e curiosa permette di trasformare gli eventi in un’avventura straordinaria. La sua innocenza, dice, rivela aspetti nascosti della storia, trasformando l“’altro” in una persona, il “nemico” in un essere umano.

Una scena del film-Medusa Film

“Ho visto un re”, dunque, è una storia di scoperta: non solo dell’altro, ma di noi stessi e delle storie che ci raccontiamo per sentirci grandi. È un invito a guardare oltre, come fa Emilio, per trovare nel reale uno spazio di meraviglia e riscoprire quel senso di umanità condivisa che spesso dimentichiamo dietro le nostre certezze.

Il film, presentato fuori concorso al Festival di Torino, ha avuto il sostegno del MIC e della Regione Lazio. E’ distribuito da Medusa Film, controllata MFE – MediaForEurope, attraverso Mediaset.