POTENTILLA TORMENTILLA

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Potentilla

PIANTA INTERA (FLOGOSI DELLE MUCOSE) O SOLO RADICE (DIARREA)?

di Aldo Ercoli

La Potentilla è un genere di pianta erbacea talora anche arbustacea, diffusa nell’emisfero settentrionale. Se ne contano circa 350 specie, tutte appartenenti alla famiglia delle Rosaceae.

La Potentilla Tormentilla, cosi come la anserina, (a forma di “piede d’oca”), l’ Alba, la Recta e la Fructicosa sono tutte piante di montagna che vantano, da secoli, proprietà medicinali. Ma chi la conosce, chi le raccoglie?
La Tormentilla è quella più importante utilizzata in fitoterapia. “Potens”, che dà il nome alla Tormentilla, ossia potentilla, è cosi detta in virtù della sua potenza terapeutica. Il latino “tormina” (dolori viscerali) offre il cognome (Tormentilla) per le diarree con dolenza addominale.

E’ ben diverso in terapia fitoterapica l’uso della pianta intera da quella della sola radice . Tutto dipende dalla quantità e qualità dei principi attivi. La radice è ricca di un glicoside triterpenico (detto tormentoisoide) che assieme agli indispensabili tannini può vantare una evidente azione antidiarroica, antinfiammatoria ed antibatterica.

La pianta intera, da cui si ricava la T.M. (Tintura Madre) sfrutta tutta la sinergia del fitocomplesso: grande quantità di tannini catetici con netta azione antiflogistica associata agli acidi chinovici e sineptici (ma non solo) che possiedono un’attività coagulante, arrestando l’emorragia e favorendo la cicatrizzazione.

E vi pare poco? E’ per questo motivo che è giusto (J.Hellemont, Compendium de Phytothérapie Bruxelles. 1966). Paracelso, grande genio scientifico, aveva notato che durante la conservazione della droga i suoi tannini (i soli nel mondo vegetale) lentamente si trasformano in flebogeni insolubili in acqua (polvere solida) di colore rosso (è chiamato infatti rosso di Tormentilla). Era per lui il segnale della natura del rosso del sangue.

La medicina ufficiale, allopatica, utilizza, tra gli altri farmaci, l’acido tranexamico (tranex, ugurol) per favorire e accelerare la coagulazione del sangue grazie alla sua proprietà antifibrinolitica. Nelle epistassi cosi come nelle gengivirragie (ossia nelle mucose accessibili dall’esterno) dei tamponi inibevuti di acido tranexamico sono in grado di arrestare forme non gravi di epistassi (fuoriuscita di sangue dal naso) e di gengiviti emorragiche.

La medicina naturale fitoterapica ha da sempre utilizzato, a livello empirico popolare, la pianta fresca della Potentilla tormentilla immersa nell’alcol. Un antenato – percussore della moderna T.M. (Titolo alcolico 65° C). Forme farmaceutiche e posologia. Potentilla tormentilla T.M.: 30 gtt, tre volte al di, uso collutorio o esterno antiemorragico (epistassi). Gentiviti con odontalgia (mal di denti)?

Sangue dalle gengive? Stomatiti con afte del cavo orale?
La Tormentilla viene di volta in volta (ma sempre lei è presente) associato al Timolo (gengiviti), al Poligonum b. ed alla Calendula (afte stomatite), alla Salvia (gengive infiammate sanguinanti al fine di cicatrizzarle).

Discorso differente quando si utilizza la sola radice (rizomi) della Tormentilla. Il tormentoside associato ai tannini comporta una triplice azione: antidiarroica, antibatterica, antinfiammatoria. L’impiego terapeutico non è esterno, ma per via orale, avvalendosi di capsule, nelle diarree acute aspecifiche. Potentilla tormentilla cps (polvere 0,25 gr per cps): una cps ogni quattro ore fino alla guarigione della diarrea acuta.

Con il termine di diarrea aspecifica ci riferiamo alle forme gastroenterologiche intestinali di lieve intensità che la medicina ufficiale tratta con un ‘associazione di farmaci antidiarroici e/o antibiotici: bacitracina più neomicina (Brimixin cps); rifamicina (Rifacol), rifamicina sodica (Dotecine) rifaximina (Normix).

Farmaci utilizzati nelle diarree non specifiche e nella profilassi della diverticolite del colon (diverticolosi). Non certamente nel Colera (Vibri coleris con profuse scariche 50-100 volte al giorno, feci bianche risiformi, vomito, dolori addominali). Né nella Shigellosi (Schigellia dissenterica con abbondante diarrea, emissione rettali muco purulente e, più spesso, anche ematiche). Lo stesso vale per la febbre tifoide (Salmonella Tiphy, diarrea con feci “a purea di piselli”, abbondante e di cattivo odore). E’ chiaro che in tutti questi casi di gravi forme diarroiche dobbiamo ricorrere alla terapia convenzionale con antibiotici (moderne tetracicline, chinolonici, macrolidi etc.) associati a terapia reidratante, remineralizzante per via endovenosa (flebo). La terapia delle forme diarroiche aspecifiche acute, di cui trattiamo, va impiegata per pochi giorni fino alla completa guarigione. Nelle patologie severe sopracitate la terapia va protratta molto più a lungo (1-2 settimane).