Tullio De Piscopo: “Con Pino Daniele abbiamo fatto la storia”

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di Felicia Caggianelli

È entrato nell’olimpo delle celebrità che hanno fatto la storia del Jazz. Con il brano ‘Andamento Lento’ è salito in cima alle classifiche, ai microfoni de L’Ortica, Tullio de Piscopo. Ha respirato aria di musica sin da quando ha emesso il primo vagito.  Franco Cerri è stato uno dei primi artisti a credere in lui, quando appena ragazzino ha lasciato Napoli all’insegna di Torino prima e Milano dopo, per inseguire il suo sogno: trovare la musica. Batterista, percussionista, cantautore è sempre andato avanti fermamente convinto che chi si ferma è perduto. Si definisce: fortunato, perché  adora il proprio lavoro. Amante della famiglia e dei suoi nipotini, abbastanza tosto per poter sempre far bene nella vita, rispettoso verso gli altri e onesto. Da buon napoletano verace e senza fronzoli aggiunti con grande naturalezza si è concesso alle nostre domande rivelandoci anche alcune chicche divertenti del suo vissuto quotidiano, come la consuetudine di accendere lo stereo, quando è sotto la doccia, per ripassare le canzoni in scaletta.

Lei è un’icona della musica, era proprio questo il suo sogno?

“Ho visto percussioni varie sin dal primo momento che ho aperto gli occhi, dopotutto non poteva che essere così essendo figlio d’arte, sia mio padre che mio fratello Romeo erano batteristi. In casa circolavano gli LP in vinile dei grandi del jazz come:Miles Davis, Charlie Mingus, Max Roach! Li guardavo e fantasticavo.  Confesso che a volte stringevo tra le mani il disco di Max Roach e lo baciavo. E un giorno…tu guarda i casi della vita,  a gennaio dell’1989 mi ritrovai a suonare proprio con Max Roach al Festival Internazionale di Jazz di Bologna. Addirittura sostituì, in quell’occasione, un altro mio papà  grande artista jazz, Art Blakey. A distanza di anni, rievocare certi ricordi mi provoca tanta emozione. Ricordo quel giorno come  il coronamento di un sogno, non capivo niente. Ero con Max Roach, il mio idolo,  l’artista del quale solo poco tempo prima ero solito prendere tra le mani il suo disco: Percussion Bitter Sweet , amaro dolce, per baciare la copertina. Fantastico! Molte delle cose che sognavo si sono avverate. Poi sappiamo com’è la vita, amara e dolce. Le delusioni, anche affettive, i  troppi dolori,  le perdite di grandi amici cari come Rino Zurzolo e Pino Daniele ultimamente ti riportano alla cruda realtà. Però la vita continua e si cerca di fare il meglio ritornando ai sogni di quando eri piccolo. E ti impegni per far bene il proprio lavoro per te stesso e per gli altri che credono in te.”

Lei ha suonato con i grandi della musica italiana. Che ricordo ha di Pino Daniele?

“Con Pino Daniele abbiamo fatto la storia. Quando suonavamo insieme si creava una magia unica, non c’era bisogno di fare le prove. Anche quando non ci vedevamo e non ci sentivamo per tanto tempo, ed è successo, c’era sempre questa sintonia nell’aria tra noi. Per esempio: Se io compravo una maglia, una giacca o un tamburo pensavo: chissà se a lui piace, e la stessa cosa succedeva a lui. Un’amicizia oltre la musica. Oltre tutto. Non ci sentivamo perché non stavamo assieme, però quando ascoltavo i suoi dischi  c’era sempre dentro qualcosa di mio,  così come nei miei dischi c’era qualcosa che rimandava a lui. C’era sempre questa sintonia. Era una cosa straordinaria che  oggi mi manca tanto.  Ricordo che dopo la sua morte, per circa sei mesi ho smesso di suonare, non volevo fare più niente, però ho dovuto reagire perché la musica è la vita, senza suonare io sono morto”.

Con il brano ‘Andamento Lento’ di fatto ha scalato le classifiche, che ricordo ha di questa esperienza?

“Io lo chiamerei Santo Andamento Lento. Mi ha dato la possibilità di comprare la casa che la mia famiglia si meritava. Dopo tanti anni di sacrifici è stato un bel traguardo pagato con soldi contanti. Niente mutuo. Ricordo che chiesi: scusate ma quando pago poi alla fine di più con il mutuo? Mi fu risposto: 100milioni. No! Esclamai. Pago tutto in contanti.”

De Piscopo attualmente è insegnante di ritmo. Che rapporto ha con questi giovani artisti? “Un rapporto bellissimo di dare e avere. Io do a loro la mia esperienza mentre loro mi trasmettono un carica ed una forza vitale  indescrivibile. È  uno scambio reciproco. Ogni tanto andiamo a mangiare una pizza tutti insieme, siamo una bella famiglia”.

Di fatto lei è la memoria di uno spaccato di storia musicale italiana. Com’è cambiata nel tempo?

“Oggi la musica è in crisi, per fortuna funziona molto il live anche se discograficamente è finita. Oggi come oggi si realizzano i dischi e non si sa cosa farsene. Uno se li porta insieme come presentazione, come demo, ma nulla più. È  un vero peccato perché questi giovani dove vanno a suonare? Non ci sono le giuste collocazioni, non ci sono gli spazi non riescono a imprimere le loro idee su un supporto magnetico perché le case discografiche non investono. È  una situazione davvero triste prima si additava la pirateria, adesso sono falliti pure quelli che realizzavano i dischi falsi.”

Che consiglio darebbe a chi si presta ad intraprendere questo percorso?

“Bisogna essere onesti con se stessi. Io dico se sai veramente di avere qualcosa di forte dentro di te devi mollare il tuo paese, devi andare in cerca di quella stella, di quel qualcosa che ti darà la possibilità di tirar fuori il tuo talento. Devi darti da fare aspettando il momento giusto, il mese giusto, il giorno giusto e il minuto giusto. Non puoi rimanere sotto le sottane della mamma che ti prepara lo spaghetto e i  tortellini. Devi soffrire. Se senti che hai dentro una forza, vai.Fatti vedere.  E se non ti vedono fermati e fatti sentire”.

È per questa forza che ha lasciato Napoli?

“Ho lasciato Napoli in cerca della musica perché a Napoli non si poteva fare un certo tipo di musica allora. Adesso si può fare dappertutto”.

Abbiamo letto che ha anche combattuto contro un brutto male…

Quella è stata un’esperienza dura. L’ho superata grazie all’amore della famiglia, di mia moglie, dei miei figli e dei miei nipotini. È stato un vero miracolo della Madonna.  Devo ringraziare anche Pino Daniele  e la sua musica. Lui era l’unico che sapeva quello che stavo passando. Io avevo detto a tutti una bugia. Al manager dissi: non ti preoccupare è una fesseria è un interventino, una cosa da niente. Quando lo venne a sapere Pino disse: impossibile, Tullio non l’avrebbe detto se era una fesseria, una cosa da niente. Sono preoccupato, prenotatemi il treno; e così me lo ritrovai  in ospedale. Anche lui mi ha salvato. E adesso sono qua con l’amore e questo grande miracolo della Madonna che sono andato a ringraziare non appena mi sono rimesso. È  successo alla fine del 2012 e nel 2013 sono andato a Medjugorje. Per me è diventato un appuntamento annuale”.

Il tuo rapporto con lo sport?

“Bellissimo. Forza Napoli! È  divertente Sarri, l’allenatore, è un vero signore. Ha dato una svolta ma non solo al Napoli a tutto il calcio italiano. Si mette la sua tutina senza fronzoli e fa il calcio. È bellissimo. È un personaggio vero e crede in quello che fa. I giocatori sono bravissimi, lo hanno seguito e a distanza di due anni sono venuti fuori dei grandi talenti. Non c’è stato bisogno di cambiare nessuno in squadra, sono  già forti così, ha fatto solo una piccola aggiunta”.