PIANO PANDEMICO, IL GOVERNO CONSOLIDA LE MISURE LIBERTICIDE

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Era il 21 Febbraio 2020 quando in Italia venne identificato il così detto paziente zero e il governo Conte bis dava il via alla più grave violazione di diritti umani della storia della Repubblica italiana.

Iniziava così il regime del Terrore, che, grazie all’assenza di un’opposizione politica e culturale, sarebbe durato circa tre anni: il tempo necessario per sgretolare a colpi di picconate, dpcm e decreti, la già traballante democrazia liberale. Una farsa oscena che ha causato il più grande trasferimento di denaro dal pubblico al privato, un mastodontico esproprio legalizzato (che attualmente continua per mezzo dell’emergenza bellica) con immiserimento dei ceti medio bassi, chiusura definitiva di migliaia di imprese, nonché esplosione di malattie mentali, degrado del sistema sanitario e scolastico e un imbarbarimento delle relazioni umane come mai si era visto nella storia dell’umanità che, tra le tante, ha condannato gli anziani e i fragili all’isolamento nelle RSA e negli ospedali.

Ebbene a distanza di un quinquennio, per celebrare degnamente l’anniversario di quell’obbrobrio, cosa fa il governo Meloni? Presenta il piano pandemico 2025 -29, un piano che ricalca le stesse politiche del Conte Bis e gli stessi metodi polizieschi, ma con una miglioria sul piano della forma. Non più Dpcm, – troppo deboli sul piano della legittimità – bensì decreti aventi forza di legge.

In sostanza il Governo Meloni segue la via tracciata da Draghi consolidando il potere dello Stato ed il suo diritto di poter fare carne di porco dei diritti della persona in forza di legge invece che per Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.

Il piano pandemico del governo Meloni non è altro che la riproposizione più furba dell’affaire 19. E non c’è da stare sereni, perché, come abbiamo visto, non esiste vincolo che non possa essere abbattuto, non c’è limite che non possa essere valicato . Al di là delle “verità” scientifiche, tecnico sanitarie, completamente monopolizzate dai colossi farmaceutici nel quasi totale asservimento della ricerca e della medicina, in un piano pandemico accettabile dovrebbero essere definiti e scritti a lettere cubitali i paletti oltre i quali allo Stato non è concesso andare nella compressione della libertà della persona.

Dovremmo per esempio leggere che la libertà di cura e il diritto al lavoro rappresentano dei cardini della dignità umana, che il divieto generalizzato di assistere ai propricari è una barbarie, che mai più verranno imposte misure non supportate da documentazione che ne attesti l’inequivocabile efficacia e assenza di rischi fisici e mentali come è successo con le mascherine, il lockdown, Dad e il Green pass. Ma tutto questo non c’è nel piano pandemico 2025-29. C’è invece tutto il bestiario covidista.

C’è l’immancabile lotta alla disinformazione, ossia la censura del dissenso; c’è la campagna di informazione che deve persuadere che le vaccinazioni hanno un rapporto rischi/benefici favorevole (quindi l’informazione viene ridotta a propaganda); ci sono le vaccinazioni di massa nonché “l’approvazione accelerata” dei vaccini, ossia immissione sul mercato di prodotti non testati nei loro aspetti fondamentali esattamente come è accaduto con i vaccini covid; si parla di anche smart working, DAD e distanziamento sociale (il che significa misure che si adottano con lockdown), divieto di assembramenti e persino le mascherine.

L’aspetto più preoccupante è soprattutto la subalternità all’OMS: viene infatti specificato che questo piano pandemico segue il Regolamento Sanitario Internazionale (RSI), che con i nuovi emendamenti conferisce enormi poteri al direttore generale dell’OMS che può decidere e dichiarare emergenza quando vuole (magari per virus respiratorio con una letalità reale simile a quella di una influenza come è successo con il covid).

Non dimentichiamoci poi che in base al nuovo RSI, l’OMS può imporre restrizioni ai singoli paesi aderenti. Questo piano pandemico si muove in una direttiva che appare chiara, nonostante le tante ambiguità contenute nel testo, con una triplice finalità: lasciare il Paese in balia dell’OMS, organizzazione in cui a farla da padroni sono gli interessi di privati; confermare la narrazione pandemica invece che smontarla e condannarla; consolidare lo strapotere dello Stato a scapito dei diritti della persona.

Il consolidamento e la normalizzazione della violazione di diritti essenziali è avvenuta in primis per mano della magistratura che ha sostanzialmente confermato la legittimità delle restrizioni covid.

Ora con il nuovo piano pandemico è stato ottenuto un ulteriore rafforzamento. In tale contesto la Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulla gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 assolve anche’essa alla medesima funzione, ossia di confermare l’intera narrazione covidista e la ragionevolezza dell’intero pacchetto di misure totalitarie in totale disprezzo della dignità, salute e libertà della persona.

Una commissione d’inchiesta seria dovrebbe indagare per esempio sul demenziale obbligo di mascherine in assenza di prove di efficacia e assenza di rischi, dal momento che, come disse una volta il dottor Alberto Donzelli in un’intervista “una misura di sanità pubblica, per essere resa universale e obbligatoria, dovrebbe rispettare almeno tre condizioni: che ci siano prove forti dei suoi benefici, che i benefici attesi sovrastino eventuali danni o inconvenienti e, in mancanza di queste due condizioni ma sotto la pressione di un’emergenza sanitaria, che ci siano almeno ragionamenti logici a supporto degli effetti netti di questa misura. Queste tre condizioni, nel caso delle mascherine all’aperto, mancano nella maniera più assoluta”.*

E invece cosa fa la Commissione Covid? Si limita a “svelarci”che a inizio pandemia sarebbero state importate mascherine “inidonee”, quasi come se esistessero davvero mascherine idonee a impedire il contagio e prive di rischi. In altre parole la gestione dell’emergenza covid con le sue misure liberticide viene puntualmente e “democraticamente” confermata, corroborata, legittimata.

In pasto all’opinione pubblica viene lanciato qualche scaldalo di secondo ordine, che però non intacca la sostanza della narrazione pandemica ma la rafforza, per poter affermare di aver definitivamente restituito agli italiani la “verità”, come affermato da Alice Buonguerrieri, deputata di Fdi. Ovviamente, in merito agli obblighi vaccinali con prodotti rischiosi dall’efficacia tanto scarsa quanto evanescente, il silenzio è quasi assoluto.

Editoriale di Miriam Alborghetti