PROF. BONUCCI: “SONO MIGLIAIA GLI ARTICOLI PEER-REVIEWED SULL’EFFICACIA CLINICA E SUI MECCANISMI D’AZIONE DEI RIMEDI OMEOPATICI”.
Questa è la lettera che è stata inviata dal Prof. Massimo Bonucci, Specialista in Oncologia Medica e Anatomia Patologica, Presidente, Fondazione ARTOI – Associazione di Ricerca per Terapie Oncologiche Integrate, ai tre Direttori delle testate giornalistiche – La Stampa, La Repubblica e Il Messaggero – che hanno pubblicato l’articolo del dr Roberto Buirioni in merito alla medicina omeopatica e i medici che prescrivono cure omeopatiche.
Gentile Direttore,
condivido pienamente l’esigenza di assicurare rigore metodologico e chiarezza nell’informazione sanitaria, soprattutto quando si trattano tematiche riguardanti la salute pubblica. Tuttavia, desidero esprimere alcune riflessioni in merito alla selezione degli interlocutori cui affidare l’analisi di argomenti specialistici.
In ambito medico-scientifico, il principio della competenza settoriale è fondamentale: non si affiderebbe, infatti, a un cardiologo l’analisi di problematiche neurologiche o oculistiche. Analogamente, risulta discutibile coinvolgere un immunologo nell’elaborazione di valutazioni sull’omeopatia, che si fonda su presupposti teorici, metodologici e clinici distinti. In tale contesto, l’opinione del Prof. Roberto Burioni, sebbene rispettabile come posizione personale, appare viziata da una carenza di formazione specifica nel campo dell’omeopatia.
È opportuno ricordare che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel documento WHO Traditional Medicine Strategy 2014–2023, riconosce il valore delle medicine tradizionali e complementari, tra cui l’omeopatia, come parte integrante di numerosi sistemi sanitari (OMS, 2013). L’omeopatia è, infatti, ufficialmente riconosciuta come trattamento medico in India e come medicina tradizionale in paesi quali Cina, Corea del Sud e Giappone, oltre che accettata in diversi Stati europei, tra cui Francia, Svizzera, Germania, Regno Unito, Spagna, Portogallo e Belgio.
Pertanto, sulla base della definizione fornita dall’OMS sull’uso delle terapie tradizionali, si può affermare che tali trattamenti, pur con limiti ben definiti, hanno dimostrato una comprovata efficacia in ambiti specifici, così come accade per molte altre terapie, come sottolineo personalmente.
Per quanto riguarda l’affermazione secondo cui l’omeopatia sarebbe priva di base scientifica e di supporto nella letteratura, una semplice consultazione delle principali banche dati bibliografiche, come PubMed, Scopus ed Embase, restituisce migliaia di articoli peer-reviewed sull’efficacia clinica e sui meccanismi d’azione dei rimedi omeopatici.
Inoltre, per quanto concerne l’obiezione relativa alla diluizione estrema dei rimedi omeopatici, è utile ricordare che la farmacologia moderna impiega principi attivi in dosaggi infinitesimali: basti pensare agli ormoni come FSH o LH, utilizzati in concentrazioni pari a picogrammi o fentomoli (10⁻⁹–10⁻¹² moli). Analogamente, la logica omeopatica si basa sul principio immunologico secondo cui una sostanza somministrata in dosi minime può indurre una risposta terapeutica, come nel caso dei vaccini attenuati.
Infine, l’argomentazione che attribuisce l’efficacia dell’omeopatia al solo effetto placebo risulta empiricamente confutabile. Esistono infatti numerose evidenze sull’impiego dell’omeopatia in ambito veterinario e fitoterapico, contesti in cui l’interferenza psicologica è quasi inesistente (cfr. Mathie RT et al., 2014; Camerlink I et al., Homeopathy for pigs, Veterinary Record, 2010).
Mi scuso per la lunghezza dell’intervento, ma ritengo doveroso, in un contesto di comunicazione scientifica, richiamare il principio della competenza, sancito anche dal Codice Deontologico Medico (FNOMCeO, 2014, artt. 5 e 13), nonché l’esigenza di un’informazione pluralistica e fondata sull’evidenza, che favorisca il confronto e rispetti la complessità del sapere medico.
Auspico, pertanto, che in futuro, nell’affrontare tematiche così specifiche, venga data voce a professionisti effettivamente competenti nel campo trattato, nel pieno rispetto del dibattito scientifico e del diritto dei cittadini a un’informazione completa, equilibrata e ben documentata.
Con osservanza,
Prof. Massimo Bonucci, MD
Specialista in Oncologia Medica e Anatomia Patologica
Presidente, Fondazione ARTOI – Associazione di Ricerca per Terapie Oncologiche Integrate
Ambasciatore della Società di Oncologia Integrata (SIO)
Co-Chair, International Group of Integrative Oncology
Direttore, Dipartimento di Scienze Oncologiche, Consorzio InterUniversitario Humanitas
Visiting Professor, Zhejiang Chinese Medical University (Hangzhou)