OMAGGIO A PIER PAOLO PASOLINI E ANNA MAGNANI

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RASSEGNA CINEMATOGRAFICA A CURA DI MICHELE CASTIELLO AL PALAZZO DEL GRANARONE.

Michele Castiello annuncia la ripresa della rassegna dedicata a Pier Paolo Pasolini e Anna Magnani, ripartita nel pomeriggio di sabato 9 aprile col capolavoro pasoliniano Edipo Re.
“Da quasi duemilacinquecento anni, sulla scena senza tempo del teatro, il personaggio di Edipo rappresenta l’essere umano, che pur del tutto innocente, la divinità ha voluto gravare delle più terribili colpe che si possano immaginare…”

Prossimo appuntamento della rassegna a cura del docente di storia del cinema sarà sabato 23 aprile alle ore 16.30 con “Pelle di Serpente” di Sidney Lumet, interpreti la grande attrice romana Anna Magnani e Marlon Brando, agli inizi della sua folgorante carriera (aveva girato con Elia Kazan Fronte del porto e Un tram che si chiama desiderio). Qui viene affiancato dall’attrice romana reduce dall’Oscar ricevuto per la migliore interpretazione de La rosa tatuata, tratto da un dramma di Tennessee Williams.

” Quando aprii la porta” – racconta la Magnani- “vidi un ragazzo alto e biondo con una dolce espressione da San Francesco e lo sguardo magnetico. A quel tempo Brando posava ancora a campione della gioventù ribelle e non si era certo preso la briga di mettersi la cravatta; ma mi portò un dono: uno strumento africano, che ho conservato, con una rosa rossa infilata nel manico.

Pelle di serpente

Val Xavier, un giovane con un passato di avventurosi vagabondaggi, arriva in una cittadina del Sud degli Stati Uniti ancora avvolta da costumi puritani e pregiudizi razziali, cerca un luogo dove stabilirsi e trovare un lavoro fisso e oltre ad essere un brillante oratore, (con le sue pause e le sue pose) è un bravo suonatore di chitarra e un consumato play-boy. Lady Torrance è una delle donne del posto. È ormai vicina al declino e vive una vita monotona, all’ombra di un marito cattivo che non ha mai appagato il suo desiderio di amore, che ora è inchiodato al letto da una malattia degenerativa ed irreversibile. Lei viene subito colpita dalla bellezza di Val, e ben presto se ne innamora, lo assume come aiuto all’emporio facendone, senza alcuna remora, il suo amante.

Cosa ci racconta il film

Tratto dall’opera teatrale “Orpheus Descending”(Orfeo agl’inferi”) di T. Williams, ambientato, come altre opere dello scrittore, nel sud degli Stati Uniti, è una sorta di attualizzazione del mito di Orfeo ed Euridice, dove il paese in cui finisce Val rappresenta l’inferno in terra, soprattutto per il personaggio di Lady. La pellicola vale soprattutto per la prova della coppia Brando/Magnani (senza dimenticare la bravissima J. Woodward) cui, nonostante alcuni squilibri creati dai due diversi stili di recitazione, si deve il merito della rappresentazione di una passione torbida e distruttiva.
La scrittura cerca di riflettere il lato morboso e corrotto della vicenda, non senza qualche forzato compiacimento. Notevoli le scenografie che racchiudono i personaggi e le loro emozioni in claustrofobici interni, e bella ricostruzione di un sud americano barocco e fatiscente, esaltato dalla fotografia di Boris Kaufman.

Non vi sembra esageratamente crudele come storia?
In effetti lo è, del tipo “Vogliamo farci proprio del male” (noi umani) ma la delirante visione del mondo che T. Williams offre purtroppo non è così assurda e perciò ancor più dolorosa. Essere spaventati dal potere delle donne e dalle minoranze e dai diversi. La società odierna, e quella americana d’allora con un grande che ancora lavorava e controllava il suo lavoro (alludo a T. Williams). Ancora oggi la nostra società è terribilmente spaventata dal potere delle donne e dalle minoranze. E sempre oggi la bellezza può rappresentare un ostacolo in alcune situazioni e molti individui continuano a lottare, invano, per affermare la propria felicità. Ma questo non è l’unico motivo per vedere questo film assai ignorato. Considerarlo un film da recuperare sarebbe inesatto e ingiusto, giacché l’accoppiata Magnani/Brando basta a salvarlo dal dimenticatoio. Eppure il film fu accolto da critiche piuttosto negative dalle quali non è mai stato riabilitato.

Questi sono i motivi per rivederlo. Questo film annuncia la ripresa della rassegna in grande stile e segue in parallelo quella più consistente dedicata a Pasolini a cent’anni dalla nascita.