Offese al sindaco Grando, arrivano le denunce o i lavori socialmente utili

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Chi è causa del suo mal, in questo caso della sua stoltezza, pianga se stesso. 

E definizione mai fu più calzante per tutti quei leoni della tastiera che ieri hanno offeso il sindaco di Ladispoli, reo a loro giudizio, di aver riaperto le scuole dopo le intemperie. Ebbene, come era prevedibile, per tutti questi eroi dei social, ora si prospettano tempi molto difficili. In questi minuti il sindaco Alessandro Grando ha emesso una nota che non lascia adito a dubbi. Chi ha sbagliato pagherà.

“E’ veramente preoccupante – dice il sindaco di Ladispoli – quanto accaduto ieri pomeriggio.  Alla notizia della riapertura delle scuole numerosi ragazzi, tutti minorenni, hanno dato un’immagine a dir poco inquietante di una parte della gioventù di Ladispoli, vomitando sul post da me pubblicato una pluralità di offese, bestemmie e parolacce. Non sono ovviamente gli insulti in sé l’aspetto più spiacevole e preoccupante di questa vicenda, bensì il fatto che questi ragazzi si esprimono con una volgarità sconcertante e non hanno il minimo rispetto per le Istituzioni. Ovviamente tutti hanno il diritto di manifestare il proprio legittimo dissenso nei confronti delle decisioni che vengono prese dall’amministrazione comunale, ma certi comportamenti non possono essere tollerati né giustificati, a maggior ragione se vedono come protagonisti dei giovani che probabilmente stanno andando in una direzione sbagliata. Alla luce di quanto accaduto mi è impossibile, come uomo e come Sindaco di questa città, fare finta di niente e non prendere i dovuti provvedimenti per condannare simili atteggiamenti e per tentare, ove possibile, di intervenire in termini educativi. Ritengo quindi di avere il dovere morale, come rappresentante delle Istituzioni, di far capire a questi ragazzi che a determinati comportamenti corrispondono delle conseguenze e che i social network non sono un luogo in cui tutto è permesso. Gli insulti che costituiscono oltraggio a pubblico ufficiale sono infatti puniti, anche su Facebook, dall’art. 341 bis del Codice Penale e chi bestemmia, oltre ad offendere il sentimento religioso di chi crede, viola nei fatti una legge dello Stato. I commenti contenenti offese e ingiurie sono stati tutti fotografati e gli autori saranno denunciati all’autorità giudiziaria. Prima di procedere in tal senso darò a questi ragazzi la possibilità di rimediare ai propri errori, presentandosi in Comune con i propri genitori per un incontro chiarificatore e per dare la propria disponibilità ad effettuare lavori socialmente utili in segno di risarcimento simbolico nei confronti della comunità di Ladispoli. Sono certo del fatto che i genitori apprezzeranno questa mia iniziativa e che collaboreranno affinché i propri figli si assumano le loro responsabilità. Invito pertanto tutti coloro i quali hanno scritto insulti di vario genere a prendere direttamente contatto con i miei uffici per fissare un appuntamento chiamando il numero di telefono 06/99231450, entro e non oltre il 12 di novembre.Diversamente sarò costretto, mio malgrado, a procedere legalmente nei confronti di tutti gli autori di questi commenti desolanti e intollerabili”.

La speranza è che questi eroi dei social capiscano che la vita reale non è sproloquiare sul web come se fosse tutto un gioco.