Ocse: “Un italiano su tre è “analfabeta funzionale”

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Perché dobbiamo preoccuparci.

«Se le persone non possono scrivere bene, non possono pensare bene e se non possono pensare bene, altri penseranno per loro» : l’insegnamento di George Orwell per salvaguardare la libertà.

L’analfabetismo funzionale, secondo la definizione che ne ha dato l’UNESCO, è una condizione secondo la quale un individuo ha la capacità di leggere, scrivere ed esprimersi in modo basilare, ma non riesce comunque a raggiungere un livello adeguato di comprensione e analisi di contenuti nel quadro di un discorso complesso. Questo stato di limitata competenza costituisce un serio ostacolo nella vita quotidiana, impedendo all’individuo di partecipare attivamente nella società e riducendolo ad un ruolo di spettatore passivo nel confronto con concetti e testi complessi.

Il problema non riguarda solamente l’individuo ma la società intera, considerando che senza gli strumenti adatti per costituire un pensiero indipendente, siamo destinati ad essere guidati da qualcuno che lo crea al nostro posto. A questo proposito lo scrittore inglese George Orwell è stato il primo a capire la relazione fra linguaggio, pensiero e potere, approfondendone il concetto nel suo libro 1984 .

Nel suo romanzo Orwell immagina un mondo distopico costituito da una società controllata in modo capillare dal Partito Unico, il quale ha l’obbiettivo di estinguere il pensiero indipendente per perpetuare la dittatura. Uno degli strumenti di controllo più efficaci è il “parlanuovo”, una nuova lingua adottata dal regime con l’obbiettivo di restringere la portata del pensiero riducendo i vocaboli, fino al punto in cui non sarà più possibile essere avversi alla dittatura.

A fronte di ciò se volessimo confrontare l’impoverimento del linguaggio nel romanzo e quello nel nostro paese, si potrebbe evidenziare una differenza: la volontà. Nel primo caso le persone sono costrette, oggi invece avviene spontaneamente.

L‘impoverimento intellettuale certamente non è ostacolato dal potere, il quale mira ad avere dei cittadini inconsapevoli, facili da manovrare e incapaci di criticare. Questo piano portato avanti attraverso decennali tagli all’istruzione e alla cultura sta dando i suoi frutti. Ad oggi infatti in media si leggono sempre meno libri e sempre più slogan, senza ovviamente approfondire gli argomenti trattati e verificare le fonti.

Dobbiamo domandarci dunque: riusciremo a diventare una società più consapevole oppure siamo destinati ad essere guidati da un leader forte che interpreta la realtà per nostro conto?

«Esiste un solo bene, la conoscenza, ed un solo male, l’ignoranza diceva Socrate, il futuro è incerto ma persiste l’idea che un libro possa cambiare tutto.

Di Francesco Sarcinella