Recensione di Lina Mazzotti
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Il romanzo Nessun segno sulla neve è un giallo il cui protagonista è Francesco un medico oncologo cinquantenne e la sua famiglia. Giulia la moglie, conosciuta durante gli studi universitari e i quattro figli; Amanda la sua preferita e Goffredo, Michele genio informatico dall’animo generoso con il quale ha molta sintonia e Luigi diciannovenne il minore.
Io sentivo, però, che da lei sarei stato sempre profondamente amato per come ero, con tutti i miei difetti che non avrebbe mai cercato di correggere. Purtroppo, sin dall’inizio, ho preso l’abitudine a tradirla con disinvoltura e distacco sì, ma senza avere una vera e propria storia extraconiugale, senza provare particolari coinvolgimenti sentimentali.
Sposare Giulia ha portato a Francesco molti vantaggi anche sul piano professionale per l’aiuto e la presenza costante del suocero, stimato ginecologo e dispensatore di consigli forgianti.
“Siamo uomini e sappiamo come vanno queste cose, ma Giulia deve essere sempre al di sopra. Ricordalo o mi avrai come nemico e non sarà piacevole te lo assicuro.”
Nonostante Francesco abbia avuto l’esempio dai genitori che si amavano di un amore complice ed esclusivo, non riesce ad avere una vita senza inganni e non prova vergogna e rimorso, lascia che le cose accadano e non interviene per evitarle.
“Volti e corpi che non hanno lasciato molto in me, solo una vaga sensazione passionale e la certezza di avere un certo fascino, nulla di più.”
La vita scorre tranquilla ma in un pomeriggio di fine estate insieme a Michele si incuriosisce a Facebook, è eccitato e felice della complicità instaurata, senza rendersi neanche conto di avere aperto il vaso di Pandora.
“Sentire che lui è in grado di trascinarmi dove non oso andare è una sensazione di enorme orgoglio, misto a una profonda tenerezza e alla nostalgia di quando ero a trascinarlo verso il mondo di cui lui, a differenza dei fratelli, aveva un’enorme paura.”
Si sa che dire continuamente bugie ci si ritrova ingabbiati in una vita non reale, così vive Francesco in un mondo tutto suo spinto dalla voglia di novità e di trasgressione, sempre a cercare un equilibrio per salvare le apparenze. Non è mai riuscito ad affermare le proprie idee apertamente, neppure con i genitori che lo volevano medico, facendo enormi sacrifici economici. È Francesco in prima persona a raccontarci la sua storia presente per poi ripercorrere l’adolescenza negli anni ‘68/73 un periodo storico determinante per la vita del singolo e della nazione. Gli anni del liceo sono per il protagonista i più spensierati ma anche quelli più complicati con le lotte politiche, per le passioni profonde e il disperato amore non ricambiato di Michela, sua compagna di classe. Forse proprio perché non lo ha mai vissuto l’amore vero ne è ancora dipendente. C’è di più del desiderio passionale, forse c’è la crisi di mezza età con i figli che diventano indipendenti a far scattare la voglia febbrile di rivederla. Attraverso i social network tutto gli sembra più facile e riappaiono i fantasmi del passato, le colpe mai confessate con la voglia del riscatto.
“Vorrei stare seduto nella sala da pranzo della minuscola casa di Villa Bonelli mentre guardo mia madre cucire. Quanto era sana lei, che riusciva a rendere quell’ambiente, angusto e buio, come fosse accogliente e pieno di luce. Lei riusciva a fare tutto in quella sala con infinito amore. Cuciva, poi levava ogni traccia del suo duro lavoro e apparecchiava per noi, servendo la cena appetitosa che aveva cucinato non so in quale momento del giorno. Come ho fatto io, che sono stato allevato da una donna come quella, a compiere ciò che ho fatto poi?”
Inizia un viaggio a ritroso nel tempo facendo dei veri salti temporali tra il presente e il passato. Con la netta percezione che era solo un’illusione accantonare i ricordi dolorosi. Ora Francesco sente che è iniziato un processo interiore che ineluttabilmente deve avvenire, così lascia affiorare tutto. Ripensa al liceo, a Nuccio suo compagno di banco e alle feste con la musica di Battisti e Don’t let me down dei Beatles. Rivede le gite al mare con gli amici e le prime sigarette fumate di nascosto. Un esercizio di nostalgie e di rimpianti per prepararsi a rivedere Milena. Sullo sfondo una Roma moderna e nell’ombra gli anni di piombo e la rivoluzione sociale. Basta ritornare davanti al vecchio liceo per vedere nuovamente i picchetti davanti al cancello, i cortei, il volantinaggio e le riunioni.
“Andrò, dopo tanti anni, davanti all’edificio del mio vecchio liceo, dove spero finalmente di capire, sì, capire prima di incontrare Milena.”
Comprendere e analizzare gli avvenimenti accaduti è diventato totalizzante per Francesco arrivando a riesumare anche l’episodio doloroso di un omicidio mai risolto. L’autrice Daniela Alibrandi riesce con grande maestria a descrivere tutti i sentimenti e i percorsi psicologici del protagonista, creando molta empatia. Caratterizza bene anche gli altri personaggi, in un primo momento sembrano di sfondo ma nel corso del racconto prendono corpo. Singolare e dinamica la narrazione intercalata da scritti del diario di Milena, figura che verso la fine del romanzo entra prepotentemente e tira tutte le fila con il suo fisico e il suo fascino. Tutto ciò concorre a dare movimenti ritmici diversi al romanzo, più calmo nei momenti riflessivi e intimisti ma anche frenetico e vibrante nell’azione, fino ad arrivare a essere serrato e incalzante lasciando il lettore senza fiato. La Suspense è alimentata da tanti piccoli particolari che si alimentano gli uni con gli altri creando una narrazione fluida dalla trama appassionante. Lo sfondo di questo intrigante romanzo è un paesaggio ben visualizzato nella lettura; Roma odierna e la città eterna del ’68 con tutte le sue contraddizioni. L’alone di mistero è sapientemente calibrato e tiene viva l’attenzione del lettore fino all’ultima pagina.
Per l’acquisto:
Libreria Scritti e Manoscritti – Via Ancona, 180, 00055 Ladispoli RM
Sinossi
PREMIO LETTERARIO NAZIONALE CIRCE 2013 – Un thriller psicologico, la cui trama inizia ai giorni nostri e porta a un avvenimento criminoso mai risolto, avvenuto nel 1968, quando il protagonista del romanzo frequentava il liceo. Questa storia, che sembrava dimenticata e sepolta, torna ad essere improvvisamente e drammaticamente attuale per lui, ora brillante e stimato medico oncologo di mezza età, quando in un caldo e pigro pomeriggio settembrino, si diverte a navigare in internet insieme al figlio. Aiutato da quest’ultimo, infatti, entra in un importate network e si imbatte nel profilo della ragazza che amava disperatamente in quegli anni, dalla quale purtroppo non era mai stato ricambiato. E’ l’inizio di un viaggio interiore intriso di profonda nostalgia, ricordi e passioni, che porterà il suo destino a intrecciarsi in modo imprevedibile con quello della ragazza, divenuta ormai una donna matura. Il romanzo offre un affresco fedele e nostalgico della vita italiana durante quegli avvenimenti sociali e politici, che segnarono in modo indelebile un’intera generazione. Ad arricchire il racconto una trama gialla che, partendo da un episodio criminoso avvenuto allora, termina con un finale imprevedibile al giorno d’oggi.
Titolo: Nessun segno sulla neve
Autore: Daniela Alibrandi
Editore: Universoeditoriale, 2015