‘Nel Lazio una maturità elettorale ignorata’

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Intervista al consigliere regionale più votato del centrodestra, Adriano Palozzi:“Elettori, stanchi di votare per il meno peggio, hanno votato per il cambiamento”di Alberto Sava

Tra gli eletti di Forza Italia alla regione del Lazio, il consigliere più votato è stato il coordinatore azzurro della provincia di Roma. Adriano Palozzi è stato eletto con 14075 preferenze nel collegio di Roma e provincia Recordman di preferenze per la coalizione di centrodestra, ciò nonostante si ritrova all’opposizione, anche se il confermato Zingaretti, malgrado il premio di maggioranza, dovrà governare con la cosiddetta ‘anatra zoppa’. Le ragioni sono da cercare a monte, nella gestione di Forza Italia, delle sue candidature. Lo afferma in una missiva Palozzi, il quale evidenzia con chiarezza tutto quel che è mancato al partito di Berlusconi. Nella chiosa della lettera, inviata ad un quotidiano della capitale, Adriano Palozzi scrive: “Il centrodestra del futuro o aggredisce il mercato elettorale attraverso programmi chiari e persone credibili o sarà destinato a diventare anonimo nei prossimi anni”. Partendo da una presa di posizione così netta, abbiamo posto alcune domande al coordinatore di Forza Italia, partito sicuramente strategico per la prossima consiliatura alla Pisana.

“Voglio essere politicamente scorretto, ma molto più concreto nell’affrontare i problemi reali che la gente vive ogni giorno e che la politica spesso non vede o fa finta di non vedere”. Ad una prima lettura, queste sue parole sembrano ascrivibili più ad un politico antisistema, che al dirigente di un partito tradizionale”. Ci vuole spiegare?

“Guardi, direttore, il concetto è molto semplice: il nostro Paese sta attraversando un contesto storico e politico, nel quale gli schieramenti tradizionali si sono profondamente allontanati dalle esigenze e dalle istanze dei cittadini, dando libero spazio al populismo e alla demagogia. E, non è un caso, che il Movimento 5 Stelle e il grillismo esistono perché speculano sui timori e sull’insicurezza della gente, quel senso di sicurezza e benessere che, viceversa, avremmo dovuto garantire noi, come classe politica. Alla luce di tutto questo, credo che sia giunto il momento di guardare in faccia alla realtà, e smetterla di nascondersi e crogiolarsi sul fatto che i cittadini possano accontentarsi del meno peggio. Il centrodestra del futuro – un futuro quanto più prossimo possibile – o aggredisce il mercato elettorale attraverso programmi chiari e persone credibili o sarà destinata a diventare anonima nei prossimi anni. Queste elezioni ci hanno dimostrato che possiamo essere ancora l’unica alternativa possibile alla sinistra e al populismo, ascoltiamo questi segnali e diamo seguito con azioni concrete. Concetti e principi che, da uomo del territorio, ho già carpito da tempo, cercando di applicare un modello politico basato su meritocrazia, rappresentatività e programmi chiari: l’entusiasmo che percepisco in qualità di coordinatore FI Provincia di Roma, da una parte, e i risultati delle elezioni regionali, dall’altra – che mi hanno consacrato il candidato al Consiglio regionale più votato del centrodestra – lo dimostrano”.

Lei è originario di Marino, ma ha preso tantissimi voti in aree geografiche lontane dai Castelli: come commenta questa ampiezza di consenso, nonostante gli errori del suo partito?

“E’ vero, sono stato sindaco di Marino per due legislature, ricoprendo poi le cariche di consigliere provinciale a Palazzo Valentini, di presidente della Cotral Spa, e di consigliere regionale del Lazio. Esperienze amministrative e istituzionali straordinarie che mi hanno permesso di conoscere e toccare con mano i bisogni e le potenzialità di tutto il territorio metropolitano, inclusa la Capitale d’Italia. Adesso, come cinque anni fa, risultare il più votato del centrodestra in Provincia rappresenta certamente una grande soddisfazione personale, ma è soprattutto il frutto del grande lavoro e del percorso di radicamento sul territorio, avviato da un gruppo forte e strutturato, costruito nel tempo, che porta a casa anche il risultato, non meno atteso, dell’elezione in Consiglio regionale della donna che ho sostenuto con forza, Laura Cartaginese, con oltre 9mila voti. È stata la dimostrazione di una lungimiranza strategico-politica e una maturità elettorale forse trascurata da altri, ma non da me”.

Ritiene ipotizzabile un’asse strutturata Lega-Forza Italia-FdI-Cinque Stelle alla Pisana, per rafforzare il muro dell’opposizione a quella che si preannuncia come una traballante maggioranza?

“Più che traballante, parlerei di una maggioranza inesistente. Le elezioni regionali ci hanno consegnato la vittoria “monca” del presidente Zingaretti e una governabilità, ad oggi, ancora difficile anche solo da ipotizzare. Il governatore del Lazio, non solo non raggiunge una maggioranza in Consiglio regionale, ma esce dalla cabina elettorale con un centrosinistra decisamente ridimensionato. Una condizione, questa, che obbligherà i “vincitori” o ad aprire un dialogo serio e senza “inciuci” su temi e programmi utili alla collettività, oppure sarà meglio tornare subito al voto, senza che una lunga agonia accompagni il governo del Lazio che ha bisogno di ben altro slancio per ripartire. Per Zingaretti, dunque, Forza Italia dovrà essere uno degli interlocutori privilegiati, visto che il nostro partito si è attestato come prima forza della coalizione di centrodestra a Roma e nel Lazio”.

Nel quadro di una battaglia per la legalità in corso da anni a Campo di Mare, sul finale della scorsa legislatura il gruppo di Forza Italia alla Regione Lazio ha presentato una mozione, sottoscritta da tutte le anime dell’opposizione: continuerà il suo impegno su questo fronte per questo territorio?

“Assolutamente sì, il mio impegno e la mia azione a tutela delle istanze del litorale nord di Roma continueranno con rinnovato slancio e grande concretezza. Come, d’altronde, già fatto in questi cinque anni di legislatura regionale, oggi ufficialmente al termine. Ricordo, in particolare, la vicenda dell’Ostilia, lottizzazione abusiva di circa 170 ettari realizzata in località Campo di Mare. Una vicenda travagliata, complicata, che richiede chiarezza da parte del Comune di Cerveteri e della Regione Lazio, che ho stimolato – e continuerò a sollecitare – con interrogazione e audizioni”.

 

Dall’intervista rilasciataci dal consigliere Adriano Palozzi sono emersi spunti per alcune riflessioni. Poiché, come diceva una vecchia volpe della prima repubblica, i voti non si contano, ma si pesano, non è peregrino affermare che, nonostante il risultato, alla regione Lazio sia cambiato tutto. Infatti, se è vero che c’è stata la riconferma del governatore uscente, è altrettanto vero che Zingaretti può matematicamente contare su meno consiglieri rispetto all’opposizione. Difficile quindi che alla Pisana possa nascere un governo con qualche possibilità di sopravvivenza, senza un’intesa tra maggioranza ed opposizione. E si tratterebbe comunque di equilibri precari, stabili come le foglie al vento. Per ora, una delle poche considerazioni che propendono per un percorso senza sorprese, riguarda il fatto che, l’unica alternativa alla nascita di un ‘Zingaretti bis’, sarebbe un immediato, clamoroso ritorno alle urne. Troppo fresche ancora le stampe dei santini e la colla dei manifesti, per convincere molti degli eletti, magari non tutti, a registrare il record della consiliatura regionale più breve della storia. I riflessi sui territori di un simile quadro regionale comunque ci sono, sono tanti e sono forti. Parlando del nostro territorio: oggi, per esempio, nonostante tutto sia apparentemente rimasto come prima, per la regione sarebbe ben più difficile attuare provvedimenti ‘magnanimi’ in favore della graditissima amministrazione comunale di Cerveteri, la quale, invece, come denunciato in Consiglio regionale dallo stesso Adriano Palozzi, e da tutto il centrodestra, non è minimamente all’altezza di una soluzione definitiva per il ‘moloch’ dell’Ostilia, che da decenni tiene in ostaggio il litorale cerveterano. Eh, sì che bisognava considerare tutto come già fatto!