Nel Lazio in classe con il cappotto perché fa freddo

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Intanto nessuna chiusura anticipata delle scuole.

Mentre alcuni studenti di un liceo sportivo romano sono a casa a causa dell’impianto di riscaldamento guasto che rende la classe gelida ed inospitale la comunicazione dell’assessorato alla scuola della Regione Lazio rimanda all’efficienza e alla sicurezza di studenti, docenti e personale scolastico.

Aggiornamento delle ore 18 di martedì 14 dicembre “Nel Lazio non è prevista alcuna chiusura anticipata delle scuole”. A dichiararlo è Claudio Di Berardino, assessore alla Scuola della Regione Lazio. “Le lezioni proseguiranno regolarmente secondo il previsto calendario scolastico […]Come Regione continuiamo a lavorare per garantire a studentesse, studenti, insegnanti e personale scolastico un’attività in presenza in completa sicurezza”.

Si punta alla sicurezza ma non ai servizi di base. É il caso di un plesso scolastico di Roma dove una classe situata al quinto piano dello stabile da più di una settimana è senza riscaldamento. Dopo giorni al gelo gli studenti hanno deciso di rimanere a casa in attesa di risposte. Anzi di calore, con il calo delle temperature registrato nella Capitale non bastava più restare seduti con il cappotto, la sciarpa e il cappello. Agli organi competenti è stato segnalato il problema, stanno facendo continue richieste e pare si trovino anch’essi in attesa di risposte che tardano ad arrivare.
Genitori e studenti intanto si domandano quante ore di lezione perderanno nell’attesa, la macchina burocratica paralizza il dirigente scolastico o forse la mancanza di fondi che per la scuola sembrano sempre mancare nonostante i tanti Euro reclamizzati per il settore scolastico. Non resta che attendere la primavera?
Eppure una volta se i riscaldamenti non funzionavano la scuola rimaneva chiusa, nel 2021 sono i ragazzi che infreddoliti e con la paura di prendersi un malanno scelgono (si fa per dire) di restare a casa, di giustificare un’assenza, definiti pure irresponsabili. Parliamo di adolescenti che avendo passato 12 mesi in didattica a distanza sono ben felici di ritrovarsi in presenza. Nonostante le tubature rotte, il bagno intasato, le finestre spalancate e la ricreazione sul banco. Come regione inizieranno a lavorare per garantire il diritto allo studio?

Oggi a Roma dopo il nuovo tentativo, fallito, di essere ricevuti dal dirigente scolastico gli studenti della classe “inospitale” senza risposte, restano fuori nella speranza di trovare lunedì i termosifoni accesi.