MIRTILLO ROSSO E NERO PROPRIETÀ E INDICAZIONI CLINICHE

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Mirtili rossi

 

 

E’ un arbusto, il mirtillo (dal francese myrtille), appartenente alla famiglia delle Ericacee che produce bacche (frutti) nero – azzurro scuro oppure rosse. Mirtillo nero (Vaccinum myrtillus) o Mirtillo rosso (Vaccinum vitis idaea)?

Il nome “vaccinum” deriva da “vacca”, in quanto la pianta è molto ricercata dai bovini nei pascoli montani. Il Mirtillo rosso (la vite del monte Ida Creta) è cosi chiamata, erroneamente, con questo appellativo perché in realtà non è mai stata presente su quella montagna. Vive altrove.

In medicina naturale si utilizzano soprattutto i giovani getti in molti disturbi che colpiscono il colon: intestino irritabile, meteorismo, alterazioni dell’alvo a prevalente stipsi.

Vaccinum vitis idaea MG 1 DH 50 gtt 2 volte al giorno per almeno due settimane. Questo gemmo terapico possiede un’azione regolatrice di tipo bifasico sulla motilità del colon.

1)Un’azione sulla motilità intestinale,tonica, stimolante la peristalsi e migliorante la stipsi.

2)Un’azione sedativa sull’ipertono spastico, antispasmodica.

E’ per questi motivi che questo gemmoterapico è assai utile e prezioso nel trattamento del colon irritabile su base spastica con conseguente meteorismo e stipsi. Le gemme del Mirtillo rosso possiedono proprietà antinfiammatorie,rimineralizza nti e normalizzanti la funzione intestinale migliorando la stipsi.

Più modesta è la sua attività a livello antipertensivo – aterosclerotico ed a carico delle vie urinarie (cistiti, uretriti,cistopieliti, colobacillosi). Non sottovaluterei invece le proprietà di estrogeno naturale utile nella donna in menopausa, perché in grado di <<riattivare la funzionalità delle ovaie ialinizzate>> (E.Campanini. Dizionario di fitoterapia e pianta medicinali 1998).

Le carenze di estrogeni comporta disturbi … cutanei e vaginali, vampate di calore, alterazioni dell’umore, osteoporosi. Nelle tipologie sensibili lo associo al fitoterapico Salvia officinalis.

Il Mirtillo nero (Vaccinum myrtillus) viene utilizzato non come gemmoterapico ma come fitoterapico: T.M. (da frutto fresco) 30 – 40 gtt tre volte al di o in cps da 100 – 200 mg di polvere, una volta al giorno (stesso periodo). La materia prima è costituita, a seconda delle indicazioni cliniche, sia dalla bacche (frutti) nature che dalle foglie.

Queste ultime contengono <<tannini catechici ad attività astringente e antidiarroico; neomirtilina (glucoside gallico ad azione ipoglicemizzante)>> (B.Brigo. L’uomo, la fitoterapia, la gemmo terapia 1997). Le foglie del Mirtillo nero sono indicate (all’opposto del gemmo terapico del Mirtillo Rosso) nel colon irritabile a prevalenza diarroica, colobacillosi, enteriti acute infantili (10 gtt T.M. 3 volte die). Per la loro blanda azione ipoglicemizzante sono anche utili nel diabete mellito di modesta entità. Ben differenti sono le indicazioni terapeutiche delle bacche (frutti),vegetali leader in oftalmologia perché migliorano alcuni disturbi visivi: adattamento alla luce crepuscolare, alcune degenerazioni retiniche (specie diabetiche,meno ipertensive – aterosclerotiche), rare miopie. E’ l’incremento della rigenerazione della rodopsina quello che migliora che visione notturna.

Le bacche sono ricche di antocianosidi (delfinidina, cionidina, petunidina …) capaci di agire sulla microcircolazione, aumentando la resistenza dei capillari e diminuendo la loro permeabilità. In sintesi esplicano un’azione simile a quella della vitamina P. Gli antociani (glucosidi antocianici) sono dei veri vaso protettori. La riduzione della permeabilità e della fragilità a livello capillare (microcircolo) è probabilmente dovuto alla riduzione della messa in circolo di agenti pro infiammatori. La rigenerazione della rodospina porta ad un aumento della velocità della medesima rigenerazione dei pigmenti retinici con una migliore qualità della visione in condizioni di luce crepuscolare, in alcune retinopatie, specie diabetiche, seppur rare, forme di miopia. Tutti dati confermati dall’elettroretinografia.

Numerosi sono i prodotti farmacologici a base di estratti di mirtillo (o antociani) impiegati per trattare fragilità capillare cutanea, turbe della circolazione venosa, emorroidi … Tutto ciò a conferma che la medicina convenzionale ha attinto “a piene mani” dal mondo vegetale. Il frutto del mirtillo, nero o rosso, non solo è buono ma fa anche bene. Questi frutti (o bacche) non hanno alcun effetto collaterale ne tossicologico. Le foglie invece possono essere dannose se somministrate non solo a forti dosi ma soprattutto per lunghi periodi (perdita di peso, ittero).

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