IL MIO PUNTO DI VISTA SULLA MENINGITE

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Dottor Professor
Aldo Ercoli

La colonizzazione con acquisizione nasofaringea del meningococco (Neisseria meningitidis) non è rara.

Lo stato di portatore sano (perciò asintomatico) è pari al 10% nei periodi tra un’epidemia e l’altra (interepidemico) e del 30% in coloro che vivono in condizioni di sovraffollamento (dormitori, caserme, collegi). Vivere a stretto contatto con una persona affetta da meningite (come per la Tbc) è il modo più facile per andare incontro alla malattia.

Ecco perché la profilassi antibiotica (rifampicina, ceftriaxone, tetracicline) è necessaria poiché molto efficace.  Dei cinque sierogruppi meningococcici (A, B, C, Y e W-135) quello che, in inverno, qui da noi, più preoccupa è quello C (recenti episodi mortali in Toscana) perché colpisce soggetti con basse difese immunitarie.

Oltre ai focolai di infezioni a distanza (es. sinusiti, otite) fattori predisponenti per questo tipo di meningite sono gli immunodepressi, i soggetti a cui è stata asportata la milza, quelli con malattie congenite severe, coloro che al quadro proteico elettroforetico presentano un basso tasso di globulinemia (ipoglobulinemia), soggetti sottoposti a recente trauma cranico o intervento neurochirurgico; i malati di mieloma multiplo, gli etilisti cirrotici.

Il passaggio dalla acquisizione nasofaringea (favorito da forme parainfluenzali invernali) comporta in tutti questi casi un’invasione del circolo ematico con febbre alta e successivo interessamento delle meningi.

Per quanto riguarda i neonati va detto che sono protetti durante i primi mesi di vita grazie agli anticorpi materni di classe IgG trasferiti passivamente. Quando questi livelli decrescono, il tasso di incidenza di malattia aumenta (con un picco tra i 3 ed i 9 mesi), per poi subire un rapido declino in seguito alla produzione di anticorpi protettivi indotti dalla colonizzazione nasofaringea da parte di batteri non patogeni che presentano reazioni crociate con alcuni antigeni della Neisseria M. (contatto con altri individui, bambini o adulti).

Sgombriamo il campo da equivoci. Che la regione Emilia Romagna (unica in Italia) abbia deciso che dal prossimo anno scolastico, nessun bambino, da 0 a 3 anni, potrà entrare nelle “scuole” della prima infanzia se non sarà stato immunizzato contro poliomielite, difterite, tetano ed epatite B (più morbillo obbligatorio) non c’entra assolutamente nulla con la meningite da meningococco.

Non vorrei sbagliarmi (perciò correggetemi se erro) ma il Servizio Sanitario Nazionale consente gratuitamente la sola vaccinazione per il meningococco sierotipo B (quello dichiarato il meno efficace di tutti) mentre se si effettua una vaccinazione efficace (A, C, Y, W-135) il vaccino costa circa 70 euro a persona.

A me sembra paradossale. Va per completezza aggiunto che anche i soggetti anziani sono più vulnerabili per deficit del sistema immunitario. Ma allora dovrebbero essere vaccinati tutti? Noi siamo in presenza di casi sporadici (dovuti ai siero gruppi C e B) ed al massimo di fronte a forme epidemiche localizzate (5-10 casi su 100.000).

È poi vero che i pazienti con deficit dei componenti terminali del complemento, o properdina, sono ad aumentato rischio di infezione meningococcica (che si può verificare anche come epidemia). Domandiamoci però quanto verrebbero a costare questi esami se eseguiti come screening di massa. Per me, medico a contatto con diverse malattie infettive (meningite compresa) mi sembra che ci siano troppi punti oscuri.

A parte la meningite fulminante (peggiora entro poche ore) le forme subacute presentano dei segni e sintomi inconfondibili. L’85% degli adulti ha forte mal di testa, febbre alta, spesso mal di gola, e soprattutto meningismo, vale a dire rigidità nucale. Molto spesso vi è un’alterazione dello stato di coscienza (75%), nausea, vomito, paralisi dei nervi cranici, convulsioni (40%), dolore alle ossa ed ai muscoli, sudorazione. Che cosa fa il sanitario per prima cosa (lo può fare anche un parente a casa)?

Flettere il collo del paziente che nelle meningiti è difficoltoso (vi è resistenza). Se si riesce comunque ad effettuare una flessione passiva del collo si assiste, nella malattia, alla spontanea flessione dell’anca e delle ginocchia (segno di Brudzinski). Poi, personalmente, ricerco sempre il segno di Kernig: in un paziente in posizione supina, con anche e ginocchia piegate, il tentativo di estendere le gambe provoca dolore.

Se poi vi è un’eruzione cutanea (dermatite) il quadro è completo. Se diagnosticata rapidamente sono sufficienti solo 7 giorni di ceftriaxone (Rocefin, Setriox etc) + vancomicina (da effettuare in ospedale) per debellare l’affezione. Nei bambini di età superiore ai 3 mesi all’antibiotico va anche affiancato il desametasone (cortisone). Mi chiedo. Conoscere bene la semeiotica neurologica della meningite non è fondamentale ai fini diagnostici?