MAURIZIO MARTUCCI: “CON STARGATE, TRUMP CONFERMA CHE IL GREAT RESET È TECNOLOGICO”

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ADDIO GREEN DEAL, I BIG TECH USA ORA POSSONO CORRERE A BRIGLIE SCIOLTE PER IL PRIMATO SULL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E LA CINA RISPONDE CON DEEPSEEK.

Trump ha lanciato Project Stagate, “il più grande progetto di Intelligenza artificiale della storia”, che coinvolge Oracle, OpenAI, Softbank e il fondo emiratino Mgx con un impegno economico mastodontico: 500 miliardi di dollari per creare una infrastruttura senza precedenti, data center e infrastrutture di calcolo avanzate al fine di garantire la supremazia americana nell’intelligenza artificiale.

A presentare il progetto alla Casa Bianca c’erano i Ceo delle tre società promotrici Larry Elison di Oracle, Sam Altman di Open AI e Masoyoshi Son di SoftbanK. Altri partner sono Nvidia, Microsoft e Arm. Per garantire una produzione adeguata per sostenere Stargate, Trump ha firmato ordini esecutivi per dichiarare l’emergenza energetica nazionale.

Per vincere contro la Cina la corsa sull’intelligenza artificiale, il tycoon ha inoltre promesso di stimolare investimenti nel settore privato accelerando il processo di autorizzazione e allentamento delle normative. Non a caso nella squadra di Trump ci sono David Sacks ed Elon Musk mentre tutti i guru della Silicon Valley, come Mark Zuckerberg, Jeff Bezos, Tim Cook e Sundar Pichai, hanno presenziato alla cerimonia di giuramento del neoeletto presidente.

“Coi 100 ordini esecutivi e la prevista uscita degli USA dall’OMS, nonché dagli accordi di Parigi, c’è anche l’annuncio della nascita di Stargate, una joinventure da 500 miliardi di dollari per creare la più forte intelligenza artificiale del mondo in lotta con la Cina: appena insediato Donald Trump conferma che il grande reset è tecnologico e la centralità geopolitica si basa sulla transizione digitale”, così ha commentato il giornalista d’inchiesta Maurizio Martucci intervenuto nella trasmissione Levante su La Casa del Sole TV in una intervista condotta da Jeff Hoffman. “La guerra, dunque, non è ai cambiamenti climatici, non è alle emergenze sanitarie, bensì in primo piano c’è lo scacchiere geopolitico internazionale sulle nuove tecnologie dove l’intelligenza artificiale è chiamata a fare da padrona. Indipendentemente dal cambio della narrazione, l’agenda prosegue in un cronoprogramma unico, centrato sulla Quarta Rivoluzione Industriale e che trova nel grande reset tecnologico la vera punta apicale dell’intera operazione. E ora Trump ce lo ha confermato mettendo sul piatto questa join inventure, un mix di varie multinazionali. Si parte con OpenAI, di cui Elon Musk è cofondatore. Sam Altman, primo AD di OpenAI, è il padre di ChatGPT ed è colui che non ha escluso addirittura il ritorno alla fusione nucleare, questo perché l’Intelligenza Artificiale è energivora. Quindi per poter mettere in piedi un meccanismo di controllo mondiale c’è bisogno non soltanto dell’Intelligenza Artificiale generativa, in questo caso di grandi Data Center, ma di grandi quantità energia”.

Un altro passaggio da sottolineare è che all’interno di questa jointventure ci sono anche gli Emirati Arabi. “Questo è un punto importante – dice Martucci – perché nell’ultima COP, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in odore di agenda 2030, denominata COP29, si sono messi di traverso gli Emirati per quanto riguarda il petrolio [..]. Gli stessi che ora troviamo tra i maggiori investitori di questo grande progetto, Stargate”.

Uno dei promotori del progetto è Larry Erison, il fondatore di Oracle, il quinto uomo più ricco al mondo, che all’inizio della sua carriera ha costruito il primo Data center per la CIA. “Questo è un personaggio che si è presentato anche lui nella Casa Bianca durante l’insediamento di Trump e ha parlato a nome di Oracle, svelando quali potrebbero essere le future applicazioni dell’Intelligenza artificiale anche in ambito sanitario [..]. In sostanza ha detto che attraverso l’IA, una volta sequenziato il genoma del tumore, sarà possibile progettare un vaccino mRna personalizzato, prodotto roboticamente in 48 ore. Questo cosa significa? Che la transizione digitale, questa nuova tecnologia, si sta unendo perfettamente con Big Pharma.”

Di recente il direttore tecnico Nand Mulchandani ha parlato dell’utilizzo dell’IA per anticipare le mosse dei leader politici a livello mondiale utilizzando le loro copie virtuali. In sostanza la Cia ha utilizzato le informazioni pubbliche e raccolte «clandestinamente» per allenare le chatbots a replicare le personalità dei leader politici.

“Se si unisce Big Pharma con Big Tech, se si unisce Big Tech con la geopolitica e si arriva addirittura ad una sorta di operazione predittiva per anticipare le mosse nello scacchiere internazionale dei leader politici, amici o nemici che siano, è chiaro che stiamo entrando in una dimensione talmente inedita” dominata dalla tecnologia. Altro aspetto fondamentale sono le ricadute in termini sociali e occupazionali perché “al di là delle logiche dei massimi sistemi – ha concluso Martucci – sarà il popolo ad essere letteralmente travolto da questa transizione digitale. Già nel 2018 era stato calcolato che l’avanzata di queste tecnologie avrebbe portato alla sostituzione di un posto di lavoro su due.[..] Il rapporto Future of the Jobs 2025 presentato al WEF a Davos avverte che il 41% delle aziende di tutto il mondo prevede di ridurre la propria forza lavoro entro il 2030 a causa dell’automazione dell’IA. Stiamo andando incontro ad un vero e proprio cataclisma, una situazione che in un modo o nell’altro investirà tutti” nella totale indifferenza delle masse e sostanziale complicità dei sindacati. Intanto la Cina risponde con DeepSeek, l’Intelligenza artificiale open source, più potente di quella statunitense che sta mandando al collasso le Bigh Tech quotate in Borsa.