Il manager Alessio Sundas chiede un milione di euro di risarcimento a Mediaset

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Abbiamo chiamato Mediaset alle proprie responsabilità per aver pesantemente danneggiato un’azienda che fatturava centinaia di migliaia di euro prima di un servizio televisivo che ha provocato ingenti danni materiali e morali”.

La notizia bomba arriva dalla “Alessio  Sundas Model Management Umbrella Girls Ufficiale” che, dopo aver vinto numerose cause in tribunale, con un comunicato stampa, ha annunciato di aver  chiesto un servizio di rettifica al programma “Le Iene” di Mediaset. Ottenendo però un inspiegabile rifiuto. A quel punto è partita la richiesta di risarcimento milionario per un evidente danno di immagine.

Questa brutta storia – racconta il manager televisivo Alessio Sundas – ebbe inizio a maggio di 5 anni fa quando il programma Le Iene mi definì un truffatore ed un delinquente, accusandomi di prendere denaro dalle Umbrella Girls, promettendo posti di lavoro inesistenti. Debbo premettere che la mia agenzia ha inventato nel 1989 le cosiddette Ragazze Ombrello, ovvero le hostess che vediamo accanto ai piloti nella griglia di partenza prima dello starter e poi sul podio durante la premiazione. Il nostro lavoro consisteva nel vendere questo spazio alle modelle che avevano l’opportunità di farsi notare a livello internazionale accanto a piloti di formula uno e del motomondiale. I team sceglievano le hostess, molte di loro grazie alla nostra agenzia hanno iniziato la carriera. Abbiamo sempre operato alla luce del sole, l’organizzazione effettuava i casting, le modelle versavano una quota di iscrizione e, se scelte, erano regolarmente pagate dai team. Negli anni abbiamo dato lavoro ad oltre 3.000 persone, affiancando sponsor di caratura internazionale. Nel 2011 è iniziato l’incubo, il programma Le Iene ha contattato le ragazze che avevano aderito al progetto Umbrella Girls, invitandole a denunciare il sottoscritto e l’agenzia per truffa. Addirittura hanno creato sui social network il gruppo ”Fermiamo Alessio Sundas”, come fossi un bandito a capo di una organizzazione malavitosa. La situazione è precipitata, mi sono arrivate 94 tra denunce e querele, mentre Mediaset continuava a dipingermi come un mostro, causandomi un danno economico devastante e massacrando la mia famiglia. Sono state rinviato a giudizio 9 volte e sono stato sempre assolto con formula piena perché il fatto non sussisteva, i giudici hanno riconosciuto la regolarità del mio lavoro. Le conseguenze però sono state allucinanti, la mia agenzia è arrivata sull’orlo del fallimento, per anni sono stato indicato come un delinquente, a livello psicologico è stato un incubo vero e proprio per mia moglie e per i miei figli. Dopo tutte le assoluzioni, i miei avvocati hanno chiesto a Mediaset di trasmettere un servizio in cui smentivano tutte le accuse nei miei confronti, sarebbe stata sufficiente una intervista al sottoscritto per chiarire la situazione. Mediaset non ci ha mai risposto, sono stato costretto ad iniziare una causa legale, il danno è stato quantificato dagli esperti in un milione di euro. Lo scorso 5 dicembre al tribunale di Milano era fissata l’udienza per un tentativo di conciliazione, ma i legali di Mediaset non si sono presentati davanti al giudice. A questo punto andremo fino in fondo perché sono stato vittima di un massacro mediatico di cui porto ancora le conseguenze. Chiederemo anche l’intervento della Corte di giustizia europea, l’informazione non può calpestate la dignità delle persone e poi farla franca quando un tribunale ha stabilito che era stata distrutta la vita di una persona innocente. E’ una brutta storia che deve essere sanata, vogliamo ancora essere fiduciosi nel buon senso di Mediaset, peraltro proprio in questi giorni nei quali l’azienda di Berlusconi sta gridando allo scandalo ed all’ingiustizia per il tentativo di scalata alle azioni del gruppo da parte di una società francese”.