L’Arctostaphylos uva ursi (uva ursina) è un arbusto sempreverde, il cui nome deriva dal greco “arctos” (orso) e “staphulè” (grappolo d’uva) e si riferisce ai frutti rossi a bacca, teneri di cui sono ghiotti gli orsi.
La denominazione latina “uva ursi” ha lo stesso significato. Il frutto, poco gradevole all’uomo, piuttosto acidulo, viene prevalentemente utilizzato per confezionare marmellate in cui stempera l’eccessiva dolcezza di altri frutti. Appartenente alla famiglia delle Ericaceae ha la sua forza vitale fitoterapeutica nelle foglie, questo arbusto che si presenta prostrato tanto da formare vasti tappeti nei boschi.
Il principio attivo è l’arbustina che, idralizzata a livello intestinale, libera, per opera di vari enzimi, l’idrochinone. Questa sostanza viene eliminata per via urinaria dopo glucuro e sulfoconiugazione. L’organotropismo è peculiare delle vie urinarie, un po’ meno dei genitali femminili.
La proprietà vera dell’uva ursina è proprio quella sulle vie urinarie tanto che la moderna fitoterapia lo considera universalmente il miglior rimedio naturale nelle cistiti sia acute che soprattutto recidivanti. Altre indicazioni sono le uretriti, le colibacillosi (i rapporti tra colon e vescica sono molto stretti dal punto di vista batterico), le litiasi delle vie urinarie (non è in grado disintegrare i calcoli di grandi o medie dimensioni ma facilità l’eliminazione della “renella” e dei calcoli di dimensioni molto piccoli).
Per quanto concerne i genitali femminili trova impiego nella leucorrea. Le forme farmaceutiche e la posologia sono il decotto, l’infuso, la polvere (da 5 a 10 gr die; 10 gr corrispondono a 400 – 700 mg di abustina), l’estratto secco (2 gr al giorno) e la T.M. (40 gtt. 3 volte la giorno), lontano dai pasti nelle cistiti acute; nella profilassi delle cistiti recidivanti 50 gtt la mattina, un po’ d’acqua, x quindici giorni la mese per almeno tre mesi). Tossicologia.
Tra i costituenti principali oltre all’essenziale arbuside (arbutina poi idrossichinone), vi sono i flavonoidi triterpenici e soprattutto i tannini gallici (15-20%). Questi ultimi possono provocare irritazione gastrica. L’uva ursina, può provocare la colorazione delle urine di bruno verde (di ciò è necessario avvertire il paziente). Il fitoterapico va inoltre evitato in gravidanza e durante l’allattamento.
Qual è il suo meccanismo d’azione nelle vie urinarie? J.Bruneton (Pharmacognosie. Technique e documentation. LavoisierParis 1993) dimostrò l’attività antisettica dell’idrochinone, di tipo batteriostatico, solo però in ambiente alcalino (ph7 -8), nel bacinetto renale e nella vescica è in grado di esplicare la sua azione.
L’utilizzo di bicarbonato di sodio (6-8 gr al giorno) ci consente l’alcalinizzazione urinaria. F. Capasso, G.Grandolini (Fito farmacia. Ed. Springer Milano 1996) e già prima F.Capasso, L Donatelli (Pharmacognosia, Piccin, Pavia, 1981) avevano ipotizzato che questo rimedio naturale fosse veramente efficace nelle flogosi delle vie urinarie, sempre però in ambiente alcalino.
A tal scopo avevano consigliato un’alimentazione assai ricca in alimento alcalinici, quali soprattutto vegetali ma anche latte e patate. Fu lo stesso Bruneton che dimostrò l’attività diuretica (con sperimentazioni su ratti (estratto acquoso, 10 mg/kg per os) è imputabile alla presenza di flavonoidi, abutoside e glucosidi fenolici) (Bruneton op. cit.)
<L’Uva orsina può essere considerata un a antisettico naturale assai attivo da utilizzare a livello delle vie urinarie, in grado di determinare un’azione antisettica, calmante lo stimolo continuo della minzione e il dolore> (E.Campanini. Dizionario di fitoterapia e piante medicinali.1998). Anche nelle cistiti la somministrazione di Uva Orsina è in grado di contrastare la componente infiammatoria (utile es. urine con antibiogramma).
Personalmente ho utilizzo nella cistite: T.M. 60 ml assieme alla Solidago virga (T.M. 40 ml, 40 gtt, 2 volte al giorno) e nella prevenzione delle cistite cronica – recidivante per almeno 20 gg al mese per 3 mesi.
Quante volte il medico si trova a curare pazienti con cistiti a ripetizione? Dopo la cura antibiotica, prescritta sulla scorta dell’antibiogramma, urinario, quante volte compare un batterio diverso dal primo? All’antibioticoterapia mirata è bene aggiungere l’Uva ursina per lunghi periodi.
Dottor Professor Aldo Ercoli
Specializzato in Cardiologia e Broncopneumatologia e esperto in Malattie Infettive. Cardiologo già docente in Microbiologia ambientali, Medicina Naturale e di formazione dei medici di medicina di base.